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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Ormai pare che quando si affronta l'argomento giovani e giovanissimi non si possa fare a meno di precipitare nel vortice dei social e dei telefonini, che tutto fagocita con i suoi like, le visualizzazioni, i video virali, i follower... come se l'universo mediatico avesse definitivamente annientato ogni spinta dei ragazzi verso l'esterno. E ovviamente i genitori, cresciuti in un mondo in cui internet era ancora agli albori o addirittura non c'era, non possono che fare la parte dei disadattati, di quelli che non comprendono come ci si possa estraniare dal mondo rifugiandosi nell'asettica virtualità.

Papà Paolo (Volo), professore di filosofia nel liceo di sua figlia...Leggi tutto Simone (Francesconi), è il prototipo del genitore di cui sopra, umanista che prova invano a sottrarre Simone (da leggersi alla francese) dalla schiavitù del cellulare. Scopre anzi che la ragazzina sogna di fare l'influencer, notizia destinata a creare inevitabili attriti in famiglia (la madre non c'è più da tempo) che i condomini, amici di vecchia data (Frassica, Minaccioni, Cruciani, Vado), cercano di sopire aiutando Paolo durante i brevi incontri di gruppo in cortile. Ma la soluzione sta invece nell'inglobamento del padre nei meccanismi fatali dei social. L'uomo infatti, lanciatosi in una crociata che pensava essere tutta familiare contro i telefonini, finisce vittima di un filmato di Simone, che lo fa girare rendendolo immediatamente virale (quelle cose che nei film accadono con sconcertante faciloneria): hashtag “padretrombone” e addio, comincia l'ascesa di Paolo nell'empireo dei social. Diventato paladino di chi si rivolta alla dittatura della nuova comunicazione si fa anti-influencer e arriva subito ai ferri corti con la rappresentante occasionale di questi ultimi, Ele-O-Nora (De Lellis) attraverso uno scambio di offese reciproche. All'acqua di rose, naturalmente, perché siamo sempre nell'ambito del politically correct massimo, destinato a chiudersi in bellezza con assoluzione plenaria.

Il canovaccio, banale come pochi (opera della stessa regista Michela Andreozzi e di Fabio Bonifacci), si sostiene grazie alla buona prova di Volo, che per il ruolo è tagliato, e a ritmi agili che scacciano la noia. Il ricorso all'intero immaginario mediatico nazional popolare (dalla D'Urso alle “Iene”) garantisce una full immersion nel nostro tempo per un film che si articola muovendo i propri personaggi tra accenni di innamoramento e foto hot da condividere, perché il centro catalizzatore di tutto resta sempre il cybermondo vissuto attraverso il telefonino, in cui Paolo diventa presto figura chiave grazie agli offici della figlia che gli fa di fatto da social media manager. Poco brillanti i quattro condomini (escluso Frassica, che qualche memorabile gioco di parole riesce chissà come a infilarcelo sempre), blandamente sfruttati, con una Minaccioni in ombra e piuttosto svogliata.

Dovendo risolvere sempre il tutto in un'ora e mezza o poco più, l'ascesa a eroi mediatici dei signori nessuno di turno ha sempre contorni grotteschi, al cinema, con dinamiche ricalcate una sull'altra senza fantasia. Ci si accontenti allora di qualche discreto momento e di una recitazione generalmente più che accettabile, con figure altamente stereotipate (il preside interpretato da Massimilano Bruno) e un gruppo di giovani in cui emerge, grazie almeno a qualche sorpresa nel carattere, il Liverani di Ruben Mulet Porena, preda ambita delle candide liceali.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/04/21 DAL BENEMERITO PINHEAD80 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 14/04/21
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Pinhead80 5/04/21 17:11 - 4715 commenti

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Lo scontro generazionale tra giovani e adulti è sempre stato un elemento molto utilizzato al cinema e Michela Andreozzi aggiorna il lungo elenco di titoli al riguardo, tirando in ballo la figura dell'influencer. L'opera affronta argomenti importanti come la crescita, le difficoltà di comunicazione tra generazioni, la bisessualità e la pericolosità dei social con una certa leggerezza e con la soluzione sempre in tasca. Il contesto in cui si svolge la vicenda è poco credibile, così come assurdi sono gli sviluppi sentimentali. Il film vorrebbe dire molto ma finisce per farlo male.

Teopanda 4/05/21 20:11 - 102 commenti

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Con una buona idea, il film si poneva come altra pagina nel capitolo di quelli che trattano di tematiche “giovani” come appunto i social. La prima parte è buona, con un'ottima contrapposizione tra padre e figlia, interpretarti discretamente. Valida anche l’idea di entrare nel nazional-popolare, integrando il protagonista in uno show della D’Urso e dalle Iene. Peggio la seconda parte, ricca di spunti (in numero spropositato, cosi da non affrontarli tutti appieno). Sicuramente non un capolavoro, ma può superare  certe (tragiche) aspettative.
MEMORABILE: Nino Frassica ubriaco; Il vicino fascista.

