Raro caso di fantascienza totalmente disimpegnata e condita da trovate demenziali che ne esaltano il sapore. Preso sovente ad esempio come autentico reperto trash (cosa che è, intendiamoci), il film di Francisci è in realtà molto più godibile di tanti sforzi nel genere prodotti dal nostro pioniere Antonio Margheriti. Se non fosse per qualche dialogo di troppo, per un paio di zuffe gratuite e un avvio metacinematografico (si citano lo stesso Francisci, Leonora Ruffo…) di cui non si sentiva proprio la necessità, avremmo tra le mani un'opera graziosa, folle come alcune delle ingenuità che la puntellano. E chiariamo il perché del titolo bizzarro,...Leggi tutto intanto: i 2 + 5 sono le due donne e i cinque uomini che comporranno l'improvvisata spedizione spaziale a bordo di un'astronave aliena (pare una caffettiera alimentata dalle fiammelle di un accendino) che dalla Terra vuole ritornare all'originaria costellazione di Hydra. Insieme agli extraterrestri salperanno una scienziata, la sua figlia un po' “frivola” (alle tute spaziali sostituisce vestiti trasparenti con puff e paillettes), alcune spie cinesi incontrate poco prima e un gruppo di bellimbusti assistenti del professore. La trama è però del tutto secondaria rispetto ai terribili effetti speciali, ai colpi di scena assurdi, alle scenografie di cartapesta (c'è pure un finale che anticipa abbastanza clamorosamente IL PIANETA DELLE SCIMMIE!), all'allegro menefreghismo con cui si violano le regole della fantascienza classica del buon senso, ai costumi casual assolutamente fuori luogo, alle aliene col Rimmel. E la chiusura è in bellezza, con una scena che sembra uscita dalla reclame dei preservativi.
Valga una scena per tutte: Leontine May che nella navicella si fa un piatto di rigatoni. Francisci non rinuncia alla sua trombonaggine nemmeno quando dovrebbe accorgersi che è sprofondato nel ridicolo sfornando un film che è invecchiato dopo due giorni. E per questo è imperdibile; infatti non mancai di proiettarlo ad una rassegna! Leonora Ruffo, che conoscemmo nel Vedovo di Risi, è una gran patatona!
Fantascienza de noantri con dialoghi piacevolmente sciocchi, effetti assai poco speciali (l'astronave con quadrupla fiamma ossidrica come motore, il pianeta alieno con rametti e colori sparati, le sovrapposizioni d'immagini nel finale e gli alieni: essseri umani con tute scure, anche perché immagino il budget). Eppure, mi sono fatto quattro risate (pillole e rigatoni) e, approfittando del fatto che il regista ci butta dentro di tutto (cinesi vestiti da Blues Brothers, scimmioni alieni...) devo dire che alla fine sono stato contento d'aver visto 'sta pagliacciata. Non per tutti, ma per me sì.
MEMORABILE: Le scazzottate coi cinesi e con gli alieni (da piegarsi). Gli alieni che parlano come se noi lo facessimo al contrario. Il finale.
Tremendo, al di là dell'incredibile. Fa ridere, ma quasi sempre involontariamente. Abbiamo cinesi che parlano italiano col congiuntivo esortativo, scimmioni "marziani" razzisti (menano per primi i gialli), astronavi-caffettiere... Il vertice quando la Ruffo ordina al professore di riparare il guasto del motore spaziale "nei laboratori termonucleari di Latina" (sic!). Grande Nando Angelini che deve scegliere il cibo per Luisa (una che, se l'avesse vista, Damiano avrebbe preso al posto della Lovelace): senza neppure pensarci punta ai rigatoni.
MEMORABILE: Apparizione di Gordon Mitchell, doppiato da Cigoli.
Fantascienza da fumetto di ultimissima categoria, del tutto mancante di attrattiva sia per la povertà assoluta delle scenografie sia per la trama fiacca, ingenua e pesante, che si allontana subito dalle premesse autoironiche contenute nel metacinematografico incipit. Raro ruolo di primo piano per Mario Novelli, presto relegato a sgherro picchiatore in numerosi western e polizieschi di casa nostra; con lui esimie personalità del peplum come Caltabiano, Bellini e Mitchell.
Fantascienza che diverte e niente più. Scene al limite del demenziale che almeno hanno la virtù di far passare l'ora e venti con pochi sbadigli. Le musiche di Nico Fidenco c'entrano poco o niente. Regia non ai livelli di quella del bravo Margheriti.
