Note: Soggetto liberamente ispirato al romanzo La tana del Verme Bianco di Bram Stoker scritto nel 1911 e a sua volta ispirato al "Lambton Worm" , creatura leggendaria del folclore inglese.
Dramma in costume incentrato sulla fascinazione e la tentazione del male, in cui una giovane vedova scivolerà sempre più nella degradazione morale a causa di un uomo viscido e implacabile (un Ray Milland perfetto), che rimarrà poi vittima dei suoi stessi inganni. Gli occhi di Ann Todd nascosti da un velo nero eccitano la mente e il cuore. La regia di Lewis Allen è un po' statica e senza guizzi, ma funziona.
Una donna, vedova da poco, viene letteralmente folgorata e stregata da un uomo senza scrupoli che si rivelerà la sua dannazione. Trattasi di un drammone non privo di efficacia e ricco di una trama articolata che non lascia mai spazio alla noia. In un crescendo arriviamo agli ultimi 15 minuti di vicende che affondano le loro spire nella tragedia umana vera e propria. A tratti esagerato, ma sempre magnetico.
Vedova di missionario si fa sedurre da un affascinante mascalzone e diventa sua complice nel piano per circuire e derubare un'amica d'infanzia di lei, malmaritata ad un uomo ricco ed influente... Piacevolissima sorpresa questo melodramma di ambientazione ottocentesca, ricco di passioni folli, delitti e rimorsi, perdizioni e redenzioni. Impaginato con eleganza, culminante in un bel finale tragico, con un cast bene assortito in cui spicca la commovente Fitzgerald: donna fragile, spinta all'abuso d'alcool dal marito insensibile e crudele, ingannata da quella che credeva essere la sua unica amica.
MEMORABILE: Va a capire certe donne: disposte a perdonare se vengono a sapere che l'amato è un delinquente, ma non a passare sopra ad una infedeltà
Melodramma criminale limpidissimo e incisivo, girato con asciutezza e polso fermo, interpretato con trasporto, espressività, aderenza al ruolo (senza fronzoli mielosi) da attori carismatici; magnetico il luciferino Milland, notevole l'innamorata folle Ann Todd, memorabile la non protagonista Fitzgerald, che languida e disfatta restituisce molto bene un personaggio disperato e manipolato. Il delitto, la doppiezza della natura umana, la crudeltà e l'ambiguità dell'amore (diciamo pure dei sentimenti) in un piccolo gioiello da non perdere.
Buon melodramma a tinte noir ambientato nella Londra vittoriana, caratterizzato da tutti gli ingredienti che contraddistinguono il genere (malvagità, passioni incontrollate, crimini, sensi di colpa) ma in grado ancora oggi di esercitare una certa presa. Se la regia di Allen è professionale ma priva di particolari acuti, il cast è invece ottimo: Milland diabolico seduttore, la Todd che compie una vera e propria discesa agli inferi in nome di un amore sbagliato, la Fitzgerald vittima della malvagità altrui ma anche delle proprie debolezze. Il risultato finale è piacevolmente retrò.
MEMORABILE: Il finale.
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