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Discussioni su Relic - Film (2020)

DISCUSSIONE GENERALE

11 post
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  • Bubobubo • 31/07/20 17:02
    Addetto riparazione hardware - 273 interventi
    Piuttosto duro, specialmente per chi, come me, è particolarmente sensibile al tema delle malattie neurodegenerative.
    Mi riserverò di lasciare un commento nei prossimi giorni, ma devo dire che mi ha scosso.
  • Buiomega71 • 10/04/21 10:05
    Consigliere - 27154 interventi
    Horror (ma sarebbe riduttivo) intensamente femmineo (le figure maschili sono bandite, se si escludono un poliziotto, un ragazzo down e suo padre), dove vige il matriarcato e la gerarchia familiar/generazionale (nonna, madre, figlia, nipote), quasi tutto ambientato all'interno di un enorme e sinistra dimora sperduta nelle lande australiane.

    La James racchiude tutto in un'atmosfera suggestiva, funesta, plumbea e oscura (il buio e la penombra dominano), barcamenandosi, con talento, tra sussurri e grida, grandma kinghiane, demenze senili shyamalaniane, nascondigli avatiani, tanfo di morte e improvvisi (quanto centellinati) colpi bassi (la gamba spezzata all'improvviso sullo stile del primo Scary movie, ma qui non c'è nulla da ridere), la scarnificazione facciale con il coltello, nella vasca da bagno a martoriarsi quelle che sembrano cancrenose spaccature della pelle), fino a d un finale poetico, mesto, di dolorosa rassegnazione, agghiacciante se non disturbante (la "spellatura") che sta tra una versione marcescente di Coocon o Dell'uomo che cadde sulla terra, l'antitesi della "rinascita" fisica di Starry Eyes ( o di Honeymoon, altro horror metafisico muliebre, guarda caso) e la casa/ventre materno di Madre (di cui la James pare ammiccare, anche nella dimensione straniante e "criptica", del trapasso, del rapporto dell'anziana donna con la sua dimora, come l'infausta finestrella che occhieggia sulla porta d'ingresso).

    Metafora sulla fine della vita e sul deterioramento fisico

    SPOILER

    Su quel letto, con il rantolo della morte della donna, che rinasce a creatura glabra e indifesa , svestita, amorevolmente, dall'epidermide dalla figlia, ad un certo punto ho pensato ad una razza di extraterrestri, che avevano parcheggiato l'astronave nel capanno dietro la villa.

    FINE SPOILER

    Sulla vecchiaia che muta sia nella mente che nel corpo.

    Incubi necrofori (nella cascina tra mosche e cadaveri in decomposizione), gli sbalzi umorali della donna (la sequenza dell'anello regalato alla nipote, poi rivoluto indietro con astio), i bigliettini della memoria sparsi ovunque nelle stanze segrete, muffa maleodorante in ogni dove, corridoi e stanze segrete che si restringono e diventano labirintiche negando l'uscita a chi ci si avventura, rilascio dell'urina nel bel mezzo della cucina, mangiando le fotografie dell'album di famiglia per poi seppellirlo sottoterra, i deliri notturni dell'anziana, la "cosa" che respira sotto il letto, la tristissima visita alla casa di riposo di Melbourne.

    Tutti elementi che si aggiungono ad una narrazione mesta, che va in crescendo, che istilla malessere, disagio e inquietudine man mano che la demenza senile si impadronisce della vecchia e il mistero avvolge implacabile le tre donne, smarrendo la razionalità  senza inutili spiegoni , fino al passaggio di consegne (la spalla della figlia coricata sul letto)  e lasciando lo spettatore quasi annichilito e senza appigli.

    Qualche jumpscare qua e la, una strizzatina d'occhio al J-HORROR, non inficia più di tanto il notevole risultato di una regista che si fregia di un talento visivo e di una padronanza del racconto davvero degno di nota, intrinsecamente uterino e eclusivamente matriarcale.

    Plauso per gli sfx prostetici di Larry Van Duynhoven (si rifugge l'odiosa CG) sopratutto nell'impressionante "desquamazione" (pare la versione compassionevole di Hellraiser o Martyrs) e nel volto devastato della vecchia rantolante.

    Non ultima Robyn Nevin, che nel suo decadimento fisico e mentale, mette veramente, più di una volta, a disagio (da brividi il suo sguardo colmo di odio e cattiveria che indirizza alla figlia a tavola, durante la cena).

    In tempi (magri) dove ormai il genere ha poco da dire (salvo rari casi), la James sfrutta i meccanismi dell'horror portando l'alzheimer a divagazioni paracronenberghiane, con stile e personalità e, sopratutto, respingendo la convenzionalità, in quello che è uno straziante canto del cigno dell'inizio della fine.

    Nota a margine, curioso come la James sia nippo-americana proprio come la Karyn Kusama.

