Nemmeno malaccio questo thriller francese che pesca a piene mani dagli "stalking movie" americani (le telefonate, i garage sotterranei), dal nostro amato giallo dei tempi d'oro (il fotografo fà, più o meno, la stessa fine di Giuliana Calandra in
Profondo Rosso, Brigitte Lahaie uccisa spietatamente nella vasca da bagno come in
Sei donne per l'assassino, nonchè la fuga della Gùerin per i corridoi del palazzo tipicamente argentiano) e chiusa finale degna dei migliori slasher.
Gran parata di gnocche (la Guèrin è al massimo dello splendore e regala anche qualche gustoso full frontal), gli uomini tutti perennemente ingrifati, tra violenze sessuali continue, eseguite o sfangate per un pelo e lo stupro di gruppo sul cofano di auto, che assilla le notti della Guèrin, ha il suo peso.
Mulot rispetta tutte le regole del genere e l'atmosfera invernale e ben resa
Regista da riscoprire e non solo per
Tre gocce di sangue per una rosa, ma anche per i suoi notevoli hard settantiani, impregnati di idee e di accurata ricerca visiva (almeno
Le sexe qui parle e il suo capolavoro
La femme objet), tra l'altro morto poco dopo l'uscita del film.
Nelle scene in cui ci si accingeva a fare "il dolce sù e giù" , mi pareva che la vhs troncasse di netto. Ma come durata riportata da IMDB ci siamo.
Nulla di trascendentale o imperdibile, ma diretto con una certa cura e con alcuni momenti che vanno a segno.