Lo chiamavano Maccio Capatonda
11 Febbraio 2010

Marcello Macchia (Vasto, 2 agosto 1978) è un autore televisivo/cinematografico italiano. Noto ai più come Maccio Capatonda (il suo personaggio più celebre), è conosciuto perlopiù per la partecipazione ai programmi televisivi della Gialappa’s Band, dopo aver fondato a Milano la Shortcut Productions insieme a Enrico Venti (noto come Ivo Avido).

Macchia può esser considerato un vero e proprio autore, dato che non si è mai limitato alla sola recitazione ma ha da sempre curato la realizzazione dei suoi lavori a partire dalla scrittura e dal casting, passando per la regia e per la voce prestata alla narrazione, concludendo con il montaggio e la post-produzione. Il suo stile (sin dagli esordi) è spassionatamente votato alla parodia e alla satira. Estremamente sagace nell’osservare i fenomeni mass-mediatici furoreggianti, il buon Macchia non ha mai perso tempo nel farsene beffe, usufruendo di una sequela di personaggi ben al di sotto della comune concezione di “normalità”. Bersaglio preferito, senza ombra di dubbio, il mondo della televisione e l’incredibile fauna che lo popola. Il successo delle sue produzioni è stato quasi immediato e il suo stile è divenuto oramai (a sei anni dall’esordio Mediaset) inconfondibile: un marchio di fabbrica, tanto da poter vantare la fama di cult (grazie all’insperato passaparola sul web) poiché soddisfa i palati dei più appassionati cinefili e dei più sprovveduti tele-dipendenti.


Come dichiarato dallo stesso Macchia (ilsussidiario.net e juicemagazine.eu), cominciò ad appassionarsi al cinema all’età di 4-5 anni dopo aver visionato al cinema Ritorno al Futuro di Robert Zemeckis (1985). Da allora si adoperò per realizzare i primi video con gli amici, maturando nel tempo una voglia sempre più pressante di cimentarsi col mondo del cinema e dello spettacolo. Il punto di non ritorno, in tal senso, fu rappresentato da una telecamera regalatagli da uno zio il giorno della sua comunione. Dopo aver accantonato l’idea di girare cortometraggi impegnati, iniziò a realizzare scenette più leggere che, a suo dire, “gli venivano molto meglio”. All'università di Perugia studiò tecnica pubblicitaria insieme all'attuale compare Enrico Venti. Alla fine dell'ultimo anno partì per un Erasmus in Inghilterra, dove andò a frequentare un corso di video-produzione apprendendo la basi per la realizzazione di video.


E fu così che Marcello Macchia, forte dell'affiatata Shortcut Productions, durante il non lontanissimo 2004, fece capolino nel programma Mediaset Mai Dire Grande Fratello Show con una serie di parodie a tema, quelle riguardanti proprio i reality show. Tre fake-reality (tre puntate ognuno, con tanto di finto televoto): Il Divano Scomodo, Il Gabinetto e Il Grand’angolo, in cui Macchia ha riposto quelle che saranno le solide basi delle successive produzioni. Concorrenti con evidenti ritardi mentali, dal nome buffissimo, dal carattere e dalle tendenze alquanto discutibili.



I fake-trailer costituirono un vero e proprio salto di qualità: notevoli per struttura delle gag e per capacità di burlarsi dei topoi riguardanti i meccanismi hollywoodiani (dalla costruzione dei trailer al “confezionamento” dei blockbuster). Correva l’anno 2005 quando, a Mai Dire Lunedì, “esordirono” questi piccoli grandi gioielli, diretti, ça va sans dire, sempre da Macchia e presentati nella rubrica Speciale Cinema, resi ancor più esilaranti dal commento e dalle risa, studiate ad hoc, della Gialappa’s Band.

