Storia di un conduttore dei vagoni letto tratta Parigi-Roma. Doppia vita per un Aldo Fabrizi non credibile e per questo più efficace fedifrago, con due vite parallele perfette, fino a quando una promozione e soprattutto un cognato, ladro matricolato, lestofante e perfido (Peppino De Filippo) non lo scopre e comincia a ricattarlo. Bugie con le gambe corte e finale assurdo per un film che, a parte qualche spunto, è una palla. Ci sono parti del film completamente decontestualizzate.
MEMORABILE: Notte brava per i locali più caratteristici di Parigi (solo "ad usum" cast?), un quadretto che andava approfondito.
Doppia vita per un capotreno (Aldo Fabrizi) sulla Roma-Parigi: da una parte, nella Città Eterna, moglie sciatta e suo fratello parassita (Peppino De Filippo) in casa; dall'altra, deliziosa parigina con casetta pulita. Una tresca sentimentale consentita dalla sua professione, ma un bel giorno... Commedia che mette in campo molti momenti spassosi e trovate ben congegnate, rese efficaci soprattutto dall'innata bravura dei protagonisti. Il film si presterebbe molto (e chissà che non l'abbiano fatto) a una pochade per il teatro.
Controllore sul treno della tratta Roma-Parigi approfitta dell'occasione per farsi due famiglie: quella ufficiale romana con una moglie sciatta ed un cognato scroccione, quella parigina con una bella vedova che lo vizia d'attenzioni... Commedia fiacca, nonostante i grossi nomi coinvolti nella sceneggiatura e la buona interazione comica fra Fabrizi e Peppino De Filippo. Le potenzialità di critica satirica all'istituzione matrimoniale si spengono infatti in un gioco degli equivoci piuttosto scontato e soprattutto in un finale stucchevole perché eccessivamente conciliante e assolutorio.
Lo spunto prometteva bene; poi purtroppo, dopo una prima mezz'ora scoppiettante, il film si fa ripetitivo e piuttosto statico nel ritmo. La coppia Fabrizi-De Filippo se la cava col mestiere ma in altre occasioni ha fatto ridere molto di più, qui invece soprattutto il secondo sembra non avere un vero copione e ripete all'infinito gli stessi atteggiamenti. Il finale poi sa di frettoloso, fin troppo semplice nel modo in cui risolve la situazione. Fiacco.
La presenza di Aldo Fabrizi e Peppino De Filippo farebbe sperare in una pellicola di sicuro appiglio, ma in realtà assistiamo a un film piuttosto fiacco dove i momenti godibili si contano sulla punta delle dita. Qualche sorriso grazie a Fabrizi, mentre De Filippo appare ripetitivo. La storia non offre grandi spunti e si spegne quasi subito. Un'occasione sprecata.
Vincenzo è un abile e scrupoloso controllore, che ama il proprio lavoro. Il problema è che ha due donne: una a Roma e una a Parigi, con annessa figlia che ha una grande ammirazione per lui. In casa di Vincenzo c'è Gennaro, suo cognato, che vive in sostanza a sbafo: sarà un ostacolo non da poco. Commediola di Luigi Zampa che si regge sul grande professionismo di Fabrizi e Peppino De Filippo, che strappano più di una risata. Un prodotto veramente gradevole, con una serie di equivoci esilaranti. Una coppia poco sfruttata dal cinema italiano. Valido.
MEMORABILE: I duetti tra Fabrizi e De Filippo, le corse tra un locale e l'altro, le valige in testa, De Filippo che litiga con un signore in cuccetta.
Luigi Zampa HA DIRETTO ANCHE...
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Zender ebbe a dire: https://www.youtube.com/watch?v=YEvJt54lIYc&t=863s
Preciso che delle location se ne sta occupando Ellerre, per la cronaca.
Infatti non si tratta di location ma semplicemente di aggiungere una curiosità sportiva (magari da aggiungere alla location).
Conoscendo entrambi posso dire che il più esperto di ciclismo è Mauro.
DiscussioneDaniela • 19/11/19 22:18 Gran Burattinaio - 5941 interventi
In una sequenza si vede Luigi Almirante nel ruolo del pomposo Professor Busi Migliavacca che viene importunato dal mariuolo Gennaio, ovvero da Peppino De Filippo.
La scena si svolge all'interno di un vagone-letto ed anticipa, sia pure con durata minore e minor numero di trovate, quella celebre contenuta in Totò a colori uscito l'anno successivo, in cui il ruolo della "vittima", ossia l'altrettanto pomposo On. Trombetta, è ricoperto da Mario Castellani, storica spalla di Totò.
DiscussioneZender • 20/11/19 07:24 Capo scrivano - 49160 interventi
Sì, in realtà la scena del vagone letto era un classicissimo da anni di Totò a teatro, molto più tardi ripreso in Totò a colori che era una sorta di "best of" del Totò da avanspettacolo (ripreso di nuovo anni dopo in Totò a Parigi e ancora in Il grande Maestro, che come gli altri della serie Tuttototò era una sorta di raccolta dei più noti sketch teatrali di Totò). Quindi è certamente vero che anticipa quella di Totò a colori, però lo sketch era già molto utilizzato, al tempo.
DiscussioneDaniela • 22/11/19 02:45 Gran Burattinaio - 5941 interventi
Zender ebbe a dire: Sì, in realtà la scena del vagone letto era un classicissimo da anni di Totò a teatro, molto più tardi ripreso in Totò a colori che era una sorta di "best of" del Totò da avanspettacolo (ripreso di nuovo anni dopo in Totò a Parigi e ancora in Il grande Maestro, che come gli altri della serie Tuttototò era una sorta di raccolta dei più noti sketch teatrali di Totò). Quindi è certamente vero che anticipa quella di Totò a colori, però lo sketch era già molto utilizzato, al tempo.
Certo, era una scenetta già rodata in teatro, ma qui credo sia la prima volta che viene proposta al cinema, sia pure in maniera ridotta e da un altro comico.
DiscussioneZender • 22/11/19 07:51 Capo scrivano - 49160 interventi
Sì sì, è probabile. Lo specificavo solo perché da com'era scritto poteva sembrare che Totò a colori avesse copiato da qui. E siccome ho incontrato molte persone che credevano che quello sketch fosse nato in Totò a colori...
DiscussioneDaniela • 22/11/19 11:25 Gran Burattinaio - 5941 interventi
x Zender
Hai ragione, mi ero espressa male nel primo post e poteva nascere un equivoco, per cui hai fatto bene a precisare.
Ovviamente Totò non ha copiato ma è più che probabile che sia stato invece fonte di ispirazione per gli sceneggiatori del film diretto da Zampa che erano una squadra numerosa: Age & Scarpelli, Ruggero Maccari, Aldo Fabrizi ed infine lo stesso regista.