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Discussioni su Breeder - Film (2020)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/11/20 DAL BENEMERITO COTOLA
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  • Quello che si dice un buon film:
    Cotola, Herrkinski
  • Non male, dopotutto:
    Fedeerra
  • Mediocre, ma con un suo perché:
    Daniela, Schramm, Lupus73
  • Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
    Kinodrop, Buiomega71
  • Gravemente insufficiente!:
    Rufus68

DISCUSSIONE GENERALE

1 post
  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Buiomega71 • 19/11/22 10:13
    Consigliere - 27213 interventi
    Se Shainberg con Rupture usava più o meno gli stessi stilemi ma ci aggiungeva un originale tocco sci-fi che faceva apprezzare l'opera, l'ex socio di Refn, Jens Dahl, la butta sull'exploitation più trita e ritrita (non se ne può davvero più di edifici e stanzette lerce fatiscenti post Saw e post Hostel, senza un briciolo di inventiva) che rasenta la noia e la più fastidiosa convenzionalità.

    L'inizio dalle gelide atmosfere cronenberghiane faceva ben sperare, ma invano, e quando Mia entra nella fabbrica abbandonata il film crolla inesorabilmente verso le classiche derive del torture porn che lasciano totalmente indifferenti (denti strappati, bastonate, marchiature a fuoco, bocche graffettate alla Casa 4) e amplificano il tedio, senza nessun sussulto e nessun tipo di empatia per i personaggi monodimensionali.

    A parte una curiosa attrattiva per i liquami umani (minzioni reiterate, sputate in bocca), il cassonetto zeppo di neonati putrefatti, il vecchio Johansson che si masturba nell'apoteosi dello squallore, Mia che si dà all'autoerotismo calzando gli stivali da fantina e tormentandosi le natiche con gli speroni con livore masochistico, tutto il resto è da b-movie già nato vecchio e sorpassato (come se i nostri nazi fossero passati invano, riprendendo per l'ennesima volta le coordinate , ormai stantie, dei vari Hostel e di Martyrs, ma senza averne lo stesso coraggio di andare fino in fondo, oltretutto ), con fiacchi rimandi al BDSM, personaggi che vorrebbero essere spaventosi e sadici ma sono solo ridicole macchiette (i due aguzzini "il cane" e "il maiale", la dottoressa simil Ilsa in versione scientifica) e un finalone vendicativo tanto chiassoso quanto scontato che sta tra i WIP di Bruno Mattei e Non guardare in cantina.

    Peccato perchè dalla scandinavia, di solito, arrivano opere interessanti, ma non è questo il caso, dove Dahl non fa altro che scimmiottare un sottogenere ormai alla frutta, non preoccupandosi nemmeno di dare un colpo di scena o una benchè minima parvenza di bizzarria.

    Tutto già visto e rivisto, assimilato e digerito, che scivola addosso nell'indifferenza totale, in quello che, una volta, quì sul Davi, si poteva tranquillamente definire un filmaccio.

    Cast tecnico anonimo (come la regia di Dahl) e la Ditlevsen che, nelle espressioni terrorizzate (e non credibilissime), assomiglia un pò a Susan George e poi ma davvero basta con questi tuguri delle torture e stabili fatiscenti fini a sè stessi che già inflazionavano il (de)genere a partire dal 2005.

    Inutile, dimenticabile in pochi secondi oltre che a essere esteticamente bruttarello.

    A questo punto meglio rileggersi, con nostalgia,  le misogine derive sadoerotiche/splatter  marchiate Ediperiodici di Storie blu o Terror blu, di cui questo sciapito e banale Breeder cerca, inutilmente, di rinverdine i fasti (nefasti) su pellicola.




    Ultima modifica: 20/11/22 11:56 da Buiomega71