Mentre sta andando al funerale della madre, un poliziotto della omicidi investe un uomo e, non volendo avere guai, ne nasconde il cadavere nel bagagliaio dell'auto. Ma i guai arriveranno lo stesso, in un crescente inarrestabile... Stando a quanto si vede nei film, la polizia sud-coreana è la più inetta del pianeta e qui si raggiunge l'apice del discredito tra corruzione e malaffare, con un risultato reso spassoso dal mix quasi perfetto tra comicità e tensione. Gran match tra il protagonista e il suo persecutore, ottimamente resi dai rispettivi interpreti, tanto humor nero, epilogo al bacio.
MEMORABILE: Il protagonista chiede di restare solo accanto alla bara della madre; La scazzottata nella toilette e quella dentro casa con fuga dalla finestra
Thriller poliziesco di buona fattura condito da parentesi tipicamente orientali per quanto riguarda l’umorismo, quella spiccata ricercatezza tra il serio e il faceto. Se la storia è omologata e lo sviluppo idem, la realizzazione si fortifica con l’interpretazione del protagonista e il suo antagonista: tramite anche la descrizione del contesto il classico confine tra bene e male sfuma tanto più l’occasione si fa ghiotta. Nulla di clamoroso ma valido, ben girato e congegnato, a parte un calo di tono. Finale che stuzzica.
Stupefacente thriller che si muove su due binari, quello classico dell'azione e della suspense continua e quello della denuncia "politica" contro la corruzione e l'ambiguità delle forze dell'ordine, attraverso le vicissitudini del giovane protagonista, obbligato da una serie di eventi stringenti e improcrastinabili a trovare soluzioni sempre più iperboliche. Un perfetto meccanismo di tempistica con una sottile vena ironica "made in Corea", senza divagazioni, con un ritmo sempre serrato ma mai convulso o affrettato. Song-Hoon rilancia e rinnova l'action senza però sovvertirlo.
MEMORABILE: Geon-soo nella camera ardente; Le prime telefonate anonime; La fine del collega rimasto in auto; Il recupero del cadavere; Il corpo a corpo finale.
Poliziotto corrotto ed imbranato compie un crimine, pensa di aver eliminato ogni prova ma non è così e finisce sotto ricatto. La sequela di pasticci combinati dal protagonista può far indispettire o far, involontariamente, ridere a seconda dei casi. Però non si può dire che la sceneggiatura non sappia coinvolgere coi suoi tanti colpi di scena che riescono sempre a tenere vivo l'interesse dello spettatore per le vicende sullo schermo. Bel finale. Qua e là si intravede più di qualche coloritura politica.
Divertente, con un ritmo che non si affloscia mai e la classica tiritera di eventi che avvolgono i protagonisti in un crescendo di giravolte narrative. Non che tutto torni alla perfezione ma non ci si annoia. Gli attori sono ben diretti e quando c'è da rendere grottesco ogni tipo di ambiente e situazione (si pensi solo alla tomba della madre e ogni operazione di recupero) l'inventiva non manca e le facce sono quelle giuste.
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DiscussioneDaniela • 8/05/20 00:48 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Imperdibile per chi apprezza il mix di toni dei thriller sud-coreani: tensione costante e humor nero a palate, con due sequenze da antologia: il "momento di raccoglimento" del figlio addolorato nella stanza delle pompe funebri dove si trova la bara della madre e la scazzottata all'interno dell'appartamento. Consigliato!
la storia e lo sviluppo non è che grondino originalità, e il gran "ritorno" stona un po'... ma è film valido e ben girato, con qualche bella trovata sempre in bilico tra il serio e il faceto, come piace tanto fare ai nostri amici orientali.
dimenticavo: finale stuzzicante!