Jean Claude Van Damme è un ladro di opere d'arte, costretto a volare in Israele per aiutare il padre, catturato da una setta di fanatici. Qui conoscerà una bella poliziotta, Sofia Milos, che dopo le incomprensioni iniziali lo aiuterà. Ottimo film d'avventura, a tratti molto divertente e con scene d'azione e inseguimenti che non vi deluderanno. Non è però il solito film tutto calci e pugni, ma anzi un eccellente film d'avventura come non se ne vedevano da tempo.
MEMORABILE: Gli errori dal set, che vengono mostrati durante i titoli di coda.
Bei paesaggi (da cartolina), ritmo sostenuto e buone le musiche di Pino Donaggio, ma c'è poco altro in questo filmetto girato in una Tel Aviv da operetta, che fa il verso a Indiana Jones con tanto di ridicole sette del "nuovo ordine". Ordinaria amministrazione, un filmetto di avventura che non sfigurerebbe in un cinema parrocchiale della domenica pomeriggio. Il regista di Lionheart và con il pilota automatico, piuttosto svogliato e senza particolari guizzi. Si potevano evitare, sui titoli di coda, gli errori dal set, come nei film con Jackie Chan.
MEMORABILE: Il prologo, con i crociati e voce narrante, talmente "ben girato", da essere degno di una puntata di Quark condotta dal figlio di Piero Angela!
Ladro d'arte su commissione, il pirata gentiluomo Van Damme stende gli avversari con le pedate e le belle donne con le occhiate. Però è anche un bravo figliolo, pronto a correre in soccorso al babbo archeologo rapito a Tel Aviv, fra sette religiose segrete, poliziotte avvenenti e cattivi al solito imbranati. Ordinario filmetto d'azione, simile a tanti altri, che non risulta del tutto indigesto solo grazie alla faccia del piccoletto belga, più bellina e simpatica per natura di quelle ingrugnite di Norris o Segal.
MEMORABILE: Perchè scomodare Mosé per farlo morire di lì a poco?
Stavolta il Vandammone allo stato puro affronta una mianaccia di guerra santa-mondiale. Pensate che la sceneggiatura è stata scritta in collaborazione con Jean-Claude stesso, il che è tutto dire. Lui è un figo allucinante, ricco, sexy e fortissimo. La trama è costruita sulle sue performance marziali (niente di speciale comunque) condite da un buon numero di scene autoironiche le quali poche strappano un sorriso. Tutto sa di già visto.
MEMORABILE: Durante i titoli di coda JCVD prova a ricalcare lo stile di Jackie Chan mostrando gli errori sul set: ma non sono errori, bensì le sue scene più "cool".
Van Damme in versione Indiana Jones si avventura in una Tel Aviv da cartolina per recuperare il padre archeologo dalle grinfie di una setta segreta. Formulaico filmetto d'azione girato col pilota automatico, che però almeno non risulta troppo pesante, grazie ad un filo di ironia fra inseguimenti e combattimenti vari. Il resto è decisamente prevedibile, dall'infatuazione della bella co-protagonista al piano per scatenare una nuova guerra mondiale. La sagra del già visto.
Filmetto di avventure a basso costo ma con una sua dignità: Lettich negli anni novanta ha diretto solidi action e infatti riesce a costruire bene le coreografie e a dotare la pellicola del giusto ritmo. Van Damme si prende meno sul serio che in passato e diverte, Heston invece appare per pochi minuti, giusto per un saluto. Pessima la colonna sonora di Pino Donaggio.
Action convenzionale che vede l'attore belga cimentarsi tra opere d'arte e una misteriosa setta ebraica. Scazzottate infinite e due discreti inseguimenti non possono comunque elevare la pellicola al rango di capolavoro; anzi, tutto appare già visto. Comparsata per il grande Heston che poteva essere sfruttato meglio, mentre la Milos non buca come dovrebbe.
Sheldon Lettich HA DIRETTO ANCHE...
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HomevideoXtron • 1/04/12 10:51 Servizio caffè - 2232 interventi
Esiste il dvd CVC che ha una durata di 1h25m41s
CuriositàRaremirko • 17/11/13 01:22 Call center Davinotti - 3863 interventi
* La riproduzione del set fu particolarmente complicata, sia per esigenze moderne, sia per ricostruire gli ambienti antichi in modo credibile.
* Heston fu scelto anche in virtù della sua partecipazione ne I dieci comandamenti, girato sempre in Israele
* Il film mostra per la prima volta una crew internazionale autorizzata a lavorare per un film nella Città santa, incluse scene ambientate in veri palazzi governativi.