- Alejandro Ramirez Inariditu: Ahia ma sei scemo;
- Ando Vais: Pazienza;
- Bruno Liegibastonliegi (a.c. Bruno Liegi Bastonliegi): Anche no, Ho sbagliato io, Meglio abbondare, Mobbasta, Mobbasta veramente però, Momenevado e Sviste;
- Ennio Annio (a.c. Enzo Annio): La Febbra, La Febbra 2 e Un attimo al bagno;
- Evìto Di Dirlo: Burle;
- Michele Muro: Fernet 9°/11°;
- Mino Male: Salute!;
- Pelo Ponneso: Esse come Savona;
- Pina Sinalefe: Che cazzo dico;

- Rupert Sciamenna: Il vecchio conio;
- Ugo Tiralatro: Mah.
Questo l’elenco completo dei personaggi presentateci nelle vesti di attori,
con relativo numero di apparizioni (in ordine di apparizione):
- Maccio Capatonda (a.c. Marcio Capatonda a.c. Aldo): 24 (di cui 17 n.a.)
- Nick Malanno (a.c. Geeno): 8 (di cui 7 n.a.)
- Rupert Sciamenna: 8 (di cui 6 n.a.)
- Ivo Avido: 7 (di cui 6 n.a.)
- Fabbio Di Ninno: 5 (di cui 1 n.a.)
- Fruf (aka Tenero Gigione a.c. Michele Muro): 5 (di cui 4 n.a)
- Offa Ioladinos: 5 (n.a.)
- Agata Monterosa: 4 (n.a.)
- Riccardino Fuffolo: 4 (di cui 1 n.a.)
- Amalia Frellioje: 3 (di cui 1 n.a.)
- Benjamin Cordialez: 3 (n.a.)
- Ektor Baboden: 3
- Simona Lisco (n.r.): 2 (n.a.)
- Katherine J. Junior: 1
- Mara Bozzasbadiglio: 1 (n.a.)
- Pina Sinalefe: 1

CON RELATIVO PALLINAGGIO E COMMENTO:
• ACQUA CORRENTE (***): “Da una storia di vita vissuta per finta” viene tratta questo pellicola estremamente… “elettrizzante”. Come suo solito, Maccio si burla delle “ambiguità” della lingua italiana piegandole alla propria verve creativa. Il corto è impostato come un “mistery movie”, grazie all’ausilio di una voce narrante incalzante e all’elemento chiave della vicenda: un misterioso oggetto dalla poco chiara provenienza. Maccio Capatonda è l’unico e solo protagonista (n.a.). Divertente, peccato che dopo aver scoperto la “magagna” perda inevitabilmente di freschezza.
• AHIA (**!): “Una toccante introspezione sul dolore”. E’ proprio il caso di dirlo… Quando un narratore non vede l’ora di portare a termine il suo lavoro può incorrere in gravi problemi, soprattutto se il protagonista del film in questione (Maccio Capatonda, n.a.) può udire la sua invadente voce… Macchia si prende gioco, qui più palesemente che mai, dell’eccessiva enfasi che gli speaker dei trailer pongono sulle vicissitudini cui assistiamo. Un po’ forzato, rimane comunque spassoso.
• AHIA MA SEI SCEMO (***!): “Dall’omonimo romanzo di Omar Giugiangigia”, per la regia di Alejandro Ramirez Inariditu (chiara storpiatura del ben più celebre Inarritu), una drammatica vicenda… Quella di un talent-scout (?) del pugilato (Maccio Capatonda), chiamato dagli esperti del settore il “prepara-tori”, che sembra aver scovato dal nulla un nuovo fenomeno, tale Bappo (Nick Malanno, a.c. Geeno). Chiara parodia del classico film sulla boxe: tutti i luoghi comuni del genere vengono messi alla berlina col solito, strepitoso, piglio “demenzial-scorretto”. Nel cast anche Rupert Sciamenna, Katherine J. Junior e Ivo Avido (n.a.).