Lou 7/04/21 19:20 - 1119 commenti

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Commedia vivace, con buon ritmo e tante idee, forse troppe. Se è azzeccato e ben costruito lo spunto del confronto generazionale giocato sull'invadenza dei social, risultano invece eccessivi e stonati alcuni sviluppi narrativi, soprattutto quello sentimentale tra i due protagonisti, oltre a risultare troppo macchiettistiche le figure di contorno. Fabio Volo se la cava bene, brava anche la giovane Ginevra Francesconi.

Markus 10/04/21 00:57 - 3680 commenti

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Terza regia per Michela Andreozzi, stavolta per la tv e si vede. Il conflitto generazionale tra papà (vedovo) e figlia adolescente completamente presa - come molti suoi coetanei della Generazione Z - dal mondo dei social e dall’ormai logora figura dell’influencer. Purtroppo la vicenda è tronfia di pressapochismo e di inverosimili situazioni fini a un racconto scacciapensieri. Non si va oltre a basiche tematiche quasi strappate alle fiction di grana grossa. Peccato, perché l'argomento poteva dar adito a dinamiche meno banali.

Rambo90 10/04/21 02:16 - 7659 commenti

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Lo spunto prometteva molto, ma la sceneggiatura dopo una partenza sprint e anche discretamente realistica si perde in una deriva improbabile con sviluppi sentimentali che si potevano evitare (per non parlare della sottostoria di Liverani). Peccato perché la coppia Volo-Francesconi funziona e alcuni caratteristi sono ben scelti. L'argomento influencer/social attende ancora idee migliori. Mediocre.

Paulaster 15/04/21 10:14 - 4373 commenti

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Professore si scaglia contro la distrazione causata dai social media. Tema odierno (già in parte sorpassato però) che ha la parte migliore nei ragionamenti iniziali di Volo come padre. Le vicende che ne seguono (la relazione, il diventare a suo volta influencer, lo studente "fluido", il cyberbullismo) mettono molti argomenti in gioco che però evaporano all'istante. La compagine condominiale non aggiunge nulla; ma soprattutto, perché il Duce? Anche gli inserti “televisivi” lo fan sembrare un prodotto da fiction. La conclusione? Vissero tutti felici e contenti e pieni di followers.
MEMORABILE: Il telefono rotto in classe; Frassica col vizio del bere; Il clip al supermercato.

Muttl19741 19/04/21 23:05 - 162 commenti

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Niente  male questo film diretto e co-sceneggiato da Michela Andreozzi. Una piacevole storia di un rapporto padre-figlia adolescente nell'attuale periodo storico dominato dai social network e dai suoi messaggi semplici, multimediali, immediati e altamente imperfetti, che si spera raggiungano pun gran numero di persone, forse per voler sostenere che anche noi abbiamo uno spazio in questo mondo pazzo. Funziona benissimo la coppia papà-figlia (ottimi attori), perfetti i personaggi di supporto, film un po' troppo griffato, acchiappa like, buonista ma divertente, semplice, leggero.

Siska80 23/05/21 07:47 - 3714 commenti

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Summa di tutti i luoghi comuni presenti nello scibile in salsa tecnologica: padre vedovo iperprotettivo, figlia adolescente ribelle, vicini di casa amorevoli, ragazza ambiziosa ma in fondo buona, nuovi amori all'orizzonte e via di questo passo. Cast adulto in parte, poco convincente quello giovanile; un primo tempo abbastanza promettente (che vede il protagonista criticare aspramente i social per poi prestarsi a girare video) lascia il posto a una seconda parte colma di banalità poco interessanti, nonostante qua e là affiorino battute che strappano un sorriso. Approssimativo.
MEMORABILE: Paolo esagera con il suo alunno; I camei di Barbara D'Urso e Le Iene.

Caveman 5/10/21 13:38 - 523 commenti

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Pastrocchio che vorrebbe essere cool e sul pezzo ma che in realtà altri non è che la storia vecchia come il mondo dell'idiosincrasia tra genitori e figli (che poi si analizza realmente solo il duo principale). Certo non aiuta la pessima prova generale del cast, con Francesconi e De Lellis assolutamente non adatte. La seconda parte poi, con un Volo che prende una deriva antitetica, è da sbadigli. Peccato che la Andreozzi, attrice brava e qui regista, si ritagli uno spazio minimo. Frassica funziona perché è sempre il solito personaggio stralunato.

Gabrius79 10/10/21 12:36 - 1420 commenti

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Dopo due buoni film come regista, Michela Andreozzi toppa in pieno e realizza una pellicola piuttosto pressappochista che si trascina stancamente dopo un inizio che pareva promettere bene. Tema del film non sviluppato come si deve e cast che non brilla neppure con gli innesti di Frassica e della Minaccioni. Evidente l’impronta televisiva. Purtroppo la noia è dietro l’angolo.

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Galbo 11/10/21 16:54 - 12372 commenti

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Quando già sono in parte passati di moda, gli influencer sono protagonisti di una non irresistibile commedia italiana che se non altro poteva fornire uno spunto per approfondire il tema con leggerezza. Invece, dopo un inizio che lascia sperare di meglio, si sceglie di racontare una storiella insipida il cui il rapporto padre/figlia ma anche professore/influencer viene trattato in maniera scontata e stereotipata, non facendosi mancare neanche la love story di prammatica. Tra gli interpreti, si fanno notare i caratteristi che compongono la “famiglia” condominiale. Evitabile. 
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