Ricomincio da taaac - Film (2024)

Ricomincio da taaac
Locandina Ricomincio da taaac - Film (2024)
Media utenti
MMJ Davinotti jr
Anno: 2024
Genere: commedia (colore)

Cast completo di Ricomincio da taaac

Note: E non "Ricomincio da taac" o "Ricomincio da tac". Sequel di "Mollo tutto e apro un chiringuito" (2021, chiringuito citato di passaggio nel film). I cinque registi fanno parte del gruppo comico "Il terzo segreto di Satira".

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La nostra recensione di Ricomincio da taaac

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Germano Lanzoni, che al cinema non aveva ancora messo bene a fuoco il personaggio dell'Imbruttito incappando in un film zoppicante con troppi difetti per essere considerato riuscito, ritorna con molta carica in più e al servizio di un lavoro decisamente superiore, privo di qualsiasi ambizione che non sia quella di far sorridere ma diretto (e scritto) con grande brio dal gruppo del Terzo Segreto di Satira.

Milanese fino al midollo, il nostro si ritrova in un amen licenziato da quella società da cui pensava di essere promosso CEO. Complice il solito passaggio di proprietà, che mette la Blacksun...Leggi tutto nelle mani di un boss godereccio (Mandelli) e di un milionario politicamente ultracorretto (Calabresi) quanto fuori dal mondo, il nostro scopre che come nuovo vice è stato assunto nientemeno che… suo figlio (Uslengo), un quindicenne molto al passo coi tempi chiamato da tutti "Il nano" in onore a un uso surreale dei soprannomi che coinvolge pure la collega chiave del protagonista (l’Imbruttita).

Dopo un rabbrividente incontro d’addio del boss precedente (Bisio in un cameo di sprezzante cinismo condotto col sorriso) e l’insediamento di chi propugna inclusione e smart working, l’Imbruttito viene estromesso a causa di comportamenti razzisti e sconvenienti ripresi dalle telecamere. Costretto a cercarsi un alloggio dopo esser stato sbattuto fuori casa pure dalla moglie, per un po' si stabilisce dal Giargiana, il collega tonto storico da sempre vittima dei suoi scherzi. Cacciato pure da lì, si rifugerà nel casolare in periferia dove lo accoglierà il rider di colore che lui aveva chiamato imprudentemente "Calimero".

Una situazione vista e stravista naturalmente, quella dell'ex benestante che cambia vita imparando a conoscere i problemi dei più poveri. Ci era passato anche Renato Pozzetto, al cui tipo di cinema il film si rifà senza nasconderlo (c'è la riproposizione del monolocale multiuso del RAGAZZO DI CAMPAGNA, proprio quello del "taaac", insieme a molte altre) in un felice ricongiungimento a una sorta di commedia “milanese” aggiornata ai tempi.

Colpisce la regia spigliata, con un montaggio eccellente per consapevolezza dei tempi comici. Per quanto ancora imperfetto, con qualche passaggio a vuoto o non sempre azzeccato (Mandelli, pur bravo nel ruolo di mister Black, parla solo in uno sguaiatissimo americano ma spesso strafà), il film ci consegna un Lanzoni che centra il suo personaggio meglio di sempre, forte di una sceneggiatura che - senza dover cercare per forza la battuta memorabile - gli regala quasi in ogni scena frasi azzeccate, ricche di neologismi, di inglesismi esasperati ("Mi ghosto" per dire scompaio subito) nelle quali Lanzoni sguazza senza sbagliare quasi mai l'inserimento, l'espressione giusta.

Non piacerà a tutti, come sempre capita nei casi in cui l'utilizzo di un certo tipo di linguaggio può apparire volgare, dozzinale, figlio di un umorismo elementare... ma alle spalle si scorge una bella ricerca, anche all'interno di uno schema già noto, la capacità di sfruttare bene le potenzialità comiche del personaggio e del mondo milanese delle aziende verificandone i limiti. Anche perché si scorge una sorprendente e inattesa umanità, nella figura comunque caricaturale di questa variante dell'Imbruttito: pur non rinunciando alle caratteristiche punte demenziali, stabilisce con i personaggi meno inclini alla macchietta (ovvero il gruppo di poveri che lo ospita) un rapporto quasi credibile. Senza rinunciare al suo accento colorito, senza uscire da un impatto tipico da film comico popolare moderno che flirta sovente con l'improbabile e il paradossale; senza insomma tradire la propria natura di clown milanese che non tenta di proporre una commedia tradizionalmente intesa sfiorandone solo gli stilemi ma mostrandosi fedele a una struttura un po' da sketch, fitta di schegge impazzite rappresentate da momenti e incontri che lui stesso definirebbe "cringe".