• BABBI L'ORSETTO (***): “Dai produttori di Terror.org”… “Dal regista de L’Ammazzatore”… “Dall’aiuto regista de L’Ammazzatore”… “Dal capo elettricista di Tension”… il ritorno di Babbi l’Orsetto! Prima ed ultima incursione nell’animazione per Maccio e compagnia. Questo trailer si prefigge l’obbiettivo di sfatare il sillogismo “film d’animazione: film per bambini”. E vi riesce egregiamente, con tanto di finale scurrile.
• BURLE (***!): “L’incredibile vicenda di un uomo venuto dal nulla”, per la (prima ed ultima) prova da regista di Evìto Di Dirlo. Il tentativo di risalire alle motivazioni di un misterioso e longevo rapimento porterà a verità… scomode. Ennesima satira sul serrato incedere delle indagini poliziesche, spesso ai danni della logica più lampante. Priceless il nome del fantomatico rapitore: Zaccanasta. Nel cast Maccio Capatonda (n.a.), Nick Malanno (n.a.) e Rupert Sciamenna (n.a.).
• CHE CAZZO DICO (***!): “Dai procreatori di Seppie da Marciapiede”, la storia di un amore nato sul web; un web che nasconde mille insidie… non sapremo mai con chi abbiamo realmente a che fare. E Maccio ci gioca su. Una relazione che va “a quasi gonfie vele”, un amore “al 40%”... Presto sorgerà più di qualche dubbio nella mente del protagonista (sempre Capatonda)… Pina Sinalefe (anche “regista”) cela (non troppo bene, in realtà) una personalità deviata, palesata attraverso uno strano modo di intendere la relazione amorosa. Riuscito sberleffo ai danni del ruolo delle chat oggigiorno.

• FERNET 9°/11° (****): “Dal vincitore della Parma d’Argento al festival di San Daniele” Michele Muro (il Michael Moore de noantri), regista ed interprete (il “faccia di gomma” Fruf). Uno dei trailer più riusciti in assoluto della serie. Una sequela ineguagliabile di trovate, con lo scopo di irridere gli stereotipi del documentario di denuncia americano. Comprimari (presunti esperti del settore) leggendari, per come ci vengono presentati. Da citare l’illustre intervento di riviste specializzate quali “Caccia e Pesca”, “Salute e Benessere”, “Taglia e Cuci” e “La Gazzetta dello Sport”. Nel cast: Benjamin Cordialez (n.a), Rupert Sciamenna (n.a) e Maccio Capatonda (n.a). Per un attimo appare pure Quentin Tarantino.
• HO SBAGLIATO IO (***): “Dall’autore di Buon Natale Zio Papà e Mi Hai Rotto le Acque” Bruno Liegibastonliegi, un film… sbagliato, sin dal principio. Un Fruf (nel ruolo del Tenero Gigione), sempre più bamboccione; viene erroneamente scambiato per un uomo circondato dal pericolo, da denaro sporco, da gente di malaffare e da donne disinibite… Semplicemente: “Il primo errore del maestro”. Anche qui l’hype si perde in un nugolo di nefandezze: l’illusione che si tramuta in realtà.

• IL CONTO (***): Sovvertita l’immarcescibile regola non scritta dello spottone cinematografico: “spingere” un film rimarcando, nella parte iniziale e/o finale, i nomi dei divi protagonisti (e non…), donando particolare enfasi sugli eventuali Oscar (o qualunque altro premio) vinti. Una serie interminabile delle suddette pillole (che formano una farmacia) messe al servizio di un finale inaspettato, come tradizione capatondiana vuole. Qui si esagera… in senso positivo naturalmente. Nel cast dei vari film nel film: Offa Ioladinos (n.a.), Maccio Capatonda (n.a.), Fruf (n.a.), Ivo Avido (n.a.) e Nick Malanno (n.a.).
• IL VECCHIO CONIO (****): “Ma lo sai che il due di picche non significa solo delusioni?”, l’atteso esordio alla regia di Rupert Sciamenna, per uno dei corti più riusciti della stagione. Apprezzabile la coralità; coralità che ha determinato lo status di cult del trailer tra i fan. Assoluto protagonista un Rupert Sciamenna mai così in parte. Un “Briatore dei poveri” col vizietto del gioco, che va “spizzando” carte per la strada (!). Il nutrito cast di questa parodia del “casinò-movie” vede protagonisti Fabbio Di Ninno, Maccio Capatonda (a.c. Marcio Capatonda), Ivo Avido e Ektor Baboden, comparsate per Benjamin Cordialez (n.a) e Agata Monterosa (n.a.).

