Solido thriller con atmosfere da futuro slasher. Il tono cupo che pervade tutto il film è eccellente e il colpo di scena finale oltre ad essere ben studiato, farà la gioia di alcuni spettatori (per la serie chi la fa l'aspetti). Immensa la protagonista Jeanne Crain. Nella pellicola ci sono momenti molto forti (la crocifissione) molto ben calibrati. Va riscoperto.
Piccola gemma che anticipa sul tempo certi lavori hooperiani e craveniani, nonché gli assedi carpenteriani. Il "Manson movie" nella sua più pura quintessenza, tra crudeli battesimi e spietate crocifissioni, cinema satanista di guru e santoni, dove la family è un concentrato di silenti e implacabili "indiani" che verranno riproposti da Carpenter in Distretto 13. Ansiogeno e allucinato, rifugge lo splatter per concentrarsi sulla tensione. Progenitore dell' "home invasion", con uno dei finali più agghiaccianti del genere. Terrifica la figura incappucciata.
MEMORABILE: Il battesimo di morte nel fiume, officiato dal sinistro figuro incappucciato; L'agghiacciante finale.
Piccolo thriller semisconosciuto di Lee Madden, che soffre soprattuto nella prima parte di un pressapochismo deprimente. Oltretutto ll fanatismo religioso come manipolatore di giovani menti è veramente solo abbozzato. Mentre la seconda parte incentrata sull'assedio e il terrore degli assediati viene tratteggiata discretamente e gestita con buon mestiere, tanto che in diversi passaggi regala più di un brivido. Il budget è ridotto all'osso e gli interpreti sfiorano più volte il ridicolo (uno su tutti l'enigmatico frate incappucciato).
MEMORABILE: Il movimento di macchina sul frate in procinto di entrare nella casa.
Messianismo aggioga-fricchettoni, delirante e tanto criminalmente deviato quanto troppo schematicamente affrontato, con qualche svolazzante ridicolaggine nella rappresentazione. Ma non manca, in tutto ciò, la capacità di far emergere quel senso di inquietante irriducibilità della ferocia da cieco fideismo. Il meglio, naturalmente, viene in tutta la parte in cui la minaccia sanguinaria (e missionaria...) cinge d'assedio la villa, con gli "infedeli" ivi asserragliati: essenzialità di scena, climax e sorpresa finale funzionano. Non male.
Il film segue chiaramente l'isteria contro gli hippie del periodo immediatamente successivo al caso Manson. la pellicola si struttura in due fasi: il preambolo con le malefatte della setta e successivamente una ben diversa interamente ambientata dentro la magione del giudice Coogan, la quale si snoda con minore dinamicità ma innalzando la tensione al massimo livello fra segnali inquietanti, visioni misteriose, tutto immerso nell'oscurità più densa e soffocante. L'ultimo quarto d'ora è pura inquietudine, fino a un twist rischioso ma arguto.
MEMORABILE: Il cinico finale; Il titolo originale "The Night God Screamed": probabilmente uno dei più belli di sempre!
Sarà che non amo la categoria hippy horror post Manson e che di mattanze tra quattro mura è pieno il genere, ma ho trovato il film mediocre. Si riscatta un poco sul finale, ma non ha niente a che fare con i veri thriller d'autore che prediligo (Argento, Fulci, Bava, Avati per esempio). Trama banale e prevedibile per 3/4, colpi di scena pure (telefonate minacciose a cui segue il telefono disattivato, accoltellamenti a destra e a manca, sagome bieche, urla continue con corse da un piano all'altro). Tensione pressoché inesistente, se si è avvezzi agli horror.
Sebbene le carte siano volutamente scoperte molto prima del dovuto, i meccanismi della tensione scattano puntuali, garantiti dall'unità di luogo notturna, assediata e claustrofobica, una protagonista sull'orlo della follia (l'ex Nefertite Jeanne Crain, adeguatamente scossa) e la minaccia omicida del fanatismo religioso; quest'ultimo aspetto, incarnatosi nella prima parte nelle inquietanti fattezze "mansoniane" di Michael Sugich, torna nell'excipit per concludere in macabra, cinica coerenza.
MEMORABILE: Il battesimo con l'annegamento; La crocifissione.
Discreto horror con "Jesus freak" particolarmente cattivi. Il setup è molto promettente, lascerebbe pensare a qualche sviluppo in stile In Corsa con il Diavolo. La seconda parte, purtroppo, è un po' piatta e prevedibile: tutto si svolge nell'abitazione della protagonista, qualche momento di tensione c'è (ma di home invasion si tratta, quindi un minimo di adrenalina è di default), il cast è buono, ma troppi cliché, pochi attimi di reale pericolo e un finale a sorpresa che si annusava da metà pellicola ne inficiano il voto. Comunque dignitoso.
Tutto sommato originale e per una volta non prevedibile come tanti film di questo genere. Nella parte iniziale (un po' noiosa) vediamo una strana setta che mischia fondamentalismo cristiano con omicidi (mah!), nella seconda, decisamente migliore, si cambia del tutto registro. Buona la prova del cast, belle le musiche. Si lascia guardare e non annoia.
Stuzzicante, pur se "scolastico" nella sua narrazione ellittica, tutta la parte iniziale: dal sociologismo inquietantemente spiccio del sermone del Santone mansoniano all'introduzione della ostinata fede tradizionale dell'ingenuo reverendo che si carica con folle senso del ridicolo, "on the road", moglie e croce, fino al cruento e spietato assassinio inchiodato. Il secondo segmento è un altro film, una crasi francamente eccessiva la cui piattezza paratelevisiva non è compensata né dalla discreta performance della Crain né dal pur notevole twist finale.
Robetta televisiva che sfrutta il filone psicotico-mistico-Bel Air (il protagonista spiritato alla Charles Manson) senza nessuna audacia. A volte sembra di trovarsi sul set de La famiglia Bradford virata verso un goffo slasher d'antan. Anche il finale, apparentemente a sorpresa, non lascia tracce tanto è telefonato. Confezione dignitosa, attori mediocri seppur mai disturbanti.
Una specie di Charles Manson che si crede il messia, fa strage di adepti ma coltiva anche delittuose intenzioni in preda ai suoi mistici deliri. Il film percorre le vie consuete e prevedibili dell'horror e con uno stile televisivo, ma si lascia vedere per la curiosità di come potrebbe andare a finire. E infatti il finale in parte gratifica tanta piattezza e tanta pazienza nel seguirlo fino in fondo. Promosso, pur con qualche ma e qualche se.
Neanche tanto male, potendo contare su qualche originalità nello svolgimento della trama. La pellicola è nettamente divisa in due parti: la prima (piuttosto noiosa) vede le gesta di un predicatore simil Charles Manson che compie vari misfatti prima di essere condannato a morte; la seconda (più riuscita) descrive invece il classico assedio in casa; e qui salta fuori qualche piccola idea, purtroppo parzialmente rovinata dai dialoghi, che anticipano la sorpresa. Il finale beffardo può comunque dirsi riuscito. Attori al minimo sindacale, ma adeguati per il tipo di prodotto.
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