Tinnitus - Film (2022)

Ex-campionessa olimpica di nuoto entra in crisi a causa di un acufene cronico. Non si capisce bene dove il film del brasiliano Graziosi volesse andare a parare; non vi si trovano molte tracce del "body-horror" con cui è stato da più parti associato, sembrando più concentrato su una spirale di disagio psicologico che di thriller ha forse l'atmosfera cupa e l'aggravarsi della condizione della protagonista, finendo decisamente più dalle parti di Il cigno nero in chiave sportiva. Nel complesso molto noioso, senza particolari acuti e spesso affossato da una narrazione confusa.

Ipnoacusie per gravidanze e danze gravi, volteggi e voltaggi visivi, labirintiti dell'immagine e parotiti mentali a ostacolare il sesso come sport e lo sport come sessualità. Più allettato a esprimere che a raccontare, a simboleggiare a vuoto e a nuoto (la coclea olimpionica) che a enunciare o sviluppare e avviluppare, Graziosi va piano e sano ma non lontano, senza mai far prorompere la sua eroina del disturbo uditivo e noi al seguito in quella beata follia kerriganian-andersoniana che avrebbe reso il film energico e traumatizzante per quanto fac-similare e più gratificata la sala.