• LA FEBBRA 2 (****): “Dal premio Oscar Luigi Scalfaro Phil Norimberga”, “Unreal Pictures e Ennio Annio” presentano il primo ed ultimo sequel (ad eccezione di “Mobbasta Veramente Però”) della serie. “Quando tutto sembrava tornato alla normalità”, ecco che i fantasmi del passato riaffiorano. Come in ogni secondo episodio che si rispetti: torna il famoso virus… con una portata di devastazione elevata alla seconda. Un trailer impeccabile nel ricalcare i topoi del sequel del film di successo. Nel cast gli stessi attori del primo: Maccio Capatonda, Amalia Frellioje, Fabbio Di Ninno, Ektor Baboden (in un duplice ruolo) e Riccardino Fuffolo.
• MAH (**!): Prima ed ultima apparizione in cabina di regia per Ugo Tiralatro. Tentativo di ironizzare sulla, a volte becera, ostentata “poliedricità” dei trailer, che puntano sull’attirare il maggior numero di persone, bambini, anziani, teenager, casalinghe e impiegati. Un po’ debole come tentativo, poteva essere costruito meglio. Nel cast Mara Bozzasbadiglio (n.a.) e Maccio Capatonda (a.c. Aldo).
• MANI IN ALTO (***!): “Il piccolo è tornato… e non lascia scampo”, il primo film diretto ed interpretato da Riccardino Fuffolo, nel ruolo di “un essere impertrovabile”, che diffonde il panico in città. Maccio interpreta l’agente che tenta ossessivamente di catturarlo: vi riuscirà, commettendo però un errore fatale. Di raro spirito trash la t-shirt bianca (al posto del più banale asciugamano) che copre la testa del protagonista (ancor’oggi ignoto l’attore che veste i suoi panni). Nel cast, oltre ai già citati Fuffolo e Capatonda: Benjamin Cordialez (n.a.), Nick Malanno (n.a.), Agata Monterosa (n.a.) e Ivo Avido (n.a.).
• MEGLIO ABBONDARE (***): “Dai produttori di Sandro”, “il quinto film del maestro Bruno Liegibastonliegi”. Maccio (n.a.) veste nuovamente i panni dell’agente coinvolto in surreali investigazioni. Ricalcando Seven e i suoi svariati emuli, questo trailer demolisce gli a volte assurdi ed incredibilmente arzigogolati intrecci delle sceneggiature thriller. Uno dei corti più “secchi” e “diretti” della serie.
• MOBBASTA (***): L’atteso ritorno di Bruno Liegibastonliegi alla regia. Un regista che non delude mai le aspettative. Il risultato squisitamente demenziale è sempre garantito. Maccio (n.a.) stavolta interpreta un personaggio stranamente ordinario; sarà la voce narrante a tentare in tutti i modi di renderlo “straordinario”, appioppandogli sventure e travisando completamente le sue gesta. Questa volta però non vi riuscirà (come fu per Anche No). Per un attimo sembra apparire Nick Malanno (n.a.).
• MOBBASTA VERAMENTE PERO' (***!): “Il nuovo capolavoro di Bruno Liegi Bastonliegi” (al secolo Bruno Liegibastonliegi). Raro caso di sequel che supera il capostipite in quanto a riuscita. La lampante routine delle azioni compiute dal protagonista viene posta in un nettissimo contrasto con la sfavillante voice-off (cavallo di battaglia di Macchia, qui al suo apice), dando adito a dei paradossi a dir poco esilaranti (si pensi al Bancomat o alle arance). Di ineguagliabile irriverenza la freddura finale. Nel cast i soliti Maccio Capatonda (n.a.), Ivo Avido (n.a.) e Simona Lisco (n.a.).

