Tutti gli episodi di Derrick commentati! - Stagione 08

26 Ottobre 2009

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1981 (STAGIONE 8):


79. IL CANALE (Der Kanal)
*! Coppia di amanti (entrambi con coniuge cornuto e figli a carico) amoreggia abitualmente in un alberghetto lungo la via, ma lui fa troppo il furbo e una notte, tornando, ci lascia le penne in un un canale, dove lo ritrovano dopo che qualcuno deve avercelo spinto dentro. Derrick e Harry (inseparabili in questo episodio, addirittura Stephan invita il collega a casa per una spaghettata con pasta precotta) interrogano le famiglie dei due e si ritrovano davanti a una moglie e un marito entrambi in versione semivegetale (parlano a stento, perlopiù tacciono rassegnati e fissano il vuoto). Si può intuire perché i due piccioncini (molto più arzilli e svegli) tradissero i propri partner. Chi invece pare voler mettere il naso dappertutto sono i padri dei coniugi cornuti, che non possono sopportare l'idea di una famiglia non unita e cercano di tenere sotto controllo la difficile situazione. Soluzione come tante volte s'è visto in Derrick, lunghe pause, personaggi debolissimi. Non c'è proprio granché da ricordare, visto che pure la sceneggiatura è mediocrissima (con punte agghiaccianti nei mielosi dialoghi dei piccioncini). (Zender)


80. SULL'ABISSO (Am Abgrund)
** Un ubriacone è testimone in un retrobar dell'omicidio di una prostituta. Riesce a sfuggire agli assassini (che conosce) e Derrick se lo ritrova il giorno dopo come figura chiave nelle indagini sulla morte della ragazza. Naturalmente al beone non frega nulla di ricordare cos'ha visto il giorno prima. Vede Derrick (irremovibile nei suoi "no") unicamente come possibile fonte di drink da offrire. L'intero episodio è un lungo pressing sul poveruomo perché racconti cos'ha visto, ma lui sfugge, si lascia andare, barcolla, balbetta, s'interrompe mentre parla.... e alla fine anhe per lo spettatore diventa uno strazio aspettare le pause di quello che è il vero protagonista. Come figura è anche ben tratteggiata e realistica (e la puntata naturalmente si giova di questo), ma a lungo andare si comincia a sperare che quest'uomo sull'abisso, alcolizzato fino alla disperazione, si decida a dire cosa sa. Tanto sappiamo benissimo come andrà a finire. L'epilogo contiene comunque un tragico colpo di scena, spiazzante e in grado di togliere a Derrick le castagne dal fuoco (altrimenti hai voglia a chiudere l'indagine...). (Zender)


81. UN PADRE DI TROPPO (Kein Garten Eden)
** Un giovane va da Derrick: "Al mio patrigno scrivono lettere minatorie, ma lui non vuole dire nulla alla polizia. Vengo io a raccontarvelo perché altrimenti mi beccate subito come primo sospettato, se muore. Io lo odio mortalmente". Derrick chiama l'uomo a casa e quello non risponde. Perché? Perché l'han già fatto fuori. Ohibò! E adesso? Adesso si scopron gli altarini: il giovane lo odiava perché aveva portato la madre a divorziare dal suo vero padre (un trombettista sfigato) per sposare lui, ma nel contempo si faceva pure la vicina di casa che aveva sedotto mentre ascoltavano "Wish You Were Here" dei Pink Floyd (si sentono per un po' la title track e parti strumentali di "Shine On You Crazy Diamond", ma la copertina in mano all'uomo non è quella del disco, anche se ci somiglia). Il marito della vicina sapeva, la moglie sapeva... Come al solito in Derrick si tradisce alla luce del sole ma poi tutto finisce a schifìo, altro che libertà di vedute! Harry partecipa molto, Berger s'insedia a sorpresa nello studio di Derrick ma subito lo disturba mentre è al telefono, all'inizio ci viene finalmente mostrato il distretto di polizia anche in esterni! Molte novità, ma poi a ben vedere è sempre la solita minestra, con indizi zero e inevitabile confessione liberatutti. Se non altro il personaggio del figlio è ben delineato e la storia procede discretamente. Niente di memorabile comunque, se si esclude il povero trombettista a pezzi che stona in un bar e si dispera per non si sa ben cosa. (Zender)

