Dove osano le cicogne - Film (2025)

Dove osano le cicogne
Locandina Dove osano le cicogne - Film (2025)
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MMJ Davinotti jr
Anno: 2025
Genere: commedia (colore)

Cast completo di Dove osano le cicogne

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La nostra recensione di Dove osano le cicogne

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Primo tentativo di lanciare su grande schermo da protagonista un comico molto apprezzato in tv e a teatro ma al cinema confinato fino a oggi in ruoli decisamente minori. Il triestino Angelo Pintus, con la sua aria stralunata, è un personaggio piuttosto inconsueto, nel panorama comico attuale, ed era giusto verificare se il suo appeal potesse trasmettersi anche attraverso il formato tradizionale del lungometraggio. La risposta qui fornita non è delle più convincenti, anche se soprattutto per colpa di una sceneggiatura (cui ha contribuito) non troppo felice, che lo relega in un ruolo di totale servilismo nei confronti della moglie Marta (Zoboli).

La coppia vorrebbe un figlio...Leggi tutto ad ogni costo, ma nonostante ci provi in ogni modo (non ci vengono risparmiate le consuete rincorse al momento fertile), quello non ne vuol sapere di nascere. Inevitabile sottoporsi alle analisi di rito, che danno un risultato ben preciso: il mancato concepimento non è da attribuirsi - come si era portati a credere - alla scarsa potenza virile di lui, ma all'endometriosi di lei. Le possibilità che possa rimanere incinta sono pochissime e così, su consiglio dell'amico medico Andrea (Perroni), i due raggiungono Barcellona nella speranza che un luminare del campo risolva il problema. Niente da fare: l'unica possibilità, riferisce questi, è la maternità surrogata. Apriti cielo: un crimine tremendo, penalmente perseguibile e via dicendo. Tuttavia, se non si rende pubblica la cosa… L'uomo propone di impiantare ovuli e spermatozoi nell'utero di Luz (Arnera), una giovane a quanto pare ben disposta a sopportare nove mesi di pancione se la si ospiterà in Italia fino al concepimento.

I dubbi persistono, ma alla fine Luz si ritrova nella casa sul Naviglio dei Pintus (nome e cognome del protagonista sono quelli dell'attore) e ci si stabilizza, non senza prevedibili richieste che palesano, dietro a un'ovvia attenzione per il nascituro, l'invadenza della giovane, non proprio un modello di simpatia. D'altra parte nemmeno Marta lo è e Pintus diventa di conseguenza la vittima prediletta di entrambe, oltre ad esserlo già del padre (Solenghi) di Marta, carabiniere in pensione fissato con il rispetto rigoroso di ogni legge e leggina fino all'odiosa puntigliosità. Né a lui né a sua moglie (Piro) la coppia svela nulla, e anzi Marta fa credere di essere lei incinta e di esser rientrata da Barcellona con Luz perché questa possa aiutarli nei difficili nove mesi in arrivo.

Un gioco di equivoci e finte pance che si sperava potesse essere più divertente: il buon Fausto Brizzi sembra lontano dai suoi momenti migliori. Nato come sceneggiatore di talento, non trova in questo caso nella scrittura la capacità di produrre gag divertenti. Si aggancia agli isterismi della Zoboli o, per i momenti comici più tradizionalmente intesi, all'estro del romanissimo Andrea Perroni, che sfrutta il gergo, l'espressività e i tempi perfetti di una maschera non certo nuova per il nostro cinema, strabordante e sovente spassosa. Riesce meno il recupero della pur brava Maria Amelia Monti nel ruolo dell'ostetrica chiamata a seguire nel percorso Luz per farla poi partorire in casa (in ospedale si verrebbe ovviamente a sapere chi è la vera madre), anch'essa prigioniera di battute poco felici e costretta a smorfie e alterazioni di tono non molto spiegabili.

Piace invece ritrovare Tullio Solenghi in una parte non eccessivamente marginale, simpatico e credibile come padre preoccupato che tutto segua l'iter corretto. Pintus si tiene quasi in disparte timoroso, prende più coraggio nelle scene coi ragazzini (è maestro elementare), per certi versi ampia fetta del suo pubblico, ma anche qui sconta un certo imbarazzo dovuto forse alla scarsa confidenza col cinema (la differenza con un "mostro" come Antonio Catania, il preside, lo sottolinea impietosamente). Suscita simpatia, è vero, ma la sensazione che lascia in più occasioni è che non sappia bene come reagire o interagire per rendere con efficacia il personaggio, rifugiandosi in smorfie ed espressioni stranite che spesso appaiono fuori luogo. Anche il rapporto coi suoi scolari ha un sapore artificioso, con l’odio scontato verso il saputello e in generale un eccesso di puerilità nelle gag.

Il tema affrontato è poi importante: passi che lo si sfrutti senza preoccuparsi troppo di apparire faciloni (è una commedia, dopotutto), ma che almeno la cosa serva a moltiplicare le risate. Invece, al di là di una regia svelta e apprezzabile, è come se filtrassero più volte note stonate, chiuse da un finale da latte alle ginocchia che più mieloso non si poteva.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/01/25 DAL DAVINOTTI
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Markus 4/01/25 00:51 - 3750 commenti

I gusti di Markus

Ritorno della commedia targata Fausto Brizzi e ci fa piacere in quanto spesso dotato di mano sicura, nelle pellicole di ampio respiro per famiglie. Il vero motivo d'interesse è il fatto che si tratta a tutti gli effetti del primo serio tentativo di lanciare nell'olimpo del cinema di cassetta Angelo PIntus: tutto gira attorno a lui, vero mattatore formato dai suoi mille "one men show", ma accanto al protagonista c'è una serie di attori ben diretti in un film che, toccando temi seri di mancata fecondità, riesce a intrattenere per tutto il minutaggio.

Gabrius79 13/01/25 09:27 - 1484 commenti

I gusti di Gabrius79

Commedia piuttosto piacevole che Brizzi dirige con ritmo e che si appoggia su un buon cast in cui troviamo un Pintus divertente ma più frenato del solito, mentre a Perroni viene dato più campo libero per le battute. Piacevoli le isterie della Zoboli con la sua finta gravidanza e della Arnera con la vera gravidanza. Sfruttato poco ma bene Solenghi con la sua puntigliosità, mentre il personaggio della Monti ha poco mordente. Il problema della fecondità viene affrontato col piglio giusto, senza troppi moralismi.

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