Andata e ritorno, o come dire dalle stalle alle stelle e di nuovo alle stalle. Sempre la solita storia, insomma: il povero disgraziato (Paci, al suo esordio da regista), che ricevuta un'inattesa eredità (4 miliardi di lire!) si dà alla bella vita salvo poi farsi fregare come l'ultimo dei polli da tre truffatori all'acqua di rose con la complicità della bellona di turno (Flavia Vento, che regala pure un topless sotto la doccia). Poco più che un film amatoriale girato tra amici, con una sceneggiatura semi-improvvisata e gag che quando funzionano lo devono solo alla simpatia degli attori. In verità non si tratta certo di un film comico, quanto piuttosto del...Leggi tutto tentativo di raccontare i diversi stati d'animo di chi si trova la propria vita cambiata da un giorno all'altro. Purtroppo l'analisi è a dir poco superficiale, le reazioni del Paci attore per nulla credibili (nonostante la maschera sincera di chi la faccia per raccontare un dramma ce l'avrebbe) e la storia, che verte in pratica su una doppia truffa, appare tirata via senza che la regia riesca mai a dargli una forma. Il risultato, di conseguenza, non può che lasciare delusi: ogni mossa è ampiamente prevedibile ed è difficile comprendere fino in fondo il senso ultimo dell'operazione, chiaramente inattendibile come ritratto umano ma poco divertente (per scelta) come commedia che punta a far sorridere (e questo è forse solo un problema d'ispirazione). Se non altro non annoia.
I titoli di testa riprendono un ingresso a Cinecittà con immagini deformate che danno il mal di mare. Forse è voluto, come dire se vi avventurate nella visione di questo film è a vostro rischio e pericolo. Non c'è né rischio né pericolo, bene che vada ci scappa qualche risata per qualche battuta che l'accento toscano rende più appetitosa. Per il resto è la scuola toscana, cui ormai da alcuni anni ci hanno abituato diversi attori, comici e registi che quel bell'idioma parlano. Trama semplice, scontata e personaggi già visti, con altri volti.
MEMORABILE: Il lato B di Flavia Vento giustifica la visione del film.
Una commedia diretta da Alessandro Paci decisamente malriuscita e di scarsissima presa, che fa ridere pochissimo. Il cast ha alcuni nomi di spicco che purtroppo sono usati male (Monni, Andronico e il grande Giustino Durano). La colpa è attribuibile a una certa povertà di mezzi e a una sciattezza nella sceneggiatura.
Nulla di trascendentale ma a onor del vero non lo trovo nemmeno così scadente: scorre bene ed è pure recitato dignitosamente. La storia è di quelle semplici, ma Paci e la cerchia di caratteristi toscani rendono la commedia accettabile fino alla fine. Ultima presenza del compianto Andronico.
Non è poi così terribile ma se meriti ce ne sono son più quelli attribuibili agli attori, anche secondari come Giallini e Andronico, che a soggetto e sceneggiatura, prevedibili e poco brillanti. Dalla Vento uno si attenderebbe di peggio e invece tutto sommato funziona, bravo Paci a darle il ruolo di Vanessa (la truffatrice), inizialmente pensato per la Bernardi. Il Monni invece doveva essere sfruttato di più. Si tratta di un prodotto a bassissimo budget e i limiti si vedono tutti ma nell'insieme un'ora e mezza la si sfanga.
Un bravo ragazzo di sani principi e senza tanti grilli in testa eredita una grande somma di denaro. Da lì in avanti comincia ad abbandonare gli amici e decide di frequentare strani personaggi altolocati. Commedia che scorre via velocemente senza particolari spunti di interesse. Paci conteso tra due donne come la Bernardi e la Vento appare poco credibile. Non è uno di quei film da consigliare...
Il bravo ragazzo, ricevuta l'eredità inattesa, non sa come comportarsi e fa soltanto stupidaggini. Insulsa commedia che doveva lanciare un nuovo comico ma che non funziona mai, nemmeno nella contesa tra la bionda Vento e la bruna Bernardi che lo vogliono entrambe ma per motivi diversi. Non fa ridere, non riesce nemmeno nella satira sociale e spreca un giovane Marco Giallini.
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