** Il giovane Ingo, figlio di un jazzista fallito e abbandonato dalla moglie, va da Derrick profetizzando la morte del patrigno, che lui odia e che, effettivamente, pochi minuti dopo si scopre sia stato ucciso. La colonna sonora con brani jazz e un paio di capolavori dei Pink Floyd compensa un ritmo piuttosto blando, con l'azione che si svolge quasi interamente in una casa che il morto condivideva con la moglie, l'amante, il marito dell'amante e lo stesso Ingo. Famiglie tedesche come sempre presentate nel peggior modo possibile e confessione finale che, anche stavolta, permette a Derrick e Harry di risolvere il caso. Nota al merito per la recitazione degli attori che interpretano Ingo e il marito dell'amante del morto. (Eresiarca)

** Una puntatina scialba giusto per fare numero, senza particolari guizzi. Peccato perché l'inizio era anche piuttosto avvincente (lettere minatorie, orario del decesso...) e lasciava ben sperare. Poi però sceneggiatura e regia si abbandonano a lunghissimi primi piani e soliloqui del figliastro del morto, oltre che a pallosi flashback spesso mielosi. Si salva il finale a sorpresa, sia per l'autore delle missive sia soprattutto per l'omicida, pur ricorrendo alla solita confessione maieutica derrickiana. (Gordon)




82. UNA VECCHIA STORIA (Eine ganz alte Geschichte)
*** Vecchia è dir poco... Da Derrick si presenta un ragazzotto che pretende di riaprire un caso chiuso ancora nel 1946! Suo zio venne trovato morto in quello che si catalogò come tipico incidente di guerra, ma il nipote dice che a ucciderlo fu l'amico che con lui stava allora attraversando il confine. Lo fece per appropriarsi dei brillanti che lo zio si portava dietro. L'amico è ancora vivo, e come spesso capita in Derrick viene massacrato di telefonate da parte del nipote della vittima, che lo seppellisce di accuse e illazioni di ogni tipo. L'ispettore avverte il ragazzotto di smetterla, ma quello continua e il perseguitato comincia a dare di matto, come si capisce in famiglia (la moglie lo opprime chiedendogli insistentemente cosa c'è che non va). L'episodio è costruito così: il giovane che estrae sempre nuove supposte prove della colpevolezza dell'uomo, l'uomo che rintuzza con difficoltà gli attacchi, Derrick che non sa bene come comportarsi e chiede aiuto al procuratore, Harry che vegeta in ufficio. Per fortuna i protagonisti interpretano molto bene la parte, c'è un ottimo realismo che permette di vivere al meglio la situazione che si va via via più drammatica e, pur mancando i classici meccanismi da giallo, ci si lascia volentieri coinvolgere. Finale un po' scontato, ma che chiude comunque degnamente un episodio congegnato con inteligenza e gusto. (Zender)

***! Ricatti su vicende vecchie come il cucco fanno parte dei cliché del Giallo, ma in Derrick non sono poi così frequenti. Non è questo il motivo principale per cui l'episodio suscita un certo interesse, quanto piuttosto il ritmo incessante conferito dal netto dualismo accusato-accusatore, tra i quali l'ispettore si barcamena come può, mentre Harry fa da passacarte. Certo, la trama prettamente investigativa è un po' rachitica, ma era difficile aspettarsi di più. Il finale, non scontato come altre volte, invece convince. (Gordon)


