Buiomega71 • 7/04/14 10:21
Consigliere - 27092 interventiKammerspiel sudicio e zozzo, grondante sangue e olezzante morte, che assume - a tratti - i lineamenti grotteschi di una sitcom dell'orrore. La Lynch si dimostra figlia di cotanto padre (non mancano le frecciatine al cinema visionario di papà: i neon, i giardinetti con villette dove sotto "cova il marcio", l'urlo muto di "Coniglio", i flash incubotici, il tugurio del serial killer con televisore-quasi- sempre acceso), destabilizza e, a volte, picchia duro (i terrifici flash con incesto forzato madre/figlio, sotto le direttive di un padre perverso e sadico), entrando nella vita quotidiana di un serial killer, raggiungendo vette feroci e disturbanti alla
Henry pioggia di sangue. Malsano, ma anche pervaso da una "educazione genitoriale nell'uccidere", dove le vittime sono viste con distacco, quasi come se fossero dei pezzi di carne da fare a pezzi, per poi seppelirle nello scantinato
Straordinario, visivamente e per angoscia, tutto l'incipt iniziale con Julia Ormond e suo figlio , da quando escono di casa, fino al rapimento del "taxi driver" collezionista di corpi (un Vincent D'Onofrio sudicio e "cannibalico", che definire immenso e poco)
Poi la "convivenza" forzata tra il serial killer e il "giovane apprendista" (suo malgrado) nella fetida casa degli orrori, dagli studi di anatomia (l'ossessione lynchiana per il corpo umano, buon sangue non mente), al trapasso generazionale dell'arte nell'uccidere (con un rito di "iniziazione sessuale" che mette i brividi)
La Lynch non molla mai la tensione, nemmeno nei momenti "morti", con una suspence costante che entra sottopelle
E se esce dalla casa, lo fa con flash terribili, scorrazzate notturne alla Ted Bundy e scorci di vita quotidiana del tassista di D'Onofrio (da antologia quando carica a bordo un padre despota e suo figlio, che le rammentano dolorosi ricordi)
Evita il gran guignol (anche se le gole squarciate delle vittime zampillano sangue quasi fulciano), mostrando la vittima ora preda in tentate fughe (la ragazza mezza nuda e tagliuzzata che cerca l'uscita della casa), o "portate" a casa (la prostituta ubriaca che cerca il bagno per fare pipì) e dispensa un atmosfera lurida e malsana che entra nella pelle, con corpi femminili villipesi e martoriati
Il pre finale può sembrare "convenzionale" (ma la tensione va a mille), e il twist finale arriva come una doccia fredda , con chiusa (sui titoli di coda senza musiche, ma con i rumori di fondo del protagonista) inquietante
SPOILER
Insomma, la famiglia e sempre la famiglia, come diceva Jim Siedow in "Non Aprite quella porta 2"
FINE SPOILER
Momenti che rimangono nella memoria: Tutta la parte, nella fetida stanzina, con la giovane Angie-che ha pure le piante dei piedi sporche-; "HELP" scritto sulla portiera del taxi; Il gioco con le carte d'identità delle vittime, come se fosse una partita a briscola; la prima tentata fuga di "Coniglio" sul tetto della casa del serial killer sperduta nel nulla; gli incubi di D'Onofrio; il rapporto distorto padre e figlio
Che Jennifer (nel film appare anche in un ruolo cameo, e la cuoca che cucina in tv , mentre D'Onofrio fà zapping in tv) fosse una autrice straordinaria lo aveva già confermato già nella sua opera prima (
Boxing Helena rimane per me un cult novantiano assoluto, e anche qui qualcosa da "inscatolare" c'è-soprattutto nel finale me lo ha fatto venire in mente), ma qui rinasce di una maturità e di una visceralità che lasciano il segno, (ri)confermandosi autrice di razza e personalissima
Cinema raggelante e intinto nel fetido, quasi necroforo e con quel sentore marciscente da "crime movie" che fà sembrare i Saw giochetti per bambini, e porta in superficie reminiscenze di
Maniac e
Henry
Forse il "crime movie" più intenso degli ultimi anni
Greymouser
Daniela, Didda23, Lucius, Buiomega71, Taxius
Gestarsh99, Mickes2, Puppigallo, Giùan, Alex75
Cotola, Deepred89, Pumpkh75, Luchi78, Fedeerra, Kinodrop
Cloack 77, Bisturi, Jdelarge
Undying, Rebis