[1.03] Poirot: A mezzogiorno in punto - Corto (1989)

Un bambino sta per essere rapito, ma la cosa strana è che i rapitori si premurano di avvisare la famiglia del fanciullo del crimine che sta per essere commesso comunicando anche l’ora. Riusciranno nel loro intento nonostante gli attenti occhi di Poirot? Insolito caso per l’investigatore belga che, pur essendo costruito abbastanza bene, sconta una prevedibilità eccessiva anche per gli spettatori più smaliziati, che capiranno il gioco dopo poche scene.

Una simpatica avventura di Poirot, per quanto dalla soluzione piuttosto prevedibile, girata bene e con alcuni tocchi ironici che non guastano affatto. La regia è buona e il caso arriva a conclusione senza pause e senza momenti di noia, anche e soprattutto per merito del solito cast valido.

Un episodio che ha pochissimo da dire sulla storia "gialla" che è mediocre e di facile soluzione, in quanto l'identità del colpevole appare evidente fin dall'inizio. Godibile come sempre la caratterizzazione dell'investigatore belga e la prova complessiva degli attori, nonché l'ambientazione nella campagna inglese.

Lettere anonime preannunciano il rapimento di un bambino se non verrà pagata una forte somma. La polizia non dà peso alla faccenda ed allora i genitori si rivolgono a Poirot... che questa volta non dovrà far lavorare troppo le sue cellule grigie, dato la prevedibilità del "colpevole", anche in questo episodio smascherato di fronte a pochi intimi. In questo episodio fiacco non c'è nulla da segnalare, a parte una simpatica disavventura automobilistica in cui Poirot incorre per colpa dell'amico Capitano Hastings.

Un episodio tutto sommato non male, anche se l'indagine è piuttosto semplice e non regala particolari sorprese. Poirot ed Hastings sono in trasferta in campagna e indagano sul rapimento del figlio di un signorotto locale. Nessun momento di alto livello, ma tutto sommato il film si lascia guardare grazie anche alla consueta classe di Suchet. Buona la prova di Hugh Fraser.

La tensione creata nell'inizio, tra lettere minatorie e il pericolo che incombe su un bambino (l'infanzia non è garanzia di salvezza in un giallo a firma Christie) è purtroppo destinata a dissiparsi rapidamente. Il colpevole si intuisce quasi subito e l'indagine prosegue senza particolari guizzi, nonostante la giusta atmosfera creata dalla musica e dalle ambientazioni della villa. L'unico elemento di interesse è la sottotrama comica affidata a Hastings, in una delle sue (dis)avventure automobilistiche.

Debole storiella che non lascia impresso alcunché di memorabile. L’assunto del rapimento pianificato appare poco credibile e inficia in maniera tangibile il valore complessivo della storia. Come se non bastasse, alla soluzione si giunge abbastanza facilmente e senza che arrivino vibrazioni positive. Il fascino del castello con le sue segrete viene dissipato maldestramente e poco può fare Suchet, al di là del compito prevedibile che gli spetta da copione. Un Hastings caratterizzato in questo modo non è altro che un mero riempitivo e fa scemare ulteriormente il livello qualitativo.