Note: Soggetto dal romanzo "A Walk on the Wild Side" dello scrittore statunitense Nelson Algren pubblicato nel 1956. La sceneggiatura è opera di un altro famoso scrittore, John Fante.
Sceneggiato da John Fante, è ambientato negli anni della Grande Depressione, il protagonista è Eddie, ragazzo della misera campagna texana che compie un "viaggio della speranza" verso la ricca, ma insidiosa New Orleans... Ma non è un film d'avventura, è un melodramma abbastanza legnoso e monocorde, imperniato sul tentativo di Eddie di redimere l'ex fidanzata, Helen, finita a prostituirsi in un bordello di lusso. Moralistica e poco interessante la polarizzazione "corruzione urbana-innocenza rurale", ma scintilla la Stanwyck, ambigua "Madame".
MEMORABILE: La sequenza sui titoli di testa, col gatto nero dagli occhi fosforescenti nella notte... la cosa più "wild" di tutto il film!
Deludente dramma diretto da Dmytryk in cui pur non mancando momenti interessanti ed
intensi, ci sono troppe scene madri ed enfatiche nonché un certo moralismo che appesantisce l'insieme. La progressione drammaturgica e lo sviluppo del plot è risaputo (epilogo compreso) ed alla fine resta nella memoria soprattutto per le prove
delle tre interpreti principali e si pensa con rammarico a quello che sarebbe potuto
essere ma non si è poi tradotto in realtà.
Alla ricerca della ragazza di cui è innamorato da anni, un giovane texano scopre che lei si prostituisce a New Orleans in un locale di lusso gestito da una ambigua "madame" disposta a tutto pur di non lasciarla andar via... Versione edulcorata e moralistica di un romanzo di successo, un melodramma sentimentale pesante condito con dialoghi che suonano forzati e segnato da scelte discutibili come abbigliare Capucine con incongrui abiti d'alta moda. Poco riuscita la sceneggiatura di Fante, sprecato in buona parte il ricco cast, la cosa migliore sono i felini titoli di testa-coda di Bass.
Teoricamente ambientato negli anni della grande depressione, non si cura molto della fedeltà filologica del contesto storico in quanto lo ritiene più appetibile con acconciature e mise all'ultima moda. Formalmente raffinatissimo, pare derivato da un'opera teatrale che non è, dando sempre l'impressione di situazioni e reazioni umane artefatte e dialoghi eccessivamente ammaestrati. Un contenitore altamente seducente che vorrebbe emulare la torbidità jazz di Tennessee Williams e Elia Kazan, ma, forse conscio della carenza degli accordi, lucida molto gli ottoni per abbagliarti.
MEMORABILE: La sequenza di apertura dei crediti; Le natiche di Jane Fonda; La classe di Capucine; L'ambiguo rapporto tra la maîtresse e la modana/scultrice.
Edward Dmytryk HA DIRETTO ANCHE...
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Viene rieditato sempre dalla Golem. Dvd disponibile dal 18/04/2019.
CuriositàDaniela • 30/10/19 12:33 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Nella sequenza iniziale su cui scorrono i titoli di testa, si vede un gatto nero che si azzuffa con una bianco. In quella finale, lo stesso gatto nero calpesta un giornale buttato per terra, i cui titoli riassumono l'epilogo della vicenda mostrata nel film.
Entrambe queste sequenze sono opera di Saul Bass, illustratore noto per le sue locandine e come autore di alcune delle più celebri sequenze di titoli di testa della storia del cinema, collaborando con Preminger, Hitcock, Kubrick.
Qui un breve excursus della sua carriera.
Saul Bass ha diretto anche un interessante film di fanta-eco revenge nel 1974, Fase IV: distruzione Terra, che purtroppo non ebbe successo, convincendolo a non ripetere l'esperienza come regista.