Da German, ottimo regista di genere sovietico, il film che ha in un certo senso decodificato il suo stile specializzato nel cinema di guerra. Qui siamo però su un registro maggiormente drammatico e anche intimista, molto meno d'azione che in alcuni suoi lavori successivi. Il protagonista è Lopatin, un corrispondente di guerra, che come da titolo trascorre venti giorni nelle retrovie, lontano dal fronte e documentando la situazione a Tashkent in Uzbekistan. German è molto bravo nel trasmettere le sensazioni stranianti di una situazione irreale, di stasi da una emergenza, dalla paura.
MEMORABILE: Le varie donne del film, tutte interessanti, vivide, trascinanti ognuna a modo suo, molto diverse dalla solita realtà; Il bellissimo bianco e nero.
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* Il monologo del pilota è stato concepito e girato come un'unica ripresa continua. Eppure German dovette fare un taglio nel punto in cui Aleksey Petrenko ha usato in modo incontrollato un linguaggio volgare.
* Prima delle riprese, German lesse delle poesie al direttore della fotografia Valeri Fedosov affinché quest'ultimo trovasse la giusta atmosfera. Il risultato si vede sullo schermo.