Il titolo sembra da tipico 007 all'italiana, invece è un film di fantascienza a basso costo, ispirato alle pellicole americane del genere dell'epoca ma senza mostri, se non degli scimmioni che compaiono verso la fine. Nulla d'eccezionale; anche la marziana "cattiva" non è granché, a differenza dell'eroina terrestre - tanto bella quanto oca - che fa Caroselli e mangia rigatoni. Incredibile che la Gialappa's band abbia preso le scene con Gordon Mitchell che parla latino e la bellona terrestre per uno dei loro programmi tv. Scult totale.
Fantascienza di bassissimo livello e con soggetto e scenografie di una povertà imbarazzante. A tratti involontariamente comico e con similitudini - gli appassionati storceranno il naso - con i primi episodi di Star Trek in alcune sequenze come l'attacco degli scimmioni spaziali (da ridere i loro costumi) o le storie d'amore improbabili. Attori tutti insufficienti, dialoghi assurdi e moine insopportabili della seppur graziosa (e affamata) May.
Mix tutto da ridere di fantascienza e spy story con immancabile riferimento all'ecatombe atomica, la grande paura di quegli anni e moralina pacifista e consolatoria finale. Assodato che la trama non va presa sul serio neanche per un attimo e non lo pretende nemmeno, ci si può invece deliziare con le deliziose assurdità collezionate dalla sceneggiatura, i colori squillanti della fotografia, gli effetti speciali da festa dell'oratorio e le incantevoli mises, sia terrestri che spaziali, delle due bellone di turno Leonora Ruffo e Leontine May.
MEMORABILE: Lo spot pubblicitario iniziale con la May.
Gioiellino trash. Trama ridicola, recitazione ancora peggio, effetti speciali inesistentki; rimangono i colori vivi, i costumi retrofutiristici sexy e la spensieratezza degli anni ruggenti a rendere sopportabile l'altresì soporifera visione di quest'opera. "I ragazzi dello Shake" di Gianni Morandi pare una scelta azzeccata come motivo musicale in un film con gli alieni meno alieni che si ricordino.
Gruppo di speleologi trova un'astronave sottoterra che darà il via a una vicenda aerospaziale. Bizzarro tentativo di mischiare fantascienza (molto alla buona) e commedia vagamente sexy d'antan (il ruolo da svampita tutto-curve e calze di nylon dato a Leontine Snell, come pure a Leonora Ruffo) è quantomeno bizzarro. Sicuramente genera involontaria ilarità, al di là del fatto che resta una pellicola inchiodata al periodo di uscita, inseguendo quindi un filone allora di cassetta. Siamo ai limiti della farsa in maschera di carnevale.
Commistione casareccia tra fantascienza e spy story. Evoca più fantasia il titolo stesso che la visione del film, assai povero e risibile. Si salvano le due bellezze di turno e qualche battuta involontariamente comica. Siamo nel '66 ma la pellicola, a parte il colore (a volte pure piacevolmente sgargiante) sembra essere stata girata almeno dieci anni prima! Sono fuori luogo pure le musiche di Nico Fidenco. Se ci si anima di pazienza può valere una visione.
Fantascientifico di borgata realizzato con quattro soldi da Francisci che, per non sbagliare, ci mette dentro sottotrame geopolitiche e sentimentali. Siamo di fronte alla solita astronave aliena che naufraga sulla terra e gli sviluppi della storia non si spostano da luoghi comuni visti mille volte. Particolarmente povera la confezione, con evidenti modellini di plastica che non ingannano nessuno e dialoghi spesso e volentieri deliranti. Cast modesto, che però riesce ad essere credibile, ed è l'unica cosa che salva il film dal monopallino. Ha il fascino del fatto in casa, comunque...
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D'accordo qui per Missione Hydra, ma siamo sicuri che i ruoli di Leontine May in Imdb siano tutti attribuibili alla Snell? Controllando un paio di film dove è accreditata, pare altra attrice.
Leontine May in Il ranch degli spietati
e nel Trionfo dei dieci gladiatori
L'archivio anica dà Leontine May come pseudonimo di Leontina Mariotti, ma d'altra parte lista anche Missione Hydra, quindi non dirime la questione.
La Snell dovrebbe essere della metà degli anni '40, a leggere interviste e profili in rete, quindi aveva una ventina d'anni all'epoca delle pellicole elencate.
Quindi l'ipotesi, se ben capisco, sarebbe questa:
-Leontina Mariotti usa SEMPRE lo pseudonimo di Leontine May;
- Leontine Snell esordisce qui come Leontine (spesso ed erroneamente integrato come Leontine May) e poi lavora come Leontine Snell e Leontine Snel.
Ho capito bene?