Discussioni su Demonlover - Film (2002)

DISCUSSIONE GENERALE

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  • Buiomega71 • 24/09/12 09:54
    Consigliere - 25933 interventi
    Leggendo le varie recensioni ( che lo definiscono "cyberthriller" o un amalgama di "spionaggio industriale") e la poco emozionante filmografia del suo regista (Irma Vep, seppur bizzarro, era un tantinello noiosetto) e la sua durata (116 minuti) ho sempre rimandato la visione di questo film ai posteri.

    E invece e stata una rivelazione, una vera sorpresa, che mai mi sarei aspettato da un autore, un tantino snob, come Assayas.

    Il film già inchioda e ipnotizza dalle prime immagini girate sull'aereo, poi ti coinvolge e travolge per tutta la sua durata.

    I temi affrontati da Assayas sono: il porno via web, tra anime hard alla "Doki doki" e i siti web di tortura snuff , che apparentano strettamente il film al Videodrome cronenberghiano (nel capolavoro di Cronenberg una emittente pirata trasmetteva immagini di sesso, morte e dolore) in Demonlover un sito web illegale (dislocato nel deserto della California) trasmette immagini di torture come se fosse un "You Porn" del dolore e della morte.

    Assayas non fà sconti, picchia quando vuol picchiare e il suo, se vuole, diventa cinema estremo, carnale, sanguigno e dolorosissimo.

    Ambientato a Parigi, poi a Tokyo (l'amore viscerale di Assayas per l'oriente si respira a pieni polmoni)e infine, nel finale incubo che stà tra David Lynch, Bruno Dumont e uno psycho-thriller americano, nell'oscuro e opprimente deserto californiano, in una chiusa finale che mette i brividi e non dà speranza alcuna.

    Bellissima la parte ambientata a Tokyo, con la Connie Nielsen (davvero bella e glaciale) che si guarda i porno lesbo giappo nella pay-tv della camera dell'albergo, e lo stesso fa Charles Berling, con hard nipponici pixelati di fellatio e doppie penetrazioni.

    Davvero gran cinema quello del grande Assayas, che regala schegge di insospettata e furente violenza (la selvaggia lotta tra la Nielsen-che sembra una Irma Vep in sedicesimo-e Gina Gershon nella camera d'albergo, pistole che fanno saltare le cervella dopo un rovente amplesso e tutta la parte finale nel deserto americano che da al film un sapore prettamente horror, tra 8 MM e Wolf Creek).

    Glaciale e spietata Chloe Sevigny, una sorta di implacabile sicaria, e impagabile quando gioca alla PlayStation nuda sul letto.

    Tra feticismo (la Gershon e la Sevigny nel negozio di scarpe), snuff movie, manga porno, aziende di siti per adulti via web, doppi e tripli giochi, sete di potere e "torture porn", Assayas firma un opera intensa, spiazzante, disturbante e glaciale, ora raffinata, ora truce.

    Un vero peccato che da noi abbia baipassato il cinema finendo direttamente negli "straight to video".

    Assolutamente da recuperare e da riscoprire, non ci sono scuse.
    Ultima modifica: 24/09/12 11:20 da Buiomega71