La seconda parte si fa più caotica, meno rigorosa nel racconto e qualcosa si perde, compresa più di una risata, ma ancora c'è tempo per tirare dentro il commentatore "divisivo" Lele Adani (disturbato a casa mentre sta seguendo in tv una partita di serie C uruguayana!) e il padel, Licia Colò per una lezione sulle ostriche e altre stramberie che danno colore a un film bizzarro, incostante, ingenuo ma sorprendentemente veloce e molto più ricco di scambi spassosi rispetto alla media a cui siamo abituati. Con un'inattesa scena a Santa Margherita Ligure in chiusura che si "allunga" divertente sui titoli di coda.

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Tutti i commenti e le recensioni di Ricomincio da taaac

TITOLO INSERITO IL GIORNO 28/09/24 DAL DAVINOTTI
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Markus 28/09/24 17:21 - 3746 commenti

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Dopo un film malriuscito ritorna il milanese imbruttito, quel fenomeno che scaldò gli animi del primo Facebook, quando era seguito da grandi e piccini e non solo dai boomer. Stavolta si raddrizza il tiro con un comico puro, senza troppo fronzoli, con la voglia di tenere vivo l'interesse ridanciano del pubblico e da questo punto di vista, al netto di una scrittura altalenante, la pellicola scorre veloce come il vento. Lanzoni è meno attore di altri - scompare ad esempio di fronte a Calabresi - ma resta l'ultima maschera milanese d'antan che abbiamo e ce la teniamo stretta.

Gordon 29/09/24 13:43 - 271 commenti

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L'Imbruttito torna più carico che mai ma, parafrasando Ligabue, "è sempre lui". Quello che infatti impedisce al film un vero salto di qualità è che si replica: tracollo, esperienza rigenerante nel mondo degli umili e poi ritorno in grande stile. Ovviamente le risate ci sono e abbastanza copiose, ma quasi sempre affidate alla verve di Lanzoni. Bene anche qualche spalla, tra cui l'irriverente Raul Cremona, tra le note più positive.

Puppigallo 2/12/24 20:04 - 5424 commenti

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I primi trenta minuti sono al limite della sopportazione. Poi, se non altro, quando iniziano i problemi per il protagonista, il tutto si vivacizza un po', con qua e là qualche simpatico momento, grazie soprattutto a Lanzoni (e non certo alle macchiette dei volti piu noti), al quale comunque va riconosciuto d'aver creato il personaggio. Purtroppo, nell'ultima parte torna a essere una pellicola perdibile, non consentendole di andare al di là della mediocrità.
MEMORABILE: La ricerca dell'appartamento "Mille euro per una cantina!? Ma cosa sono, un salame?"; Il mezzo panino; Il guado del Naviglio.

Gabrius79 4/12/24 23:38 - 1478 commenti

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Dopo un primo capitolo così così, ritroviamo “l’imbruttito” Lanzoni alle prese col suo licenziamento e con un inizio niente male grazie anche alla verve di Calabresi (che forse andava utilizzato di più). Poi il film tende a ingolfarsi per poi riprendere il volo nell’ultima parte. Va detto che c’è una certa cura nella sceneggiatura e non è poco. Lanzoni, se usato bene, sa graffiare. Ruoli minori e incolori per Bisio e Mandelli. Azzeccati invece i camei della Colò, di Adani e dello chef Ruben.

