Biografia di Artemisia Gentileschi (1593-1653) che si sofferma sia sulla sua arte che sulle sue controversie sentimentali. È un film sull'arte realizzato con gusto artistico tipicamente francese. Passioni artistiche e fisiche, tormenti dell'animo di una grande pittrice ben descritti in una realistica ricostruzione dell'ambiente medioevale e con riferimento alla repressione della figura femminile allora presente. Buona la struttura ma lento il ritmo. Vanno segnalati fotografia e costumi. ***
Figura dfficile quella di Artemisia, pittrice caravaggesca, ossessionata dal voler dipingere corpi maschili nudi a tal punto da arrivare, suo malgrado, a perdere la propria verginità ed essere accusata di colpevolezza della cosa nel processo a lei dedicato. La pellicola è stucchevole ma la protagonista è perfettamente calata nel tormentato ma libero personaggio della pittrice, vittima di pregiudizi per l'epoca. L'erotismo è carnale e il chiaroscuro efficace.
Bel film biografico dedicato ad Artemisia Gentileschi, ricostruito sicuramente con impegno per i set e per i costumi. Pur apparendo crudo, cinico e senza pietà, credo non riesca comunque a superare la terribile realtà del tempo. La violenza che Artemisia subisce sembra quasi che la mostri rassegnata, che lei accetti la cosa in piena sindrome di Stoccolma. Bravi ed azzeccati gli attori.
Amorosa o artistica che sia, la passione affonda le radici nella sofferenza; come quella della pittrice Artemisia Gentileschi, donna che svolge un mestiere da uomo in una cupa epoca di pregiudizi. L’emancipazione femminile in un affresco dai colori turgidi e fiammanti, ma il cui slancio romantico, come capita di regola nella maggior parte dei biopic, è inibito dalla tendenza al freddo calligrafismo e da interpretazioni corrette ma svuotate di reale carica emotiva. Nel cast tecnico si ritrovano i nomi storici di Antonello Geleng (scenografo) e dell’ex attrice Conchita Airoldi (produttrice).
Affascinante e poco conosciuta, la tragica storia della pittrice Artemisia rivive in questo buon film della regista francese Agnès Merlet. Un'opera di cui si apprezzano la collocazione ambientale, ben ricostruita, oltre ad un'equilibrata sceneggiatura che rende bene, attraverso la caratterizzazione dei personaggi, la mentalità del tempo. Ottima la prova di Valentina Cervi. Da riscoprire.
La vita e le opere d'arte di Artemisia Gentileschi sono messe a nudo in una biografia adattata a far risaltare gli aspetti passionali e sentimentali della storia. Gli storici non apprezzeranno alcune libertà di scrittura della sceneggiatura ma la confezione è buona. E' bello vedere una figura di donna così potente ed emancipata nel 1600, capace di mettere a soqquadro il mondo dell'arte con una forza d'animo con pochi eguali. Interessante anche la fotografia.
Produzione italo-francese che dà la propria interpretazione della famosa vicenda privata (mai chiarita del tutto, in realtà) della più grande pittrice donna di tutti i tempi. Ne esce un ibrido tra dramma e soft-erotico, con vari nudi maschili e femminili (frontali e integrali), un'ammucchiata artistica e qualche lungaggine troppo pomposa e manierista. Il film si fa vedere, ma non convince appieno. La Cervi, coraggiosa a mostrarsi senza veli, è brava ma non adatta alla parte, troppo magra per aderire agli autoritratti della pittrice declamati nella pellicola. Tassi futuro Macellaio.
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Artemisia, dopo essere stata scoperta in intimità con l'uomo, viene chiamata a deporre contro di lui. "Di chi sono quei nudi maschili?" chiede, scandalizzata, la Corte.
E lei:"Provate a indovinare a chi appartengono".
Artemisia Gentileschi è una delle poche protagoniste femminili della Storia dell'arte europea. Ma è anche la protagonista di una torbida vicenda a tinte fosche infarcita di elementi sentimentali, erotici, patetici e fantastici, in una brillante fusione romanzesca.
Certamente la carriera artistica (come qualsiasi altra carriera) è sempre stata pressoché impraticabile per le donne, costrette nei limiti che la società imponeva loro, limiti di natura culturale (assenza pressoché totale di una preparazione scolastica) e familiare (nelle famiglie patriarcali la donna era preposta all'accudimento di tutti i suoi numerosi elementi).
Artemisia Gentileschi, che ebbe modo di fare fruttare il suo talento, è stata una delle poche donne "sfuggite" tra le maglie di questo rigidissimo sistema sociale, tuttavia la sua sofferta vicenda privata si è spesso sovrapposta a quella di pittrice generando molte ambiguità.Era considerata la pittrice dei nudi femminili, ma solo perchè le era difficile ritrarre quelli maschili, verso i quali aveva una naturale propensione artistica.
Coproduzione italo.franco.tedesca, con dominanza francese. Cosa fare, in questi casi, col titolo originale? +++ Atualmente appare tit or Artemisia, che è il titolo francese, oltre che internazionale.
DiscussioneZender • 22/10/22 16:15 Capo scrivano - 48848 interventi
Bah possiamo anche lasciare Artemisia, direi. Male non fa.
Bah possiamo anche lasciare Artemisia, direi. Male non fa.
Certamente: non è un caso come quello corretto ieri, in cui c'era il tit. or. per un fim totalmente italiano. In casi come questo decideremo caso per caso.