Decameron francese - Film (1970)

Il giovane Zenoff in cerca della sorella Xenia scopre che costei vive in un maniero insieme a una congrega di mattacchioni dediti ai più depravati intrattenimenti... Stravaganza surrealista-pop alla Metzger vagamente ispirata agli scritti del Divin Marchese: deliberati anacronismi, dall'arredamento alla colonna sonora, paccottiglia varia d'epoca, travestitismo, body-art, nudi, torture, addirittura un orco pre-Baccaro ne La bestia in calore. Archeologico ma divertente e non privo di una sua eleganza. Ineffabile il titolo italiano.

Mi piacque molto quando lo vidi, in un cinemetto "a luci rosse" della Riviera ligure, non proprio all'epoca della sua prima distribuzione - ero troppo piccolo! - ma qualche tempo dopo. Essendo "La philosophie dans le boudoir" (1795) il dialogo filosofico di D.A.F. De Sade che prediligo, non potevo proprio perdermelo! Lo ricordo anch'io metzgeriano, piuttosto elegante, quasi surrealista e perversamente divertente. Purtroppo sono anni che tento, invano, di ritrovarlo/rivederlo (in italiano, poi, credo sia oggi ormai introvabile).

Più sadico che decamerotico, e infatti il titolo originale (La philosophie dans le boudoir) dice quasi tutto. Quasi. Perché non ci si potrebbe aspettare opera più scorretta, soprattutto nell'anno del suo concepimento: qui si enunciano princìpi in lode al vizio, alla deprazione e all'edonistico egoismo più sfrenato. Ispirato vagamente dall'arte pop e surrealista, Jacques Scandelari mette in scena con certo (cattivo)gusto stilistico un adattamento sadiano che cita a più riprese l'opera del Divin Marchese. Da Justine & Juliette, alla caccia umana stile Zardoff, per finire con il trionfo del Male.