Il senso di Band per i giocattoli
16 Ottobre 2017

La Empire International Pictures (fondata quattro anni prima da Charles Band) produce infatti un piccolo film che riesce sin dalla sua uscita a ritagliarsi un posto di riguardo nella memoria dei cinefili. Parliamo di Dolls (Dolls, 1987), diretto da Stuart Gordon, nel quale alcuni terribili bambolotti fanno strage degli ospiti (rectius, di quasi tutti) dell’abitazione di un artigiano e di sua moglie, diventata rifugio in una notte di tregenda.
Ma è il 1989 l’anno in cui i pupazzi prendono la ribalta definitivamente, con quella che diventerà – anno dopo anno – una delle saghe più prolifiche del genere horror.

Puppet Master, che avrebbe dovuto uscire nelle sale americane nell'estate del 1989, esce poco dopo ma destinato al solo circuito home video (una precisa scelta di Band stesso, convinto in questo modo d'incassare di più). Il film introduce il personaggio di André Toulon, uomo in grado di donar la vita alle sue marionette, e ci presenta le prime di quelle che diventeranno col tempo le autentiche icone della serie.

• BLADE: Un uomo in nero con la maschera bianca che ricorda un teschio; calza un cappello e utilizza un grosso coltellaccio. E’ il leader riconosciuto dei pupazzi terribili e in lui vive l’anima di uno scienziato tedesco, il dottor Hess.
• JESTER: Assieme a Blade e Pinhead è l'unico ad apparire in tutti i film della saga e condivide con il primo il ruolo di leader. Un simpatico menestrello dal ghigno satanico, che nasconde una terribile arma segreta: la tossina detta “clown toxin”.
• PINHEAD (anche detto “testa di spillo”): Il terzo del malefico trio e altamente caratteristico: un corpo gigantesco, la minuscola testa a spillo e un inconfondibile maglione di lana. Prima di essere ridotto a marionetta, in vita fu un corpulento camionista di nome Strauss.
• TUNNELER: Lui manca solo nel crossover con Demonic Toys, forse proprio a dimostrare che quello non va considerato come un sequel “ufficiale”. Ha una trivella conica in testa e occhi affusolati, in vita fu un soldato obbligato dai nazisti ai lavori forzati in miniera.

• SIX SHOOTER: Appare solo dal terzo capitolo in poi, ma il cowboy dalle sei braccia entra di diritto tra i giocattoli assassini più noti. Mistero intorno all’anima che possa abitarlo: potrebbe essere quella di Afzel, colui che confidò il segreto della vita a Toulon, ovvero quella di un semplice soldato.
• TORCH: Inconfondibile anche lui. Ancora un teschio, ma questa volta nero, con l'elmetto e una trafila di denti bene in vista. Indossa l'uniforme. Lo troviamo dal numero 2 in poi, con qualche assenza ingiustificata qua e là. Si caratterizza per la spietatezza con cui fa fuori, carbonizzandoli, i nemici.
L’innata simpatia derivata dall'idea induce la Full Moon a mettere subito in cantiere un seguito, diretto l'anno successivo da colui che aveva realizzato gli effetti in stop - motion del film originale, Dave Allen.
Puppet Master II (1990) si ambienta in un clima di terrore mescolato sapientemente con ampie dosi di ironia, ideale per far rivivere il Maestro Toulon e le sue cattivelle creaturine. Tra di esse è interessante notare come la Paramount pretenda di far eliminare Leech woman perché non si ripresentasse nei sequel: allo studio il personaggio non piace proprio...

Dopo un anno passato a incrociare giocattoli e altri personaggi (Dollman, Giocattoli infernali, Radio Alien, di cui si parlerà più avanti), la saga torna finalmente con un nuovo sequel ufficiale.
Il ritorno dei giocattoli assassini (Puppet Master 4, 1993), di Jeff Burr, accentua ancor più l’elemento “difensivo” che anima i vari Pinhead, Blade, Six-shooter e compagnia bella, sempre impegnati ad evitare che orribili avversari inviati dall’inferno possano ostacolare il disegno originario di Toulon. La pellicola è girata da Burr contemporaneamente al suo sequel; nelle intenzioni di Band avrebbe dovuto infatti essere un unico film, pensato per la sala cinematografica e da Band stesso diretto con il titolo di “Puppet master: the movie”. Inoltre, prima che arrivasse come un fulmine a ciel sereno l'idea di Decapitron, centrale nella storia, il film era nato come crossover tra le due saghe della Full Moon dedicate ai giocattoli assassini. Il titolo pensato era “Puppet Master vs. Demonic Toys” e verrà recuperato, assieme all'idea, solo undici anni più tardi.

Dopo questo quinto capitolo la serie prosegue con un nugolo di film che rimane (ad oggi) inedito nel Belpaese.
Si parte con Curse of the puppet master (1998), diretto da DeCoteau sotto nom de plume (Victoria Sloane), nel quale viene in risalto l’attaccamento al proprio padrone dei giocattoli, tra lampi splatter e qualche risata. Le scene coi giocattoli sono tuttavia in gran parte riciclate dai precedenti episodi; nulla di strano, se consideriamo che il film viene girato in soli 8 giorni! In origine doveva essere ambientato in Egitto facendo incontrare i giocattoli con una mummia, ma non se ne fa niente e alla fine si ripiega su un quasi remake del film Kobra (Sssssssss, 1973) di Bernard L. Kowalsky, citato apertamente in una scena in cui un serpente fa la sua comparsa.