83. LA SORELLA (Die Schwester)
***! Rapina negli uffici di una grossa ditta: fanno fuori un metronotte. Accorrono anche Harry e Derrick e finiscono in pieno (goffo) inseguimento con tanto di scontro a fuoco, nel quale Harry (udite udite) fa secco uno della banda. Si scopre che la vittima è un diciottenne, e nemmeno così violento. Harry va in crisi e si consola con una ragazza che abita in un appartamento della casa dove ha fatto perdere le tracce uno dei due superstiti della banda. Di male in peggio: la donna si scoprirà presto essere la sorella del morto! Harry, già preso a calci in faccia a fine inseguimento, è uno straccio: non dorme, continua a invitare Derrick a casa sua per farsi psicanalizzare dal collega, sta dietro alla ragazza perché se n'è innamorato (non sa chi lei è in realtà), non sa che pesci pigliare... Una puntata diversa dal solito, che porta Harry al centro della scena e gli dà la possibilità di dimostrare che è un buon attore (non come quando deve sostituire un Derrick assente), tormentato al punto giusto. Derrick invece in un paio di occasioni sballa completamente ipotesi e pare un po' spaesato. Gli dispiace per il collega ma gli ricorda che sì, ci sarà un'inchiesta per la pistolettata killer (ah, Kiler è pure il cognome della vittima, ironia della sorte). Uno svolgimento interessante e una puntata a suo modo memorabile, nonostante una prima parte un po' troppo lenta. (Zender)

**! Puntata incentrata e scritta in funzione del giovane Harry, che in questa occasione si macchia - suo malgrado - di un crimine durante un inseguimento. Ovviamente, essendo legittima difesa, non lo aspetta la giustizia, ma solo il terribile rimorso (la sceneggiatura gli darà la possibilità di uscire dal ruolo di silente comparsa). Senza entrare nello specifico, Harry s’innamora di una donna con bambina già grandicella, passa le serate con Derrick e cammina ciondolante... è davvero un uomo distrutto! Non male lo sviluppo narrativo, ma in taluni punti di dimena su se stesso ripetendo il medesimo concetto. Un finale per certi versi inaspettato darà vigore (si fa per dire). (Markus)




84. UN RAGAZZO DI NOME MICHAEL (Eine Rose im Müll)
**! Un giovinotto alla guida d'un camion dà un passaggio a una coetanea che fa l'autostop. I due si fermano per un breve stop in una locanda, ma il camion del ragazzo (il Michael del titolo) riparte lasciando lei a terra e senza il suo zaino. Di lui si perde ogni traccia. Chi era? Che fine ha fatto? La ragazza trova Derrick in un locale e gli chiede di far luce sulla cosa. L'ispettore accetta e si avviano le indagini, che conducono a una discarica e al "guardiano" della stessa, nonché a una ditta che si occupa di smaltimento di rifiuti. Una trama ben articolata, una sceneggiatura discreta e un Derrick piuttosto in forma. Al contrario è Harry decisamente giù di corda: il collega lo sveglia, lo costringe a saltare un concerto (ma riparerà regalandogli il disco corrispondente coi soldi dei contribuenti), gli suggerisce di farsi la barba perché impresentabile... Qualche punta d'ironia insomma in una puntata che invece per il resto è molto fredda e ricca del realismo tipico della serie, immersa in scenografie grigie e molti più esterni del solito. Finale fitto di flashback rivelatori. (Zender)

**! Episodio dall'aria particolare, un po' perché Derrick viene coinvolto nell'indagine quasi per caso, un po' perché ci vuole buona parte dell'intera puntata per essere sicuri che si è davanti a un assassinio e non a una più semplice sparizione di un individuo. Difatti, Harry è poco coinvolto e partecipa svogliatamente, mentre l'intera puntata ruota intorno al legame che si costruisce tra Stephan e la ragazza che lo ha pregato di aiutarla. Cielo perennemente grigio, case in decadenza e un paesaggio quasi lunare fatto di strade bianche e discariche fanno da cornice all'azione. Il finale, pur prevedibile, ha una sua poesia e valenza estetica. (Eresiarca)

