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Tutti i commenti e le recensioni di Zebrahead

TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/09/19 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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Buiomega71 7/09/19 00:58 - 3164 commenti

I gusti di Buiomega71

Tematiche care a Spike Lee e a John Singleton, nelle mani di Drazan diventano un filmetto ben realizzato (ottimi interpreti, una Detroit periferica e degradata, una fotografia calda e avvolgente) ma che manca di mordente, con la solita storia dell'Indovina chi viene a cena questa volta al contrario, con i neri che odiano i bianchi, gli ebrei, i cinesi, i musulmani e gli italiani con spizzichi da school movie ormai stantii. A parte la sparatoria al pattinaggio e la figura dell'emarginato nero Nut che vomita parolacce rimane ben poco per cui emozionarsi.
MEMORABILE: Il nero musulmano che detesta i bianchi; La scarrellata di parolacce che Nut vomita addosso a Zack mentre esce con Nikki; Il funerale; Al pattinaggio.

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  • Discussione Buiomega71 • 7/09/19 10:09
    Consigliere - 27522 interventi
    Filmetto finito nell'oblio, tipico prodotto sulla gioventù degli anni 90 tra multirazzialità (c'è di tutto, dagli ebrei, passando per gli italiani, dagli asiatici, ai neri che odiano i bianchi, dai bianchi che si comportano come i neri), alla cultura per la musica nera (l'immancabile, insopportabile, rap), scimmiottando un pò Spike Lee (Jungle fever in primis) e un pò John Singleton.

    A parte la calda e avvolgente fotografia di Maryse Alberti (che dà al film un look metropolitano con chiaroscuri quasi ferreriani), una Detroit presa nelle sue periferie e nel suo degrado e la sequenza della sparatoria sulla pista da pattinaggio (comunque ben girata), l'opera prima di Drazan non decolla mai, non riesce mai davvero ad appassionare risultando senza mordente e scivolando nel politicamente corretto.

    Sprazzi da school movie ormai stantii, odiosi neri musulmani che fanno tanto Spike Lee e delirano con discorsi razzisti contro la razza bianca, storiella d'amore interacial, dove il clichè di Indovina chi viene a cena (questa volta invertendo i ruoli: lui bianco, lei nera) viene inserito nel contesto della gioventù dei primi anni 90, tutta rappate, parolacce e emarginazione (nella figura del nero disadattato Nut-Knock nella versione italiana, tanto per far confusione coi nomi-, ribelle e solitaria scheggia impazzita, che, in una delle scene migliori del film, prende a vagonate di turpiloquio il povero Zack che và a prendere Nikki per uscire, con aggiunta di un "testa di cazzo alla Bart Simpson!")

    Ma tra terreni che prendono subito fuoco (non si capisce bene il perchè, forse l'inquinamento?), funerali, gesti estremi di una rabbia covata da tempo, battibecchi tra fidanzati (e il rapporto di coppia tra Zack e Nikki non è gestito benissimo, non approfondendo mai la loro storia d'amore, tanto che non arriva a segno nessuna empatia tra i due), padri libertini e superficiali con la passione per la musica, bianchi WASP che fingono di accettare chi ha il colore della pelle diverso dal loro invitandoli alle feste (la nera Nikki, fidanzata del bianco Zack) e le solite moralette sull'eguaglianza, il film resta tiepidino, senza regalare particolari sussulti o incisive emozioni, scivolando addosso, pregno di una banalità narrativa da rasentare lo stucchevole.

    Un pò bamboccione Rapaport, mentre Candy Anne Brown (la madre di Nikki) è un gran bel pezzo di donna nera di una sensualità notevole, altrochè e sicuramente meno sciapa della figlia.

    Tra i produttori esecutivi c'è Oliver Stone e il film vinse un premio a Locarno e al Sundance film festival del 1992.

    Troppa convenzionalità, troppa roba viste altre mille volte (e narrata con maggior intensità), troppi stereotipi e luoghi comuni.

    Il finale buonista, poi, ammazza ogni possibilità di rivalutazione.
    Ultima modifica: 7/09/19 11:57 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 7/09/19 10:18
    Consigliere - 27522 interventi
    Direttamente dalla collezione privata di Buiomega71, la vhs Columbia Tristar:

    Edizione: luglio 1994

    Durata effettiva: 1h, 38m e 46s

    Ultima modifica: 7/09/19 18:57 da Zender