Puppet Master: the legacy (2003) si ricollega direttamente al numero cinque riproponendo, non senza qualche guizzo, l’eterna lotta tra forze contrapposte per la conquista del segreto di André Toulon. Nel film, per la prima volta diretto dal creatore della serie Charles Band, solo 30 minuti sono di nuovo girato, il resto è un recupero di vecchio materiale della serie che comprende l'ultima apparizione dei primi giocattoli originali, quelli creati da David Allen e Dennis Gordon. Messi in vendita alla fine del film, infatti, verranno sostituiti da copie nei successivi sequel.

Puppet Master: Axis rising (2012), di Charles Band, si riallaccia al capitolo precedente (vengono anche richiamati gli stessi attori che avevano lì interpretato Danny e Beth) e vede Danny alla ricerca di uno dei suoi pupazzi, oggetto di studio dei nazisti intenzionati a perfezionare una nuova arma letale. Viene considerato il numero dieci della saga dal momento che ad essa non si fa appartenere il Puppet master vs Demonic Toys del 2004. Non ci si fermerà comunque di certo qui e altri capitoli sono in preparazione...
L'ALTRA SAGA: DEMONIC TOYS
L’allegra banda Band, non paga di questo profluvio filmico, ha messo in scena anche un’altra saga (dai numeri molto più contenuti) di carattere splatter-ludico, con protagonisti ancora giocattolini tremebondi. Il primo è stato Demonic toys – Giocattoli infernali, noto da noi anche come Giocattoli demoniaci o Giochi infernali (Demonic toys, 1992), diretto da Peter Manoogian con un fluido vitale differente alla base del progetto di “dazione di vita”: il sangue sgorgato durante uno scontro violento tra poliziotti e malviventi in un magazzino (se vi ricorda La bambola assassina non sentitevi in colpa). Sta di fatto che sangue e azione non mancano di certo anche in questa sede. Il titolo originale in verità avrebbe dovuto essere Dangerous Toys, ma venne abbandonato perché esisteva già una band con lo stesso nome.

Il “vero” seguito di Demonic toys è diretto da William Butler e si intitola Demonic toys: Personal demon (o più semplicemente Demonic Toys 2, 2010). Qui i giocattoli sono in origine disegnati dal quotato John Buechler, il quale però ne nega la paternità a causa della - a suo dire - scarsa realizzazione finale. In un vecchio e spettrale castello si dipana un plot imperniato su giocattoli da collezione e umani senza scrupoli. Gustoso e morbosetto. Naturalmente anche questa seconda saga ha i suoi eroi, che mostriamo:

• JACK ATTACK: Un clown dalla risata facile e con il corpo da serpente.
• GRIZZLY TEDDY: Un orsetto dall'animo demoniaco, capace anche di trasformarsi fino ad assumere dimensioni importanti.
• MR. STATIC: L'elemento robotico dei pupazzetti de quo, si serve di raggi laser per far fuori chi gli sta sulle... latte.
• ZOMBIETOID: Il G.I. Joe del gruppo, dall'urlo tonitruante e con un inseparabile amico: un machete.
• DIVOLETTO: Un antico e ben nascosto demone dal sorriso stampato; emette un rumore molto particolare ogniqualvolta si muove.
Quanto scritto non esaurisce la cinematografia di Band sul tema del balocco assassino, essendo detto universo in continua espansione, ma ne fissa se non altro la genesi e gli sviluppi. Tra gli altri titoli del sottogenere meritano di essere perlomeno citati Ragdoll – La bambola di pezza (Ragdoll, 1999) di Ted Nicolaou, che vede un bambolotto voodoo al centro di un’organizzata vendetta, Doll graveyard (2005) diretto e prodotto da Charles Band (dove compaiono addirittura bambole samurai!!!) e Dangerous worry dolls (2007), ancora di Charles Band, con contaminazione tra prison movie e revenge by objects.
I FILM DELLA SAGA DI PUPPET MASTER:
• 1989: Puppet Master – Il burattinaio (Puppet Master)
• 1990: Puppet Master II (Puppet master II)
• 1991: Giochi infernali – Toulon’s revenge (Puppet Master III: Toulon's Revenge)
• 1993: Il ritorno dei giocattoli assassini (Puppet Master 4)
• 1994: Giocattoli assassini – Scontro finale (Puppet Master 5)
• 1998: Curse of the puppet master
• 1999: Retro puppet master
• 2003: Puppet Master: the legacy
• 2004: Puppet Master vs Demonic toys
• 2010: Puppet Master: Axis of evil
• 2012: Puppet Master: Axis rising
I FILM DELLA SAGA DI DEMONIC TOYS:
• 1992: Giochi infernali (Demonic toys)
• 1993: Giocattoli assassini (Dollman vs Demonic toys)
• 2004: Puppet Master vs Demonic toys
• 2010: Demonic toys 2 (Demonic Toys: Personal demon)
Si ringrazia ZENDER per le ricerche su Imdb e il conseguente inserimento delle curiosità con le quali lo speciale è stato integrato.
APPROFONDIMENTO INSERITO DAL BENEMERITO MCO
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