The stand - Serie TV (2020)

Tanto si poteva criticare Mick Garris per aver trattato l'adattamento del '94 con telefilmica piattezza, ma se il processo di modernizzazione narrativa consiste nell'affastellare flashback e flashforward in un guazzabuglio che, oltre a confondere chi non ha letto il romanzo, indebolisce i personaggi e omette passaggi essenziali per l'innalzamento emotivo, ben venga la semplificazione! Bisogna comunque apprezzare l'inasprimento della crudezza grafica, la netta superiorità degli effetti visivi e il cast. Il finale contiene un (non) epilogo inedito scritto da King, melenso ma coerente.

Uscita in sordina e dimenticata in brevissimo tempo, è una miniserie dall’incipit straordinario ma che, di episodio in episodio, va spostandosi sempre di più verso la mediocrità. L’approccio estetico-narrativo risulta caotico e noioso, privo di atmosfera, plastificato e, a differenza dell’opera letteraria, tutt’altro che politico. Gran parte del cast funziona (Amber Heard su tutti), ma se cercate il pessimista e polveroso universo di King non lo troverete da queste parti.