    Quando il cinema si veste da lucertola con la pelle di donna.
    Ultima modifica: 10/04/21 13:34 da Buiomega71
  • Schramm • 12/06/21 23:28
    Scrivano - 7816 interventi
    myvincent, voglio sperare che la chiosa finale del tuo commento non sia uno spoiler...
  • Myvincent • 13/06/21 07:15
    Gestione sicurezza - 50 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    myvincent, voglio sperare che la chiosa finale del tuo commento non sia uno spoiler...

    Ma no, l’ essenza del finale non è neanche sfiorata. Mi limito solo ad un particolare raccapricciante e stop.
    Comunque è chiaro quanto mi abbia annoiato. ????
  • Schramm • 24/06/21 12:02
    Scrivano - 7816 interventi
    avvertenza-rettifica per chi l'ha visto sottotitolato.
    contiene ovviamente SPOILER

    durante lo scambio di sguardi tra kay ed edna dopo che quest'ultima è stata sprangata col tubo del bagno, l'attenzione di kay si sposta per un attimo su un post-it con su vergato I AM LOVED.
    il rispettivo sottotitolo lo traduce erroneamente con io sono sola?

    ciò emendato, sono abbastanza d'accordo con chi non ha apprezzato. è tutto eccessivamente contratto. il piede avrebbe potuto spingere più a fondo sul pedale dell'ambiguità, della morbosità, della malinconia, del gore e anche del ritmo. tutto si riduce a un antipasto della gozzoviglia che avrebbe potuto essere.
    Ultima modifica: 24/06/21 12:05 da Schramm
  • Daniela • 24/06/21 12:20
    Gran Burattinaio - 5945 interventi
    Comprendo le critiche, ma a me ha messo un gran magone quando l'ho visto e tuttora ne conservo un ricordo disturbante.
    Preciso però che i film che parlano di demenza senile o Alzheimer mi fanno l'effetto di horror anche quando non lo sono (vedi The Father, Lontano da lei, Amour), figurarsi questo che appartiene al genere. Questione di fobie personali prima ancora che di gusti personali.
    Ultima modifica: 24/06/21 12:22 da Daniela
  • Myvincent • 24/06/21 12:45
    Gestione sicurezza - 50 interventi
    Per quanto mi compete posso dire che il mio giudizio era solo sul film, sulla sua riuscita (anzi non riuscita) stilistica. Stop.
    Ovviamente nessuna critica sul caso clinico descritto nel film, anche perché sono un medico e sono molto sensibile al tema, così come al tema delle malattie in genere. Dopotutto il tema della malattia può essere trattato bene, ma anche male da parte del regista. Qui si opina su come è stato trattato il tema, non sul tema. Poi mi conforta leggere che qualcuno lo ha giudicato ancora più criticamente di me!
  • Schramm • 24/06/21 13:08
    Scrivano - 7816 interventi
    io perlopiù resto del parere che proprio perché la posta in gioco è la malattia, vorrei mi arrivasse contro in maniera molto più radicale, viscerale e virulenta (e aggiungiamo pure originale) il disfacimento psicofisico. non basta la muffa agli irti colli e un pizzico di sdoppiamento della personalità a levarmi la sedia da sotto al culo. e poi sì, il film non è certo un rollercoaster, né per ritmi impazziti (che tutto sommato scongiurano l'ennesimo festival del jumpscare) né per atmosfere particolarmente ammorbanti e degradate (di nuovo, tutto troppo contenuto e glissato, quando non troppo sfacciatamente metaforizzato)

    ciò detto, comprendo appieno la posizione di daniela (la paura di una degenerazione incontrollata del proprio corpo e della propria mente, o di quella dei propri cari più prossimi, comune a non pochi) e il fatto che possa bastare poco per ledere simili talloni achillei. io per esempio continuo a trovare traumatici specifici che nulla hanno a che fare col genere, ma che per me sono l'horror più puro e assoluto sulla terra. insomma resta vero che l'orrore, come il sesso e l'umorismo, è una questione estremamente soggettiva. ma scapolato il contenutismo, sul piano eminentemente formale e ritmico è un'opera parecchio irrisolta.
  • Herrkinski • 24/06/21 15:35
    Consigliere avanzato - 2663 interventi
    D'accordo con Schramm, e sul tema mi ha molto più colpito il recente The father; quello sì, che mi ha fatto venire il magone.
  • Daniela • 25/06/21 20:11
    Gran Burattinaio - 5945 interventi
    Myvincent ebbe a dire:
    Per quanto mi compete posso dire che il mio giudizio era solo sul film, sulla sua riuscita (anzi non riuscita) stilistica. Stop.
    Non volevo certo accusare di insensibilità al tema chi non ha apprezzato il film, solo sottolineare come - trattandosi di un horror - entrino particolarmente in gioco paure e fobie personali.

  • Lupus73 • 26/06/21 00:35
    Capo call center Davinotti - 58 interventi
    Col senno di poi non lo rivedrei, non è un modo di fare cinema che apprezzo particolarmente. Troppo allegorico-simbolico (alla stregua di Madre!) e il significato (per quanto profondo) finisce per prevalere su tutto, svuotare l'intrattenimento ed annoiarmi.
    Ultima modifica: 26/06/21 12:41 da Lupus73