Elementare avventura nel mondo del rally, all'epoca piuttosto seguito in Italia per via dei successi di Sandro Munari (nel 1977 vinse addirittura il mondiale) e della sua indimenticabile Lancia Stratos carrozzata Bertone. A fare il film sono infatti le lunghe riprese in auto sulle strade del Safari Rally in Kenya, cui partecipano i due protagonisti con relativi navigatori: il vecchio campione Paul Stark (Bozzuffi) accompagnato da sua moglie Sandra (Bisera) e lo sfidante Joe Massi (Dallesandro) insieme al suo inseparabile secondo (Hogan). La rivalità tra i due piloti, che pure inizialmente corrono nella stessa scuderia (la Kosmos), ha radici lontane ed è cresciuta dopo che Sandra ha lasciato Joe per...Leggi tutto sposare Paul. Un grave incidente al Rally di Montecarlo mette in serio dubbio il prosieguo della carriera di Joe, ma ristabilitosi prima del previsto il nostro riprende in mano il volante cambiando tuttavia scuderia poco tempo dopo: lui e Stark potranno finalmente sfidarsi a viso aperto nell'imminente Safari Rally, destinato come detto a diventare il set principale di un film che si limita a mettere in scena fin dall'inizio lunghe corse in auto promuovendo quindi a elemento fondamentale le musiche di Carlo Rustichelli, accompagnamento costante quando i dialoghi s'azzerano o si limitano a qualche banale commento tra pilota e navigatore. Se Stark (costantemente col suo baschetto anche con 40 gradi all'ombra) ha una situazione sentimentale stabile, altrettanto non è per Joe, diviso tra le malcelate avance della sua ex (una Bisera dallo sguardo assai malizioso) e un felice rapporto con una giornalista che segue il rally (una bamboleggiante Eleonora Giorgia), la cui amica fotografa se la fa con l'aitante navigatore di Joe. Tutti spunti minimali, così come il persistente dolore al ginocchio che affligge Joe dal suo incidente a Montecarlo in poi. Ci si accontenti di seguire le corse nella savana keniota tra elefanti, giraffe, bufali, guadi improvvisi e le auto da corsa infangate che si tuffano in acqua, sbandano e si fermano ai check point. Testimonianze di un altro secolo i calcoli dei tempi riportati sulla grande lavagna al quartier generale, mentre la presenza fugace di Cesare Fiorio in una scena (all'epoca Direttore Sportivo della FIAT) fa capire quanto il materiale cui si fa ricorso sia in gran parte autentico. Dallesandro meno incisivo dello sperato, Bozzuffi chiaramente in un ruolo secondario: più di lui si vede la Bisera, mentre qualche spazio se lo ricava la Giorgi. Gli altri fanno da contorno, compreso l'ex pugile Enzo Fiermonti addetto alla riparazione delle auto. Vivace e luminosa la bella fotografia di Sandro Mancori, complice indispensabile per rendere al meglio lo splendore degli scenari africani.
Grazie all'ottimo cast anche chi non ama particolarmente i rally può gustarsi il film dall'inizio alla fine. Joe Dallesandro, leggermente meno duro del solito, tiene il gioco (e la pista) in questo rally/safari ambientato a Nairobi, in Kenya. Piccola parte per Eleonora Giorgi, forse un po' fuori luogo. Fondamentale e brava, invece, Olga Bisera. Bella la fotografia. La natura, gli animali e la gente del luogo sono protagonisti durante tutta la corsa, ma anche, ahimè, complici di un tragico finale.
Rozzo e semplicistico nella struttura (e pure appesantito da immagini di repertorio e vignette esotiche), il filmino si lascia guardare proprio in virtù di tale andamento facilone. Lo scontro tra il giovane apprendista e il vecchio leone funziona sempre mentre le sequenze della corsa, reiterate, alla fine riescono persino ad appassionare. Nulla di memorabile: un discreto film di ambizione e morte. La Giorgi fa una parte trascurabile, ma è proprio caruccia.
Di paura non c'è traccia, di noia sicuramente sì. Vicenda di rivalità nel mondo del rally, poco coinvolgente e dalla regia piatta, che si divide tra le corse (purtroppo in maggioranza, dallo stile documentaristico) e le tresche amorose, stucchevoli e forzate. Dallesandro e Bozzuffi recitano al minimo sindacale, più convinte la Giorgi e la Bisera. Affascinanti e selvagge le location keniote, musiche svogliate di Rustichelli.
Se non altro è bella la panoramica dell'Africa col Rally Safari. La trama invece è limitata al solito dualismo di piloti della stessa scuderia, in cui l'astro nascente scalpita per emergere mentre il più anziano usa i trucchi del mestiere, talvolta sporchi, pur di non farsi scalzare. Il clima del rally è entusiasmante, ma è una corsa molto meno protetta rispetto alle altre omologhe e se è la regola sbandare per via dei terreni scivolosi, è pure concreto il rischio di travolgere i temerari spettatori. Molto più simpatico lo staff che non i piloti...
MEMORABILE: "Attento, c'è un bambino"; L'ira di Bozzuffi e il suo abuso di alcool (che rattrista molto il film).
Insolito film drammatico ambientato durante un rally. Molto buona la prova del cast: Bozzuffi è in un ruolo particolare, cattivo ma non troppo, Dallesandro è il giovane antagonista. Molto belle le ambientazioni africane anni 70. In alcuni punti è un po' pesante ma alla fine ha un buon ritmo. Ottima la colonna sonora, originale e ben curato, andrebbe riscoperto.
Action ambientato nel mondo dei rally, molto in voga verso la fine degli anni 70. L'ambientazione africana rende la narrazione luminosa nonostante lo sviluppo narrativo sia alquanto banale con una edulcorata rivalità tra due piloti rivali anche in amore. Il taglio talvolta è documentaristico, con lunghe riprese delle vetture in gara tra strade fangose e animali allo stato brado. Cast non proprio eccellente con la Bisera che almeno mostra sensualità. Finale shock.
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Grazie Mark, per dirla con le parole del mio amico Schramm (che mi perdonerà se aggiungo anche qualche mia estensione) è come una macchina del tempo che consegna alla memoria frammenti di vita svanita...
Vedere la Bisera con il mitico Mantoni è davvero un momentum emozionante.
DiscussioneZender • 7/09/16 07:56 Capo scrivano - 48967 interventi
Non si sa la data della trasmissione, Markus? Almeno l'anno...
Mco ebbe a dire: Grazie Mark, per dirla con le parole del mio amico Schramm (che mi perdonerà se aggiungo anche qualche mia estensione) è come una macchina del tempo che consegna alla memoria frammenti di vita svanita...
Vedere la Bisera con il mitico Mantoni è davvero un momentum emozionante.