Schramm • 13/09/15 20:02
Scrivano - 7698 interventi tanti tuoni e scarso piovasco.
alla fine con l'horror antologico non ce la fa più di tanto nemmeno la germania, sebbene chiusa la contabilità, rispetto a tante operazioni consorelle recenti, qui siamo un paio di tacche sopra la risicata sufficienza. ma certo è che chi aspettava un rientro di buttgereit in pompa magna da che venne annunciato il crowdfunding del film può iniziare a prepararsi a un "beh? tutto qui?". stessa cosa gli estimatori di marshall (il sottoscritto non è tra questi, e la prova scadente che offre anche qui non fa che rinforzare l'idiosincrasia verso il suo cinema). alla fine in termini di ambiguità e graficità, e di evidenziatore più volte calcato su quello che dovrebbe essere il tema conduttore dell'antologia (l'eredità degli orrori dell'identità nazionale) è marshall a fare la parte del dragone.
facciamo un po' d'ordine: jorg, nel segmento più frettoloso dell'operazione, si limita a ricalcare quanto di locomotore aveva
schramm, cioé a ibridare il rape and revenge (se l'uno e l'altro siano realmente esperiti o meno o se uno dei due abbia avuto luogo e l'altro no non verrà scaltramente chiarito fino alla fine, e questo è forse l'aspetto migliore di tutto l'episodio) di una figlia nei confronti del padre al delirio allucinatorio miscelato alla quotidianità; la mano registica è salda, le idee sono molto chiare, la vis poetica decadente e malaticcia che ha sempre contraddistinto il suo agere non viene meno (anche se un po' troppo semplificata dal parallelismo tra guinea pig e rovesciamento vittima-carnefice), ma dobbiamo dimenticare quella che era la lacaniana cifra linguistica del suo cinema; qua il nostro si muove sotto l'egida della buona educazione, evidentemente intimidito e surclassato da un decennio di ineguagliabili eccessi torture, coi quali vuoi o non vuoi sembra non riuscire a mettersi in pari. non ci sono quindi nè sporcizia/ricerca sperimentale, nè rinnovamento linguistico né quella virulenta adesione al tema capace di ammorbarci davvero. forse il forzato passaggio al digitale l'ha un po' demotivato.
il kowakowski dello strepitoso
zero killed rinconferma tutta la sua sagacia e se la gioca, quanto a ambiguità metastorica e dispendio di graficità ed eccessi, decisamente meglio, cioé più sporca, narrandoci di corsi e ricorsi storici di un odio veicolato da principi razziali, ma dimostrandoci in finale (grazie a un sagace gioco delle parti tra vittime e carnefici i cui sviluppi è bene tacere) che il male è talmente stupido, ottuso e banale che non ha bisogno di veri e propri appigli o ismi per imperare. è semplicemente connaturato all'umana condizione.
a marshall spetta il compito di sottrarre il film a una gradevole medietà e farlo piombare dalle parti della più consistente mediocrità, distaccandosi anzitutto dal tema trainante e assecondando tutto il magico mondo di esoterismo e sesso violento e turbolento e timbri e toni da fumetto o da produzione indie poco più che amateurish che faranno felice forse chi preferisce un orrore più sbracato e "fanzinaro" e meno complicato da vezzi intellettuali (vedi il filtro super 8 come proiezione mentale del delirio dell'adolescente nel segmento di jorg, appunto). lo smargiasso lo farà però solo negli ultimi minuti dopo averci fatto attraversare una selva di spazientiti sbuffi e sonori sbadigli, sfoderando attimi che nulla hanno da invidiare allo yuzna di
society o al gordon di
from beyond, e più per esteso a certo lovecraft. ma è uno zuccherino di poco conto, che si scioglie in bocca rapidamente, e che appaga solo l'occhio per un paio di minuti. una gemma che ci fa applaudire il solo responsabile degli f/x (che sono rigorosamente old school, in lattice) ma restare con la carogna verso regia e sceneggiatura.
chiudono degli end credits very very classy.
in sintesi siamo di fronte a un prodotto grossomodo ordinario, ove i tre registi non aprono a nessun rinascimento espressivo (forse ormai impossibile nel 2015) né a chissà quale dimora di eccessi (come sopra: forse ormai tutti assimilati e metabolizzati da smaliziati e non), ma comunque più che dignitoso, coi suoi ups and downs. tuttavia deludente: spiace dover recriminare a buttgereit che da lui era lecito attendersi qualcosa di superiore, o di differente. o, nella peggiore delle ipotesi, di pari all'ultima prova.
sarà per la prossima volta??
Bubobubo
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