**! Che peccato. L'idea di fondo dell'episodio avrebbe potuto portare a esiti ben più felici, essendo Derrick impegnato in un'indagine serrata e puntigliosa su misteriose sparizioni, smaltimenti illegali di rifiuti... Tuttavia le inquadrature spesso sbilenche, una sceneggiatura alquanto scadente (in particolare per via della snervante prova della ragazza che si francobolla al nostro ispettore) e una trama con alcune zone d'ombra, tra cui l'inspiegato incontro nel bar con Derrick, compromettono in parte il risultato. Da notare inoltre un Harry che scopriamo essere melomane, piuttosto svogliato e le atmosfere persino più plumbee del solito, specialmente quelle nella discarica su cui l'ispettore ha idee molto "pratiche". (Gordon) 

*** Una storia che inizia come una misteriosa scomparsa e che solo dopo la metà si prefigura come omicidio. Di questo episodio restano impresse nella mente, dopo una attenta visione, le atmosfere ancora più plumbee del solito, la ragazza a cui son bastati pochi minuti per affezionarsi al povero Michael e desiderare di conoscerne la storia e cosa gli sia accaduto, e la sgradevolezza degli altri protagonisti. Malinconico e memorabile il finale. (Robykeys82) 
 
 
85. IDENTIKIT DI UN ASSASSINO (Tod eines Italieners)
*! Soliti ristoratori italiani alle prese col pizzo richiesto loro dai mafiosi locali. Il padrone è sull'orlo del lastrico, non ha soldi per pagare e decide di andare all'appuntamento portando gli estratti conto della banca ("tutti dare e niente avere, se son ragionevoli capiranno"). Niente da fare: lo riempiono di botte finché crepa. Derrick e Harry son proprio al ristorante quando vengono a sapere della triste situazione e daranno una mano cercando di avviare una difficile indagine. La moglie però è terrorizzata, mentre dei due camerieri uno vuol aiutare la polizia e partirà per la centrale portando alla realizzazione di un perfetto identikit (il tedesco), uno finge di non saper nulla (l'italiano, calabro di Castrovillari). Come di consueto povera Italia, pizza spaghetti (o fritto misto, come da ordinazione di Derrick) e mafia. Gli episodi così si svolgono quasi tutti nel medesimo modo, alla ricerca di un colpevole che è pur sempre il pesce piccolo, perché colpire l'organizzazione al vertice pare impossibile. E allora sorbiamoci pure le recriminazioni da immigrato nostalgico, il carattere deciso del tedesco che non vuole piegarsi e le ansie della vedova madre di due figli per i quali teme più che per se stessa. A completare il quadro la sorella della donna, una bella ragazzotta che a inizio episodio Harry confessa al collega di trovare irresistibile. Finale risibile e drammaticamente inconcludente. (Zender)

 
 86. IL SESTO FIAMMIFERO 
(Das sechste Streichholz)
**! Il proprietario di una delle mille discoteche presenti nel telefilm viene ucciso. L'assassino è un biondino non del tutto stabile, psicologicamente, ma Derrick capisce già da subito che dovrà far luce tra i giovani studenti che frequentano il locale, i quali sembrano condividere un segreto che non ci è dato di conoscere. Spassosissimo Derrick quando entra entra in scena, pronto subito a rimproverare chi parla troppo (il fratello della vittima) e chi invece pare non dire tutto (il disc-jokey). Ben delineati i personaggi, molto ben giocato il rapporto tra i due ispettori e i giovani che interrogano. Purtroppo quella che sembrava un'ottima puntata si perde via via per lasciar spazio a flashback chiarificatori ad opera dell'immancabile reo confesso. Sostanzialmente inutile la figura del testimone oculare. Smascheramento troppo facile, ma evidentemente si voleva lasciare più spazio a veloci analisi sociologiche collegate ai giovani e la droga. (Zender)

