Tutta la città ne parla - Film (1935)

Tutta la città ne parla
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: The Whole Town's Talking
Anno: 1935
Genere: commedia (bianco e nero)
Regia: John Ford

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Uno dei più divertenti scambi di persona della Hollywood d'un tempo. Con un Edward G. Robinson assolutamente straordinario nella doppia parte del gangster Mannion e dell'impiegato fantozziano Arthur Ferguson Jones (non a caso è noto che da qui viene il soggetto di FRACCHIA LA BELVA UMANA). Straordinario perché il ruolo in cui l'attore dà il meglio è proprio quello del mite Jones, così diverso dai personaggi da lui interpretati, sempre sicuri di sé e sicuramente più vicini al killer Mannion... Vedere il povero travet totalmente succube del gangster che gli si installa in casa e gli ruba il lasciapassare (eh sì, gli spunti ripresi...Leggi tutto dal film di Parenti son veramente tanti) è davvero uno spasso, per quanto non si insista dichiaratamente sul versante comico. Portato subito in centrale non appena la foto di Mannion (assolutamente identico a lui) viene pubblicata in prima pagina dai giornali, Jones si ritrova a dover subire una sorta di terzo grado assieme alla ragazza che era con lui al momento dell'arresto (Jean Arthur), molto più disinvolta e divertita dalla cosa. La storia poi procederà con ripetuti faccia a faccia tra i due “gemelli” e diverse soluzioni escogitate dal gangster per evitare la cattura. Una sceneggiatura indubbiamente di qualità, un regista come John Ford a garantire il massimo della professionalità per un film che giustamente si è ritagliato un suo spazio tra i classici, capace di alternare intelligentemente i due registri (c'è pur sempre un impianto noir, alla base) stando ben attento a lasciare tutta la scena al suo impeccabile protagonista (e non c'è traccia dei trucchi utilizzati per “raddoppiarlo” all'interno della stessa inquadratura). Meno vario e più ingessato di quello che sarà il suo “remake” italiano, sa giocare però discretamente anche con la suspence (esemplare il momento della “quasi entrata” all'interno della banca nel finale, con la polizia appostata per uccidere la persona sbagliata). Qualche divagazione di troppo nelle scene al commissariato, un finale forse un po' debole e deludente, ma sono peccati veniali per una pellicola costruita bene e dalle basi solide, per l'epoca diversa dal solito e destinata a fare scuola.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 2/01/12 DAL BENEMERITO GIùAN POI DAVINOTTATO IL GIORNO 13/12/15
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Giùan 2/01/12 11:05 - 4539 commenti

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L'idea centrale (ripresa tra gli altri dal nostrano cult Fracchia, la belva umana) è quella dei sosia "alternativi": il timido impiegato e lo spietato fuorilegge. Ovvero come un regista fuori dal comune sia in grado di parodizzare "seriamente" due generi ai quali non si è certo soliti accostarlo (gangster movie e commedia frenetica) riuscendo a costruire un Classico. Ritmo godibile, script semplice ed ingegnoso (Riskin fu autore di alcuni capolavori di Capra), maiuscola prova camaleontica di Edward G. Robinson e Jean Arthur alla sua "prima" da blonde.

Daniela 12/02/18 23:41 - 12623 commenti

I gusti di Daniela

Il trema è quello classico dello scambio di persona legato alla forte somiglianza fisica: in questo caso quella di un impiegato modello e di un criminale pluri-ricercato. Ford dirige con mano sicura un film che pur si pone a mezza strada fra generi per lui abituali, ossia il gangsteristico e la commedia, ma il merito della riuscita va anche alla sceneggiatura di Robert Riskin e Jo Swerling, che adatta brillantemente un romanzo di W. R. BUrnett, oltre che naturalmente al grande Robinson, eccellente nei due ruoli ma forse più convincente in versione "nera" grazie al passato come Piccolo Cesare.

Pigro 7/04/20 10:00 - 9635 commenti

I gusti di Pigro

Molto azzeccata la variante dell’antica commedia degli equivoci sui sosia con la versione gangsteristica. Ma la cosa decisamente più eclatante è l’autoironia di Robinson che gioca con la sua più celebre maschera da delinquente rispecchiandosi con il suo esatto opposto e riuscendo ad avvincere e a divertire in entrambi i personaggi. Commedia spiritosa, fresca, con grande ritmo e situazioni e dialoghi perfetti, direi un film esemplare (con cotanto Maestro alla regia in un felicissimo e ben congegnato mix di generi). Da vedere e godere.

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  • Curiosità Daniela • 13/02/18 00:11
    Gran Burattinaio - 5930 interventi
    Il soggetto del film di Ford à tratto da un racconto di W.R. Burnett pubblicato nel 1932.

    Allo stesso autore si deve anche il soggetto del film con cui Robinson era diventato uno stella di prima piano pochi anni prima: Piccolo Cesare, diretto da Mervyn LeRoy.