Viva Maria! - Film (1965)

Ibrido, lento. Vien da dire che non è un genere da “francesi”, ma che genere è? Un po’ commedia, un po’ musical, con parte zorresca, poi tortilla con aspetti alla Trinità e nazionalismo transalpino. Ma la macedonia è pesante e il film non va, se non quando prende una piega meno stramba (revolución e buffonerie, ma c’è voluta un’ora) tralasciando gli orpelli che con la trama principale c’entrano poco (gli strip, gli amori di B.B.), trama principale, peraltro, che nasce in modo assurdo, con la conversione della Moreau alla revolución. Evitabile.

Western rivoluzionario da operetta, in cui Malle si lancia con ingenti mezzi in quel genere parodistico che farà fortuna in molte produzioni italiane: ecco quindi comparire, accanto ad agguati, sparatorie, slogan socialisti («la proprietà è un furto»), gli strip-tease improvvisati da Bardot e Moreau, banditi travestiti da frati, rosari con proiettili al posto dei grani, strumenti di tortura da Inquisizione dall'effetto boomerang. Tuttavia proprio tale eterogeneità, non gestita con adeguato brio, finisce col rendere il film lento e pesante.

Due Marie - la prima pensosa figlia di un bombarolo irlandese, l'altra francese più sbarazzina dedita all'arte circense - si mettono a capo di una rivolta popolare contro un dittatorello sudamericano... Molto contando sul fascino assortito delle due dive, Malle dirige un pot-pourri speziatissimo che mescola il serio ed il faceto, i discorsi filo-rivoluzionari e le birbonate picaresche. Il risultato può all'inizio incuriosire, ma viene presto a noia per manifesta scombinataggine. Si può riconoscere Viva Maria! come il film più originale del regista, ma a patto di definirlo anche il più brutto.