** Un DJ, un delitto in un’orribile discoteca di periferia (gestita dal solito arrogante padrone: giacca gialla, capello lungo e unto; insomma, lo squallore fatto persona) e Pierre Franckh, (l'immancabile "caschetto biondo" della serie Derrick). Un episodio dall'inizio promettente che mischia le carte del "fenomeno droga" a quelle vagamente sociologiche-discotecare del fattore "giovine frustrato nella vita / rivalsa a ritmo di disco-dance" (sai che novità), ma poi l'episodio verte su tediose sequenze investigative poco incisive in cui si segnala la spocchiosità di Derrick che continua a far battute ciniche. Gustosa e involontariamente divertente la presenza di un anziano testimone oculare assolutamente inutile al racconto e alle indagini, che tuttavia, nel corso della puntata, la butta sulla solitudine della vecchiaia (un po' di moraletta ci voleva). (Markus)

***Senza dubbio una delle storie più iconiche della serie, non fosse altro per l'altissimo numero di attori (definirli comprimari è riduttivo) in scena, i quali sia per le loro capacità recitative che per il fatto di essere ospiti frequenti della serie, non possono lasciare indifferenti i fan dell'ispettore. Sissy Höfferer, Thomas Schücke e Pierre Franckh sono solo alcuni dei co-protagonisti di una trama che punta l'attenzione sul mondo dei giovani e delle discoteche (tema tutt'altro che nuovo, in Derrick), facendolo però attraverso un racconto ben articolato che si appoggia su di una credibile caratterizzazione dei personaggi. Molto bello il dialogo finale tra Stephan e Harry. (Eresiarca)




87. LA PERCENTUALE DI SCHLEDORN (Prozente)
**! Un uomo disperato, tale Schledorn, chiede un prestito a un finanziatore d'assalto (leggi "il solito strozzino"), che come interesse vuole il 27%. Per l'uomo è troppo, ma mentre i due discutono qualcuno entra nello studio, fa secco il contabile scambiandolo per il padrone e fugge per le scale. Il finanziatore, nonostante abbia un volto di pietra alla Charles Bronson, si spaventa: deve trovare il killer, e la moglie di Schledorn (che stava in strada ad aspettare il marito) forse l'ha visto uscire dal portone; la coppia alla polizia dà indicazioni vaghe così da poter ricattare il finanziatore, ma Derrick non lo capisce ed è tutto preso dalla sua ripugnanza per lo strozzino. Morirà anche qualcun altro. Il punto di forza dell'episodio sta nel rapporto tra il finanziatore e Schledorn, ben descritto, ed è un peccato che una volta di più si voglia strafare alla ricerca del poco interessante colpo di scena (si metterà di mezzo anche la figlia paralizzata dello strozzino). La prima parte è tesa, coinvolgente, ben recitata, la seconda perde in ritmo e sgonfia l'episodio. Bella la difesa del proprio mestiere da parte dello strozzino, anche se in Derrick, come personaggio, non è una novità. (Zender)

*** Delizioso episodio in cui un uomo dallo sguardo da topino indifeso e capello a mo' di cuffia di piscina, si affida a uno strozzino con "baffo da sparviero" dalla parlantina da politico che ha sempre ragione, ma un delitto sconvolgerà la solita giornata lavorativa. La prima parte è notevolmente ben costruita e il ritmo è incalzante; la seconda, invece, si orienta sul rapporto dello strozzino con la servitù di casa sua e la figlia in sedia a rotelle, provocando un brusco calo di tensione che tuttavia, complessivamente, non inficia particolarmente sul buon esito della puntata. (Markus)

**! Non è certo possibile provare compassione per uno strozzino, eppure quello che conosciamo in questo episodio riesce ad aprirci uno squarcio sulla sua storia di vita personale che ce lo rende, se non certamente simpatico, perlomeno umano. Un intreccio intrigante che parte da un omicidio sbagliato, assieme a validi comprimari - tranne, forse, l'attrice che recita la figlia paraplegica dello strozzino - costruiscono una trama gradevole, pur se il finale è un po' tirato via. (Eresiarca)

