Buiomega71 • 10/04/21 10:05
Consigliere - 27154 interventiHorror (ma sarebbe riduttivo) intensamente femmineo (le figure maschili sono bandite, se si escludono un poliziotto, un ragazzo down e suo padre), dove vige il matriarcato e la gerarchia familiar/generazionale (nonna, madre, figlia, nipote), quasi tutto ambientato all'interno di un enorme e sinistra dimora sperduta nelle lande australiane.
La James racchiude tutto in un'atmosfera suggestiva, funesta, plumbea e oscura (il buio e la penombra dominano), barcamenandosi, con talento, tra sussurri e grida, grandma kinghiane, demenze senili shyamalaniane, nascondigli avatiani, tanfo di morte e improvvisi (quanto centellinati) colpi bassi (la gamba spezzata all'improvviso sullo stile del primo
Scary movie, ma qui non c'è nulla da ridere), la scarnificazione facciale con il coltello, nella vasca da bagno a martoriarsi quelle che sembrano cancrenose spaccature della pelle), fino a d un finale poetico, mesto, di dolorosa rassegnazione, agghiacciante se non disturbante (la "spellatura") che sta tra una versione marcescente di
Coocon o Dell'
uomo che cadde sulla terra, l'antitesi della "rinascita" fisica di
Starry Eyes ( o di
Honeymoon, altro horror metafisico muliebre, guarda caso)
e la casa/ventre materno di
Madre (di cui la James pare ammiccare, anche nella dimensione straniante e "criptica", del trapasso, del rapporto dell'anziana donna con la sua dimora, come l'infausta finestrella che occhieggia sulla porta d'ingresso).
Metafora sulla fine della vita e sul deterioramento fisico
SPOILERSu quel letto, con il rantolo della morte della donna, che rinasce a creatura glabra e indifesa , svestita, amorevolmente, dall'epidermide dalla figlia, ad un certo punto ho pensato ad una razza di extraterrestri, che avevano parcheggiato l'astronave nel capanno dietro la villa.
FINE SPOILERSulla vecchiaia che muta sia nella mente che nel corpo.
Incubi necrofori (nella cascina tra mosche e cadaveri in decomposizione), gli sbalzi umorali della donna (la sequenza dell'anello regalato alla nipote, poi rivoluto indietro con astio), i bigliettini della memoria sparsi ovunque nelle stanze segrete, muffa maleodorante in ogni dove, corridoi e stanze segrete che si restringono e diventano labirintiche negando l'uscita a chi ci si avventura, rilascio dell'urina nel bel mezzo della cucina, mangiando le fotografie dell'album di famiglia per poi seppellirlo sottoterra, i deliri notturni dell'anziana, la "cosa" che respira sotto il letto, la tristissima visita alla casa di riposo di Melbourne.
Tutti elementi che si aggiungono ad una narrazione mesta, che va in crescendo, che istilla malessere, disagio e inquietudine man mano che la demenza senile si impadronisce della vecchia e il mistero avvolge implacabile le tre donne, smarrendo la razionalità senza inutili spiegoni , fino al passaggio di consegne (la spalla della figlia coricata sul letto) e lasciando lo spettatore quasi annichilito e senza appigli.
Qualche jumpscare qua e la, una strizzatina d'occhio al J-HORROR, non inficia più di tanto il notevole risultato di una regista che si fregia di un talento visivo e di una padronanza del racconto davvero degno di nota, intrinsecamente uterino e eclusivamente matriarcale.
Plauso per gli sfx prostetici di Larry Van Duynhoven (si rifugge l'odiosa CG) sopratutto nell'impressionante "desquamazione" (pare la versione compassionevole di
Hellraiser o
Martyrs) e nel volto devastato della vecchia rantolante.
Non ultima Robyn Nevin, che nel suo decadimento fisico e mentale, mette veramente, più di una volta, a disagio (da brividi il suo sguardo colmo di odio e cattiveria che indirizza alla figlia a tavola, durante la cena).
In tempi (magri) dove ormai il genere ha poco da dire (salvo rari casi), la James sfrutta i meccanismi dell'horror portando l'alzheimer a divagazioni paracronenberghiane, con stile e personalità e, sopratutto, respingendo la convenzionalità, in quello che è uno straziante canto del cigno dell'inizio della fine.
Nota a margine, curioso come la James sia nippo-americana proprio come la Karyn Kusama.
Quando il cinema si veste da lucertola con la pelle di donna.
Teddy
Bubobubo, Pumpkh75
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Kinodrop, Giùan
Herrkinski, Lupus73, Schramm
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Areknames, Achab50