Non un dettaglio in eccesso e niente altro di cui si senta il bisogno. Shannon Murphy confeziona un dramma con tinte di commedia, spingendo sul pedale del minimalismo (uno stile nordico): il non detto sta bene dov'è, reso su schermo quasi con una carezza. Un film di relazioni, un po' fuori dall'ordinario (così come l'incontro da cui ha inizio); e poi sul senso di famiglia, ma i momenti memorabili si sprecano. Andate a vederlo: piangerete.
MEMORABILE: La festa, i suoi colori e le sue musiche; il Sole sul suo volto in silenzio a tagliarlo come una Luna; la scena madre.
Ragazza col cancro incontra un disadattato di cui s'innamora. Film aussie che racconta una storia d'amore anomala tra due ragazzi particolari, ben resi dai bravi Scanlen e Wallace; ha il pregio di non scadere nei cliché del genere e di offrire una visione dei rapporti (anche familiari) disincantata e realistica, così come una riflessione esistenziale non priva di poesia ma nemmeno edulcorata secondo schemi hollywoodiani. Validi anche il montaggio e la ost, per un film dall'atmosfera sospesa che ben rende il contrasto tra gli anni migliori della vita e il dramma di un male incurabile.
La differenza rispetto ad altri recenti drammi del (o sul) dolore giovanile la fa, più che la scelta non nuova del registro minimalista (antipatico anzi il didascalismo dei capitoletti), la capacità della esordiente regista australiana Murphy di gestire le ellissi del testo narrativo, di operare in maniera originale sullo stile visivo e di dar conto di ogni personaggio con affetto tanto partecipe quanto mai ricattatorio. Guardarlo fa pensare alla malinconia solare di un Harold e Maude, incerto ma fermo come un dente da latte sull'abisso tra vita(lità) e (quel che ci lascia la) morte.
MEMORABILE: Le parrucche della Scanlan; Il volto di Wallace; La bravura di Mendelsohn e Davis; La vicina incinta e il bacio con Mendelsohn.
Ragazzina malata di cancro si innamora di uno sbandato tossico con qualche qualche anno più di lei ed i genitori, dopo l'iniziale contrarietà, finiscono per accettare la relazione... I cancer-movie propongono un soggetto molto sfruttato ad alto rischio di patetismo e sono rari i film che ne sono esenti come Quel fantastico peggior anno della mia vita. Anche questo film riesce in gran parte ad evitarlo grazie all'alternanza dei toni e alle eccellenti interpretazioni di tutto il cast, per cui nel finale la commozione sorge spontanea senza bisogno di ricatti sentimentali.
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DiscussioneDaniela • 21/09/21 20:44 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Titolo della versione doppiata in italiano: Babyteeth aka Babyteeth: Tutti i colori di Milla