Tratta da una leggenda giapponese, una pellicola che cerca di mescolare i vecchi film di samurai con elementi fantastici e da fumetto. Tenta, ma non ci riesce purtroppo, visto che il protagonista, Keanu Reeves, pur essendo figlio di un'entità demoniaca, risulta non solo sottotono ma neanche così in primo piano. Gli hanno dato una nemica un po' mignotta e un po' strega e una principessa/geisha da amare, ma sono cose che emergono solo in parte, tanto che qui si rimpiange Tom Cruise ne L'ultimo samurai, dove l'attore era star a tutto tondo.
Nella smorfia napoletana il 47 è il morto che piange; e qui i 47 ronin non è che se la passano molto meglio... Ma chi sta ancora peggio è la pellicola, che dopo un avvio, se non altro aiutato da un discreto ritmo, passato l’attacco del bestione con sei occhi, scivola in un limbo di noia mista a superficialità, con spruzzate di nippotradizioni dell’epoca e costumi sempre piacevoli alla vista, ma non in grado di ravvivare un film che si dimentica con estrema rapidità e che non lascia il segno neanche durante gli scontri (con il forgiatore di spade). Reeves incide come una lama di pongo nel granito.
MEMORABILE: Il duello con la strega, che dovrebbe essere il clou della pellicola, si limita a qualche sinuoso svolazzamento...
Lo spirito di sacrificio e lealtà catturerà i giapponesi, la vendetta gli americani, ma a noi che ci resta? Qualche buona scena, qualche bell'effetto (ben riuscito lo svolazzamento della strega mutaforme) e un po' di morale. La storia di per sé non entusiasma e sfrutta poco o niente Kai, unico "super uomo" della combriccola. Dialoghi estremamente stereotipati, fotografia a tratti notevole e regia diligente. Lo shogun Shang Tsunghiano è oltremodo indisponenete, ci fosse stato Mitsukuni Mito saremmo a parlare di grazia.
Riproposizione di una leggenda giapponese con l'aggiunta di elementi fantastici e di un protagonista occidentale sulla falsariga de L'ultimo samurai. Troppi ingredienti rovinano il brodo e il film ondeggia senza energia tra una CGI deludente e una storia che fatica a coinvolgere. Reeves sembra aggiunto solo per promuovere il film, data la sua scarsa convinzione e un ruolo decisamente piatto. Da salvare la fotografia discreta che, tuttavia, non ha granché da esaltare.
Non mi ha convinto per niente. Vorrebbe ricreare l'atmosfera del vecchio Giappone feudale a suon di samurai, senso dell'onore estremo eccetera ma tutto suona estremamente falso e artificioso, anche per il pessimo uso di effetti speciali in CGI (per cui non si capisce bene se il film è realistico o un fantasy). Ridicoli certi superficiali richiami a capolavori come Ran. Accanto ad attori japan non molto convincenti si erge poi un bolsissimo Reeves che, per tutto il film, si aggira con una mono-espressione da cane bastonato che mette tristezza o peggio.
MEMORABILE: Lo scontro iniziale con una specie di drago (più cinese che altro, anche se siamo in Giappone).
Massacrato un po' da tutti al momento della sua uscita, questo 47 ronin non si rivela poi così terribile. Certo, non bisogna tentare nessun paragone con qualsivoglia epigono nipponico onde evitare figuracce, ma una visione disimpegnata la può anche valere. Keanu Reeves se la cava nel ruolo del reietto malinconico e la truppa di samurai senza più dimora è trattata senza troppa enfasi da videogame. Le parti fantasy con i Tengu e con il drago fanno tristezza anche per via della scarsa CGI, ma sicuramente in giro si è visto di peggio.
Mal riuscito incrocio tra cinema classico giapponese, film d'azione e fumetto fantasy che ha alla base l'idea di unire nella visione un pubblico occidentale con quello orientale. Costumi e scenografie convincono, ci riesce meno una sceneggiatura banale e una messa in scena modesta; In più il soggetto è una delle più celebri storie della cultura nipponica, già portata al cinema innumerevoli volte con ottimi o buoni risultati che ne esce quasi insultata da una trasposizione infantile che vorrebbe risultare epica e invece risulta quasi sempre ridicola. La fotografia però, è ben curata
Tratto da una leggenda giapponese sui Ronin. Per quanto la storia abbia una parvenza di interesse, il film purtroppo risulta soporifero. Le scene d'azione, seppur buone, sono poche, dando spazio al dramma e alla tragedia. Aleggia la pesantezza. Da apprezzare comunque lo stile registico di Carl Rinsch. Keanu Reeves non basta. Mediocre la colonna sonora: pomposa.
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