Greyhound: il nemico invisibile - Film (2020)

Greyhound: il nemico invisibile
Locandina Greyhound: il nemico invisibile - Film (2020)
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Greyhound
Anno: 2020
Genere: guerra (colore)

Cast completo di Greyhound: il nemico invisibile

Note: Tratto dal romanzo di C.S. Forester "The Good Shepherd" (1955).

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La nostra recensione di Greyhound: il nemico invisibile

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Cambia l'ottica. Se per tradizione le lunghe battaglie tra navi e sommergibili eravamo abituati a viverle perlopiù dall'interno di questi ultimi, qui sono loro, nello specifico i famigerati U-Boot tedeschi, a finire nel mirino. Prendendo spunto da un romanzo del 1955 di C.S. Forester, "The Good Shepherd", Tom Hanks stesso scrive una sceneggiatura che racconta la missione di scorta del cacciatorpediniere USS Keeling (nome in codice "Greyhound"), chiamato come molti altri ad accompagnare le navi Alleate che traversano nel Nord Atlantico il cosiddetto "Black Pit" (pozzo nero), ovvero quel tratto di mare che gli aerei americani non arrivano a coprire e quelli...Leggi tutto inglesi sull'altra sponda nemmeno. Siamo in piena Seconda Guerra Mondiale (Febbraio del 1942, per la precisione) e i sommergibili nazisti attaccano le navi proprio lì, dove sono più vulnerabili. Il capitano Krause (Hanks) è alla sua prima traversata ma mostra già grande competenza (nonché un animo profondamente religioso, come si può arguire dal titolo del romanzo). Il cacciatorpediniere ha caratteristiche di grande agilità rispetto agli incrociatori e alle navi di stazza maggiore, ha modo di evitare più facilmente i siluri contrattaccando: sono operazioni ben documentate da una regia - di Aaron Schneider - che punta tutto sulla concitatata drammaticità dell'azione e l'ampiezza dei movimenti, con belle panoramiche dall'alto (in un caso addirittura salendo oltre le nuvole fino a inquadrare l'aurora boreale!) e veloci discese, il mare mosso in uno scenario in definitiva di grande suggestione. Di particolare effetto le riprese dei traccianti dei siluri e degli U-boot che minacciosi emergono tra le onde; il nemico invisibile, appunto, da individuare coi sonar e ascoltando in cuffia il rumore delle eliche, da osservare mentre attacca e bombarda le navi che lo circondano. Convincono molto meno le dinamiche a bordo, con situazioni e dialoghi elementari che si fatica a seguire con vero interesse. E' innegabile che la claustrofobica condizione di chi combatte in un sommergibile risulti più intrigante (qui le soggettive dei nazisti si limitano a un paio di viste dal periscopio, ma è chiaro come li si identifichi come nemici senza volto, da sterminare senza che si sappia mai cosa pensino, vedano o come agiscano): la guerra in superficie è quella di chi non può nascondersi in alcun modo, obiettivo sempre visibile, non statico ma certo poco di movimento. Di conseguenza, dal momento che le tattiche non possono rivelarsi troppo fantasiose, si rischia di seguire la vicenda con sufficienza, e quel flashback "due mesi prima" con Elisabeth Shue è terribilmente pletorico, ridicola concessione a un unico personaggio femminile di cui davvero qui non si sentiva la mancanza. Durata limitatissima (tolti i titoli di coda si raggiunge a malapena l'ora e venti), trionfo del digitale realizzato fortunatamente con gusto e competenza, efficace e fondamentale in molti frangenti la colonna sonora tagliente di Blake Neely. La sostanza però è poca e a parte qualche guizzo i sussulti mancano, la tensione pure e anche il Tom Hanks attore non aggiunge granché, con scene posticce legate alla religiosità del capitano o all'affetto per il cuoco ucciso. Dopo la prima mezz'ora si ha già bene l'idea di ciò a cui si assisterà e non resta che godersi i non troppi momenti in cui la tensione sale.

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Tutti i commenti e le recensioni di Greyhound: il nemico invisibile

TITOLO INSERITO IL GIORNO 16/07/20 DAL DAVINOTTI
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Rambo90 18/07/20 22:41 - 7995 commenti

I gusti di Rambo90

Non male. Innegabile che regia e ritmo siano svelti e riescano ad agganciare lo spettatore. Peccato che la sceneggiatura, oltre a una lunga e serrata battaglia, non offra altro, con il protagonista delineato in modo convenzionale, quel tanto che basta per prenderlo in simpatia (con pleonastica love story accennata in flashback). Hanks chiaramente è professionale e gli effetti speciali fanno uso massiccio di CGI senza risultare però sgradevoli o troppo artefatti. Verso la fine un paio di momenti fanno sobbalzare dalla sedia, ma si sente la mancanza di qualcosa di più profondo.

Daniela 17/07/20 06:13 - 13269 commenti

I gusti di Daniela

Capitano di fresca nomina assume il comando di un cacciatorpediniere che guida un convoglio di navi alleate attraverso l'Atlantico, cercando di limitare le perdite inflitte dagli U-boot tedeschi... A parte un preambolo in flashback dal sapore posticcio, tutta l'azione si svolge nell'arco di poche ore  adottando il punto di vista dell'equipaggio del cacciatorpediniere. Questa scelta, insieme al registro realistico adottato, si traduce in una certa monotonia data la ripetitività delle situazioni affrontate. Il cast incide poco mentre hanno maggior rilievo i buoni effetti speciali. 

Galbo 8/11/20 17:47 - 12641 commenti

I gusti di Galbo

Greyhound è la storia di una missione transatlantica di rifornimento bellico a bordo della nave del comandante della stessa. E' difficile raccontare qualcosa di nuovo sul secondo conflitto mondiale. Al netto del valore tecnico indubbio della pellicola, è da rimarcare una certa "piattezza" della narrazione, senza grandi momenti di coinvolgimento emotivo e uno spezzone privato riguardante il protagonista piuttosto posticcio. Professionale la prova di Hanks, anche sceneggiatore di un film che si può vedere ma non entusiasma. 

Jandileida 4/08/23 10:11 - 1679 commenti

I gusti di Jandileida

La scrittura di Hanks risente di un certo, forse inevitabile, "spielberghismo", con tutti i pregi (su tutti la fluidità del racconto) e tutti i difetti (una certa, imperturbabile, tendenza alla semplificazione) del caso. Da ciò consegue un discreto film di guerra marinara ma che, se si vuole andare oltre un "buoni contro cattivi" dal sapore antico, finisce per non lasciare troppe tracce. Appesantito qua e là da una certa ripetitività e con un incipit sentimentale pessimo, riesce comunque nell'intento di intrattenere e di coinvolgere, seppur blandamente. Professionale ma senz'anima.

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