Buiomega71 • 11/09/19 10:35
Consigliere - 27103 interventiBuono l'inizio, dove Tim Hunter ritrae la gioventù perduta dei suoi
Ragazzi del fiume (e quella di
Giovani Guerrieri), tra sniffate di colla, furti ai furgoni postali, l'apertura della posta sottratta, il bighellonare in una provincia che offre poco, se non noia e cazzeggio con la figura borderline di Fairuza Balk, lesbicona non molto istruita e tamarra al punto giusto (da antologia la sequenza in cui cerca di farsi una cheerleader nel sedile posteriore).
Hunter sembra tornare ai fasti del suo film migliore, la giovinezza perduta materia nella quale eccelle.
Con l'entrata in scena di Modine, però, il film si sgonfia piano piano, trasformandosi nel solito e trito "gangster movie" come se ne facevano a dozzine alla fine degli anni 90 (con un occhio alle tarantinate) e cominciano i furti di immobili e i piani criminosi dei colpi da effettuare (prima svaligiando la villa di un riccone spacciandosi per addetti ai traslochi, poi rubando un cuore umano da trapiantare, in una sequenza ospedaliera tesissima, dai connotati thrillereschi, comunque ben girata), per finire nelle classiche sparatorie sanguinose come da copione (nel parcheggio sotterraneo) e l'altrettanto sanguinosa resa dei conti nel garage di casa.
Hunter guarda a
Una calibro 20 per lo specialista e si dimentica presto dei suoi giovani andati a male.
Pregevoli scorci della provincia americana sottolineati dalla suggestiva fotografia di Hubert Taczanowski, alcuni momenti riusciti (Josh fermato dalla poliziotta, i flashback incubotici di un massacro) non riescono a risollevare le sorti del film, che si confonde con la miriade di convenzionali "crime movie" da bancarella.
Scelte narrative che lasciano il tempo che trovano (Josh innamorato della bella poliziotta), dove Madsen fà il solito Madsen, le gang di brutti ceffi le solite gang di brutti ceffi e le sparatorie le solite sparatorie.
Hunter dirige bene, ma il difetto stà nello script, che parte bene ma si ingolfa strada facendo, dove la mano del regista di
Fort Washington si avverte all'inizio, per lasciare poi il posto all'anonimità.
Scritto dal futuro regista della
Moglie dell'astronauta e prodotto dalla Nu Image di Boaz Davidson e un filmetto che scivola addosso senza fare troppo rumore dalla consistenza di uno straight to video (da noi uscì pure nei cinema, nel luglio del 1997).
Buona comunque la prova del cast (su tutti Meyers e la Balk con ancora il look da "giovane strega"), ma il lucido e impietoso autore dei
Ragazzi del fiume non abita più quì.
Daidae
Buiomega71