*** Chi troppo vuole nulla stringe, si potrebbe dire a Reinecker e soci. Ed è un vero peccato poiché l'episodio partiva da uno spunto più che convincente e per una buona mezz'ora, condotta tra l'altro a un ritmo serrato, gli equlibri dei ruoli parevano solidi. L'entrata in scena della famiglia dello strozzino, che si lancia in appassionate apologie del suo mestiere, aggiunge però solo fumo, oltre a far scomparire il fin lì centralissimo ricattatore. Derrick e Harry, per quanto vispi, usufruiranno della solita confessione, cui si aggiunge il demenziale omicidio finale, trattato in fretta e furia. (Gordon) 


88. L'INTRUSO (Der Untermieter)
*** L'unica paura dei due coniugi è che l'ex galeotto possa svelare al piccolo Martin di essere il suo vero padre. Basta questo per cacciare la famiglia in una situazione da suicidio: l'uomo s'installa in casa e passa il tempo davanti alla tv colla birra in mano, trattando tutti (Derrick compreso: "era ispettore capo... dopo dieci anni non sarà mica ancora lì?". "Invece sì") come mezzi scemi al suo servizio. Puntata anomala, senza omicidi iniziali, costruita con un ottimo crescendo di tensione. Harry sta ad ammuffire in ufficio, Derrick dimostra saldezza e convinzione: bravo! Fondamentale l'apporto di colui che interpreta il perfido Bushmann: è perfetto, nella sua sottile perfidia! Certo che si è ritrovato in una famiglia di autentici mollaccioni... (Zender)
 
*** Un uomo dall’aspetto minaccioso, dopo dieci anni di prigione torna a casa dalla ex moglie che ora convive con un altro uomo. L’ex carcerato, forte del fatto che sulla carta è ancora suo marito, si trasferisce in casa con loro dettando legge e sconvolgendo i pacati ritmi della coppia. La sua crudezza farà sì che si crei ben presto un clima dittatoriale, tanto che la coppia, intimorita, avviserà la polizia. Una volta arrivato Derrick, riconoscerà l’ex criminale che lui stesso arrestò dieci anni prima e, percependo sin da subito che in quella condizione quell’uomo potrebbe commettere un omicidio, si impiegherà per farlo andar via. Bell’episodio che si avvale della presenza di un magnifico Peter Kuiper (presente anche in altri episodi della saga) che, con il suo viso e la sua corpulenta fisicità, riesce a rendere credibilissimo il suo ruolo. Un buon ritmo, ma soprattutto grande tensione che permane per tutta la durata. (Markus)

***! Dal titolo si comprende subito che l'episodio ha un unico protagonista, il grande Peter Kuiper, mattatore dall'inizio alla fine. Se è innegabile un'impostazione un po' manichea (la perfidia contro la bontà, la sicurezza più sfrontata contro l'esitazione assoluta) l'episodio è comunque godibilissimo per lo spessore del protagonista (magnificamente doppiato da Kalamera, storica voce di Clint Eastwood) e i suoi scontri con l'ispettore. Non mancano alcune chicche: una misteriosa ragazza che accompagna in macchina Derrick alla centrale e una bistecca al sangue che Harry prepara per consolare l'inquieto capo. Gustosissimo. (Kozincev)

***! Nessun omicidio in questa puntata particolare ma non per questo meno interessante, anzi. Lo spunto di partenza è invero piuttosto banale nel contesto della serie: il galeotto rancoroso, manco a farlo apposta incriminato proprio dall'ispettore, che tiranneggia la vecchia famiglia. Lo svolgimento è però notevole e ricco di tensione, anche grazie alle ottime prove dell'antagonista, dei servili e spaventatissimi coniugi e di Derrick. Convincente anche le sceneggiatura, mentre risulta un po' debole il finale. (Gordon)