• PAZIENZA (***!): “Più terrificante di Setten”, “Più raccapricciante de Il Trinciamosche”, prima e, grazie al cielo, ultima prova registica per Ando Vais. “Una serie di omicidi irrefrenabili” sconvolge la tranquillità di una ridente cittadina. Look alla Samara di The Ring, l’assassino non si pone scrupoli. Miete vittime a destra e a manca. Malauguratamente, l’unico uomo in grado di sconfiggerlo è lontano mille miglia… Ennesima, riuscitissima, satira sullo “one man show” all’americana, in cui “giunge”, per l’appunto, un eletto, un predestinato, a risolvere la situazione. Nutrito il cast: Ivo Avido (n.a.), Maccio Capatonda (n.a.), Offa Ioladinos (n.a.), Fabbio Di Ninno (n.a.), Agata Monterosa (n.a.), Nick Malanno (n.a.), Rupert Sciamenna (n.a.) e Simona Lisco, nel ruolo di Alfonzina Sprepieze (n.a.).
• SALUTE! (***): “Più spaventoso di Terroren”, “Paragonabile solo a L’Ucciditore”, un film di Mino Male (e, giustamente, come commenta un componente della Gialappa’s: “ma Mino Male che non so chi sia!”). “Certe cose arrivano dal profondo”… lo speaker è vittima (o carnefice?) della consueta ambiguità di gender. Quando si presagisce il peggio, oramai, sappiamo tutti come andrà a finire… il divertimento sta proprio qui però: scoprire dove si andrà a parare. Incredibile come Maccio riesca sempre a sorprendere, nonostante ciò. Nel cast: Rupert Sciamenna (n.a.), Offa Ioladinos (n.a.), Fruf (n.a.) e Maccio Capatonda (n.a.).
• SVISTE (***): “Il secondo errore di Bruno Liegibastonliegi”. “L’irrefrenabile corsa di un amante verso l’amata” non si dimostra poi così tanto irrefrenabile… E’ il titolo a preannunciare quel che avverrà: un grave errore. E non di natura sessuale, o qualunque altra cosa salti in mente di primo acchito. Grazie alla sapiente accondiscendenza della voce narrante, infatti, il “segreto” del trailer rimane al sicuro sino all’ultimo fotogramma… Nel cast Maccio Capatonda (n.a.) e Offa Ioladinos (n.a.).
• UN ATTIMO AL BAGNO (***!): Per la regia di Enzo Annio (al secolo Ennio Annio). “La misteriosa scomparsa di una genitrice” porterà il nostro protagonista nel baratro della follia. “La forsennata ricerca” non porterà a nulla di buono, se non ad una sconvolgente scoperta… Di nuovo alla prese con i misteri del paradosso (cinematografico). Un corto puramente al servizio della beffa finale, che non disdegna notevoli gag nella parte centrale (“ma sei ancora tu!?!”). Nel cast: Maccio Capatonda (n.a.), Amalia Frellioje (n.a.), Rupert Sciamenna (n.a.), Fabbio di Ninno (n.a.) e Riccardino Fuffolo (n.a.).

• URLA A CASO (**!): “Dal romanzo di uno che aveva poca voglia di scriverlo”, “un film di Pelo Ponneso”. Come non mai azzeccato l’intro dello speaker. Semplice quanto funzionale sberleffo ai danni dell’elemento che rende “universale” il concetto di film dell’orrore: le urla nel buio. Fa il suo sporco lavoro, anche se Maccio ci ha regalato perle di ben altra levatura.
La storia di Maccio prosegue in ...CONTINUAVANO A CHIAMARLO MACCIO CAPATONDA!
APPROFONDIMENTO INSERITO DAL BENEMERITO HARRYS
11 Febbraio 2010 19:01
14 Febbraio 2010 20:13
15 Febbraio 2010 13:27
22 Febbraio 2010 19:31
PS un ringraziamento a Zender per l'impeccabile confenzione.
22 Febbraio 2010 19:54
23 Febbraio 2010 10:53
24 Febbraio 2010 15:41
5 Marzo 2010 20:05
11 Marzo 2010 14:33
Alla fine ho preferito cimentarmi come prepara-tori, comunque.
27 Agosto 2010 15:44