Note: Il regista Dylan Brown è stato licenziato durante le ultime fasi della lavorazione per "condotta inappropriata” e molestie. Nonostante le offerte della produzione, nessuno ha voluto prendere il suo posto, quindi la produzione ha fatto uscire il film senza un regista ufficiale.
Un film d'animazione bello, allegro e colorato, pieno di comicità, emozioni gentili, saggezza, armonia, felicità. Contiene anche interessanti spunti esistenziali e intelligenti che sono indirizzati sia ai bambini che a noi adulti. Gli ideali alla base della storia definiscono il modo in cui i film d'animazione dovrebbero sempre essere. Migliorando alcune parti il film avrebbe potuto essere anche leggendario. In equilibrio tra intrattenimento e insegnamenti di vita, il suo messaggio è "divertiti e prova a ritrovare il bimbo che è dentro di te".
Film d'animazione senza arte né parte che prova a declinare per la centoventimilionesima volta il vecchio adagio di Marcuse che voleva l'immaginazione al potere. Purtroppo però l'unica fantasia si trova in questo caso nella costruzione del luna park immaginario, qua e là discretamente ingegnosa; il resto sa molto di già visto, a cominciare dai vari animali che scorrazzano per detto parco per finire al nulla che mangia tutto di endiana memoria. A completare il quadro c'è anche una scimmia che crede in se stessa e nella forza dell'amicizia. Piatto.
Inizia in sordina e sembra semplice e banale, poi però emerge il vero tema e la pellicola diventa veloce, divertente e con un ottimo messaggio sottinteso. L'avventura esalta l'immaginazione, il sogno di una bambina geniale che attraversa la realtà, quella che improvvisamente è diventata dura e ostile. La malattia della mamma: cosa c'è di peggio per una piccolina? Ma la risposta non è la resa, che consente alla nube nera di distruggere il suo mondo immaginifico. Si immagina e si crea; è così che donne e uomini speciali hanno fatto grande il nostro mondo.
Ennesima declinazione del tema della fantasia al potere, commista in questo caso all’angoscia esistenziale legata alla perdita di qualcuno che ci è caro (la grande ombra come metafora della malattia). Tutto è declinato in una favola animata, apprezzabile per la parte grafica e la tecnica impeccabile ma narrativamente confusa e poco lineare (con personaggi peraltro caratterizzati senza originalità), e che ha dimenticato la semplicità dei capolavori del genere.
Non rinunciare alla fantasia, neanche quando il dolore rischia di annientarla: la morale, vagamente debitrice alla Storia infinita, trova applicazione nel racconto della bambina con la madre ammalata, che combatte per ridare vita al luna park da lei creato che rischia di sparire. Ma c’è un problema concettuale, perché per “fantasia” i creatori intendono banalmente un caos colorato e chiassoso. E infatti il film è un confuso e ipercinetico agglomerato di roba sciabordante, che rende pretestuosa la narrazione. Evitabile.
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Il film è ufficialmente senza regista, quindi nella scheda va messo Dylan Brown (n.c.). Occorre quindi aggiungere nelle note una spiegazione, e cioè (se non è troppo lungo): Il regista Dylan Brown è stato licenziato durante le ultime fasi della lavorazione per "condotta inappropriata” e molestie. Nonostante le offerte della produzione, nessuno ha voluto prendere il suo posto, quindi la produzione ha fatto uscire il film senza un regista ufficiale.
DiscussioneZender • 11/04/21 13:20 Capo scrivano - 48839 interventi