89. POMERIGGIO SUL LAGO (Tod im See)
*** Potrebbe quasi considerarsi il prequel di “Prova a prendermi” della serie di Colombo, in cui si raccontava che all'origine dell'odio dell'assassina vi fosse lo stesso tipo di incidente che vediamo verificarsi qui. Al centro della storia troviamo infatti un giovane marito che uccide la moglie fingendo un naufragio dal quale solo lui esce vivo. Se immaginassimo la perfida vecchina Abigail Mitchell al posto dell'anziano padre inviperito che accusa dichiaratamente il genero ci saremmo quasi. Solo che qui il caso non si chiuderà con l’assoluzione dell’assassino... Il colpevole è comunque bello incazzoso e pare non perdersi d’animo, anche se Derrick gli tiene testa molto bene senza scomporsi. Anche tutta la parte finale è tipicamente colombica. Musiche incalzanti, una certa tensione: la puntata (per quanto non riservi troppe sorprese a dispetto di un flashback rivelatore nell'epilogo) è buona e ben condotta. Niente di eccezionale, ma mantiene alto lo standard. Più psicologicamente curati della media i dialoghi, con Derrick che pontifica sulle "visioni che materializzano la realtà". (Zender)

*** Un uomo, per liberarsi della moglie che non sopporta più e perché vorrebbe dunque spassarsela con l’amante, inscena una finta disgrazia uccidendola a casa sua e facendosi trovare su una barca, operando in modo da far credere che essa sia stata inghiottita nelle acque tempestose e lui invece si sia "miracolosamente" salvato. Si farà trovare fradicio ed in finto stato di agitazione da dei naviganti. Quando l’uomo avvertirà il suocero del fattaccio, questi non gli crederà e lo accuserà di omicidio. Derrick indagherà in questo senso e per lui saranno progressivamente guai… Episodio concettualmente simile al precedente “Johanna” e definibile come una delle puntate “colombiane” della serie, poiché a mio avviso ricorda gli alibi presentati in tanti episodi di “Colombo”. La differenza è che Derrick non ha la simpatia di Peter Falk (ma d’altronde il viso di Horst Tappert si staglia sul cielo grigio teutonico, mentre quello di Falk su quello perennemente azzurro della California… è un fatto anche climatico)! (Markus)

**** Derrick qui gioca al gatto col topo, in stile Colombo, ben supportato da Harry che è il primo a spingere verso la colpevolezza del marito, fin troppo esplicitata dal rimuovere istantaneamente tutto ciò che apparteneva alla moglie dalla villa. Personaggi ben delineati (il suocero che capisce subito che la figlia è stata fatta fuori, la bella amante che per quanto innamorata, capisce ben presto con chi ha a che fare) e, a mio parere, quasi commovente il flashback, nel momento in cui la moglie capisce di essere perduta. Moglie che, di fatto, con una sua "omissione" manderà all'aria tutta la macchinazione del marito per farla franca. Tra le altre cose che apprezzo di questo episodio: il tema musicale di Frank Duval e l'atmosfera grigia, cupa, che si respira in ogni location, dal lago alla villa. (Robykeys82)
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commenti (2)

RISULTATI: DI 2
    Tarabas

    16 Luglio 2009 09:47

    Quindi Francesco Salvi non inventava quando, nella sua imitazione, faceva dire al suo Vanzina "nei miei film c'è sempre un personaggio che si chiama Felice. Così almeno c'è uno che è felice, tutti gli altri si lamentano".
    Fabiorossi

    2 Gennaio 2013 18:02

    Devo apporre una piccola errata corrige. Probabilmente è un refuso quello di Enrico Vanzina che attribuisce il nome di Pinardi al personaggio che Carlo Buccirosso interpreta nel film Febbre da cavallo La Mandrakata. Il nome in questione non è Pinardi bensì Antonio Faiella, nome forse più pertinente vista l'etnia dell'attore.