Dove è stato girato Io, io, io e... gli altri - Film (1966)

La strada dove, in un incubo notturno, Sandro (Chiari) si aggira senza pantaloni fin quando non verrà in suo soccorso l'amico Peppino Moratti (Mastroianni), che stava transitando in auto da quel luogo, è Via Vittorio Veneto a Roma:




La scena dell’arrivo di Mastroianni, però, è stata girata in studio aggiungendovi successivamente una ripresa sullo sfondo della celebre via romana. Aggiungo fortunatamente perché guardando il film si capisce come, se non si fosse fermato per caricare Chiari e se la scena fosse stata girata realmente in Via Veneto, Mastroianni sarebbe andato a sbattere violentemente contro il filobus che si vede transitare alla sue spalle:

Il trafficatissimo incrocio dove il commendator Trepossi (De Sica) si fa aiutare da un cieco ad attraversare le strisce pedonali è in realtà l’ingresso al parcheggio del Palazzo dell’ENI, situato in Via dell’Arte a Roma. I grattacieli sullo sfondo erano le "torri" del Ministero delle Finanze, inizialmente destinate alla demolizione ma che poi sono si è deciso di ristrutturare, come potete leggere nella scheda del film Sogni mostruosamente proibiti (1982):

La chiesa all’esterno della quale il commendator Trepossi (De Sica) finge di dare l’elemosina ad un mendicante, per poi limitarsi ad estrarre di tasca un fazzoletto e soffiarsi il naso, è la Chiesa dei Santi Luca e Martina, situata in Clivo Argentarius a Roma:



Mentre De Sica si soffia il naso alle sue spalle ammiriamo uno scorcio del Foro Romano:

L’incrocio dove due passanti vengono "innaffiati" da un giardiniere intento a bagnare una siepe, fatto che farà sorridere Sandro (Chiari) che stava osservando la scena dal terrazzo della sua abitazione, è quello tra Via dei Decii (nella quale si trova il giardiniere) e Piazza Albina a Roma, dalla quale provenivano i due passanti:




La villetta dove Sandro abita con la moglie Titta (Lollobrigida), della quale vengono mostrati scorci esterni molto stretti che ne impediscono l’identificazione, non poteva, però, trovarsi lì...



...perché il fotogramma dell’innaffiatura è stato in realtà ripreso non dal terrazzo di una villa, ma da quello dell'ex sede centrale della BNL di Piazza Albania, oggi oggetto di massicci lavori di ristrutturazione che la trasformeranno in un piccolo quartiere residenziale, la Domus Aventino (un ringraziamento ad Andygx per la precisazione):

L’edificio dal quale un uomo si suicida mentre la gente che assiste alla scena discute sull’eventualità che quell’uomo si butterà per davvero o no è l’Hotel The Westin Excelsior, situato in Via Vittorio Veneto 125 a Roma:

La strada dove Sandro (Chiari) trova una multa sul parabrezza della sua auto, si infuria e la straccia è Via del Giordano a Roma:




La scena è stata girata all’altezza della confluenza di Via del Giordano in Viale dei Santi Pietro e Paolo, dal quale Walter Chiari aveva raggiunto a piedi il luogo dove era posteggiata l’auto:

L’incrocio dove un vigile urbano (Durano) si crede il Padreterno, prima insultando gli automobilisti e poi dirigendo il traffico come il Papa quando impartisce la benedizione "Urbi et orbi" è Largo Kamal Ataturk a Roma:




L’edificio sulla destra nella precedente foto di oggi è quella davanti al quale Sandro (Chiari) assiste sorridendo alla scena:

La chiesa nella quale, in un flashback dei giorni della guerra, un sacerdote offre accoglienza sia ad un gruppo di partigiani, sia ai militari tedeschi che li stavano inseguendo è la chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini, situata in Piazza della Trinità dei Pellegrini 1 a Roma:

La strada dove Sandro (Chiari) si infila su di un filobus di passaggio per sfuggire allo scocciatore collega Indro (Talarico), che voleva chiedergli a che punto fosse la sua inchiesta sull’egoismo, è un classico esempio di location-trappola, cioè girata in un posto ma volendo lasciar intendere di trovarsi in un altro. La linea segnalata sul cartello affisso al filobus era la 7, oggi scomparsa e all’epoca in servizio tra Piazza Zama e Piazza Istria, ma in realtà il cartello era posticcio perché ci troviamo da tutt’altra parte di Roma, per la precisione in Viale Carso, nel rione Prati. La foto di oggi è scattata esattamente dal punto dove è stata effettuata la ripresa (individuato grazie a un edificio situato sulla sinistra, che si nota solo dopo la partenza del tram):




Ho "fiutato" subito la trappola perché immediatamente dopo essere partito il filobus si ferma al semaforo situato all’altezza del civico 71 di Viale Carso, con il suo caratteristico portoncino posizionato sulla facciatella d’angolo, forse la location più sfruttata dal cinema tra quelle presenti lungo la via (al momento sono 6 i film che sappiamo qui girati):

Il palazzo del Vaticano dove il commendator Trepossi (De Sica) ha un appuntamento, ma si ricorda di avvisare solo all’ultimo momento il giornalista Sandro (Chiari), con il quale pure aveva programmato un incontro e al quale aveva già "buca" una volta in quello stesso giorno è Palazzo Mattei di Giove, situato in Via Michelangelo Caetani 32 a Roma. Nel fotogramma vediamo il momento nel quale Sandro si "incarna" per un momento in una delle guardie svizzere. Si riconoscono due delle statue che adornano il cortile interno, in particolare quella priva di un braccio, con la gamba leggermente flessa in avanti, che confrontiamo con un fotogramma di Un detective (1969):




Lo stesso cortile oggi:

La stazione sulla linea Milano – Roma dove prende il treno l’attrice Silvia (Mangano), diretta a Venezia dove riceverà il Leone d’Oro, è la solita Stazione di Roma Ostiense, situata in Piazzale dei Partigiani a Roma:



Si vedano il rivestimento delle colonne e le luci identici a quelli visti in Fantozzi (1975), film col quale facciamo un confronto e al quale rimandiamo per la dimostrazione:

La strada dove, in un flashback della storia di Sandro (Chiari), questi conosce la sua futura moglie Titta (Lollobrigida) dopo che questa aveva salvato la vita ad un cagnolino preso da un accalappiacani è Viale di Villa Grazioli a Roma, all’altezza di Largo Messico, che si vede sullo sfondo del primo fotogramma:




La parte superiore della palazzina intravista sullo sfondo nel fotogramma precedente:

La scuola elementare i cui scolari esultano dopo aver saputo che, in seguito alla morte del preside, la scuola sarebbe rimasta chiusa per un giorno è in realtà la Casa Albergo "Lisa Lerici" di Via Laurentina 472 a Roma, la stessa di Fantomas minaccia il mondo (1965). Grazie a Mauro per fotogramma e descrizione.




La casa albergo oggi:

Il piazzale dove un fumatore egoista impedisce ad un barbone di raccogliere e terminare il mozzicone che aveva gettato a terra è Piazzale Giulio Douhet a Roma, situato lungo Via Laurentina. Grazie a Mauro per fotogramma e descrizione.

Il palazzo sede del quotidiano dove lavora Sandro (Chiari), il giornalista incaricato di scrivere un reportage sull’egoismo, è Palazzo Wedekind, situato in Piazza Colonna 366 a Roma. Ancora oggi vi ha sede il quotidiano “Il Tempo”. Grazie a Mauro per la descrizione e il fotogramma, nel quale all’interno del riquadro rosso riconosciamo il portone della vicina chiesa dei Santi Bartolomeo e Alessandro dei Bergamaschi:




Ecco il dettaglio sulla porzione del fotogramma vista nel riquadro:

Il salone dove Finizio (Caprioli) tesse ogni strategia possibile per conquistare un ruolo politico di prestigio è la cosiddetta Sala del trono a palazzo Barberini in via delle Quattro Fontane 13 a Roma:

Grazie Roger, multizzata.