The other side - Film (2020)

Cinema svedese solo nei toni freddi e nel ritmo letargico, perché trama e jumpscare d'ordinanza sono presi in prestito dagli horror americani. La trama vede la classica presenza in una casa abbandonata accanto ad una appena acquistata, con bambino che da subito percepisce qualcosa che non va e la matrigna che tenta di salvarlo. Poca roba, con spaventi calcolatissimi e reazioni da parte dei personaggi assolutamente fuori norma. Anticlimatico tra l'altro il finale, nel quale non ci viene data nemmeno la soddisfazione di sapere chi era la presenza e cosa voleva. Brutto.

Deludente riproposizione della classica tematica "oscure presenza nella nuova casa", per nulla impreziosita dalla location nordica. Jump scare telefonati, sottotrame poco approfondite (la madre morta), il tutto stiracchiato fino a raggiungere un inconsistente epilogo. Tutto quello si vede si è già visto altrove, spesso in vesti migliori. Un disastro su quasi tutti i fronti.

Pellicola svedese (e lo si nota anche dall'ambientazione con le tipiche case scandinave suburbane in legno) che ripropone il tema del sovrannaturale in casa, e più nello specifico dell'entità simil babau che dialoga col bambino per intenzioni malevole. Nonostante una confezione dignitosa la sceneggiatura è assolutamente banale e scontata, soprattutto se confrontata con gli altri innumerevoli esempi del genere. Non ci sono soluzioni nuove e la regia non riesce a creare nemmeno quel vivo intrattenimento tipico di molti film che, pur non essendo originali, sono efficaci. Evitabilissimo.

Una famiglia decide di trasferirsi in un nuovo appartamento per ricominciare da capo e lasciarsi alle spalle i brutti ricordi. Qui troverà un'entità che ben presto si rivelerà essere una minaccia per il piccolo di casa. Ennesima variazione sul tema delle entità maligne che possiedono le abitazioni, questa volta in salsa scandinava. Il risultato è pessimo sotto ogni punto di vista. La sceneggiatura non presenta un solo elemento originale e il regista vuole far credere a tutti che, nonostante quello che succede ai protagonisti, questi continuino ad occupare indefessamente la dimora.

Niente di originale o di intrigante; una simile trama è stata esplorata più e più volte da produzioni (spesso mediocri) made in USA, e non si capisce come mai gli svedesi abbiano voluto imitare, anche nello stile, proprio qualcosa del genere (l'origine scandinava del prodotto è intuibile solamente dalle abitazioni mostrate). L'entità maligna avrà anche una buona realizzazione grafica, ma non molto altro; perché si trova proprio lì, e a che pro? Mistero. Una sequenza conclusiva sembra la copia, più povera e molto più frettolosa, di Babadook. Film noioso e tutto sommato scarso.

L’orrore vero è quello di aver sperperato gusti, volti e luci nordiche per rinchiudersi nell'abituale casa infestata da boo sonori e presenze spaventevoli, senza farsi mancare né il bambino che parla con l’entità invisibile che vede solo lui né la creatura disarticolata in CGI che rantola e cammina a quattro zampe con la testa indietro. Siamo chiaramente nella routine più arida e commerciale, con l’aggravante di un finale inedito nella sua artificialità in cui basta una semplice rivendicazione vocale per chiudere la vicenda. La Gwyn, almeno, ci prova. Una débâcle.