Buiomega71 • 9/04/16 10:00
Consigliere - 27113 interventiQuando il cinema indie perfora la carne e ti tiene inchiodato alla poltrona, gettandoti in un incubo allucinato senza via di scampo
Malato, malsano, con punte disturbanti inaspettate e fastidiose, la provincia americana immersa nei boschi autunnali, nelle lunghe autostrade, nei dimenticati spazi isolati e lacustri
Ormai il cinema che tanto amiamo ci ha messo in guardia più di una volta, con quella svolta da NON prendere alla
Wrong Turn
"Perchè la famiglia è la famiglia" diceva Tobe Hooper, disfunzionale, sul baratro dell'inferno, ma sempre famiglia è...
Ecco quindi che Mara (Maura nell'edizione italiana) si troverà a fare i conti con una coppia (marito e moglie all'apparenza) d'apprincipio gentile e premurosa, ma poi svelerà il suo lato depravato che sfocerà in una follia senza pari...
McClure adotta una regia poveristica, quasi da film amatoriale, che ne amplifica il disagio, lo smarrimento e il disgusto e assesta dei colpi allo stomaco che non mi aspettavo (le calvizie di Lea e la sua incontinenza notturna, la parrucca "fatta magiare", l'allattamento, i giochi erotici bizzarri e disgustosi della coppia di sciroccati-con tanto di pantofole della donna sul letto-, Lea che dà di matto all'improvviso davanti a Maura "Smettila di guardarla!"-riferito alla sua parrucca-. l'incesto inconsapevole dell'allucinata messa in scena matrimoniale della "prima notte", il viagra, Moseley che gira in mutande per casa- e non è un bello spettacolo- e che fissa Maura dormire con in mano le ceneri del padre) e aumentano la sozzeria di fondo, che seppur non eccede in estremismi, lascia un senso di squallore non indifferente.
McClure frena le frattaglie e il sangue (a parte Moseley che gioca con i tocchetti di cervello dello sceriffo in cantina, con il modellino di un bulldozer) ma destabilizza con la bevuta obbligatoria del tè bollente fatto trangugiare a forza o con la cucitura-a mente viva-del taglio nella mano
Nel pre finale arriva la fuga nel bosco (notevole Maura che fugge disperata, pistola in mano, tra fiumi e alberi, vestita con un abito bianco vergineo da sposa macchiato di sangue), con vendetta nemesiaca feroce e isterica, che và ad omaggiare la violenta e allucinata chiusa finale delle
Colline hanno gli occhi craveniane
Cinema che prende le viscere, elogio alla follia più disperata, devianze mentali (forse dovute alla guerra del vietnam "Non tutto di me e tornato dalla guerra" dice, ad un certo punto, Moseley a Maura), riti e cerimoniali grotteschi e malati
Plauso a Lucinda Jenney (nella realtà moglie di Moseley), che sà dare alla sua Lea attimi di vera inquietudine, devastata dalla chemio, corrosa dalla mancata maternità, misto di ferocia e commiserazione (capace, in un batter d'occho, di torturare Maura con il tè bollente, per poi curarle le ferite e allatarla in una goffa e mostruosa pantomima materna), "Sassi e bastoni possono uccidermi, ma le parole non mi feriscono più" dice a Maura quando la ragazza le dà della pazza
Peccato per Michelle Page , che nel ruolo di Maura non riesce a darle il giusto spessore, causa una recitazione un pò approssimativa e per il penoso doppiaggio italiano
Per me è già un piccolo cult.
Buiomega71
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