Galbo 5/12/24 14:29 - 12587 commenti

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Torna il milanese imbruttito, dopo un primo capitolo non proprio esaltante. Questo secondo film appare fin da subito un po’ più curato nella sceneggiatura e più godibile grazie anche all’apporto di nomi come Claudio Bisio e Paolo Calabresi. Qualche gag va a segno, anche se va rimarcato che il vero limite di film come questi è quello di non reggere sulla durata che è sempre eccessiva. Il protagonista si impegna quanto basta.

Pinhead80 6/12/24 10:28 - 5258 commenti

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Germano Lanzoni torna al cinema con il secondo film dedicato al suo personaggio storico, ovvero l'Imbruttito. Il risultato è più che soddisfacente grazie a una sceneggiatura interessante che fila via liscia fino all'inaspettato finale a Santa Margherita Ligure. Nel mezzo c'è spazio sia per l'intrattenimento leggero che per la riflessione sulla crudeltà dell'attuale mondo del lavoro che rigurgita gli esseri umani a proprio piacimento. Vengono chiamati in causa nel cast non solo attori famosi ma anche altri personaggi della tv come Lele Adani. Simpatico e divertente.
MEMORABILE: Lele Adani che viene "disturbato" mentre sta guardando una partita della serie C uruguaiana; I titoli di coda.

Didda23 10/12/24 09:02 - 2458 commenti

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Un film certamente simpatico e sostanzialmente riuscito, soprattutto per l'abile regia che confeziona un prodotto omogeneo e non un mero collage di sketch scollegati fra di loro (complice un perfetto montaggio). La sceneggiatura gioca con tematiche del presente (la difficoltò degli affitti, citando Pozzetto), riuscendo qua e là a strappare qualche sorriso, ma la vera forza è nella caratterizzazione di piccoli personaggi: da uno straordinario Raul Cremona a un Adani di indubbia autoironia. Scorre con verve fino a un finale altamente prevedibile e non riuscitissimo. Guardabilissimo.
MEMORABILE: Raul Cremona e la sua idea di spot pubblicitario; La mancia della vecchietta; Il notaio di Jake la Furia.

Paulaster 11/12/24 18:01 - 4732 commenti

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Il personaggio dell’Imbruttito ritorna e si ritrova senza lavoro. Esaurite le questioni legate al fatturato e affini si cerca di dare spessore (partendo da un insulto razzista…) ripiegandolo come rider. Qualche battuta isolata funziona, ma resta una comicità in cui la parolaccia sembra l’unico modo per far sorridere. Anche i camei dei personaggi dello spettacolo danno solo una piccola variazione legata al mondo televisivo. La satira sul mondo del lavoro ammicca a Zalone.
MEMORABILE: Le case in affitto; Lo studio del notaio.

Erfonsing. 15/12/24 09:59 - 90 commenti

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Il primo film era una dichiarazione d'intenti: un film sui luoghi comuni (aprire un chiosco in riva al mare). Con questo seguito gli intenti si materializzano: tutto è banale, ovvio, scontato. Il capo pazzo, i colleghi che ti vogliono fare le scarpe, i "poveri" dal cuore d'oro, la crescita personale dovuta alla perdita di tutto per tornare da vincitore. Nulla sorprende, tantomeno l'ambientazione (possibile che un rider viva in un posto quasi più bello di chi ha i schei?). Insomma, un'ora e mezza abbondante di niente di nuovo. Non ci siamo.
MEMORABILE: La pentolaccia per conoscere la propria sorte.

Jena 5/01/25 10:10 - 1637 commenti

I gusti di Jena

il Milanese Imbruttito è una delle migliori maschere comiche degli ultimi anni e anche la sua trasposizione al cinema funziona: si sorride e si ride sano, senza (troppa) volgarità. Certo anche qui ci si deve piegare al politically correct, ma nel contempo si sbeffeggiano le esagerazioni della nuova società green (pseudo) inclusiva. Filotto di sketch comici riusciti (strepitoso quello del mini appartamento), cala un po' nel buonistico finale. Lanzoni mattatore ma strepitoso anche Calabresi come folle imitazione di Steve Jobs e riuscite le comparsate di Bisio, Lele Adani e Cremona.
MEMORABILE: Bisio imprenditore yoga, La presentazione dei nuovi proprietari americani; I video su tiktok dei cani che...; Lo slang yankee; Il genovese tirchio.

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