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LE LOCATION
TITOLO INSERITO IL GIORNO 12/09/18 DAL BENEMERITO CIAVAZZARO
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- Quello che si dice un buon film:
Ciavazzaro - Non male, dopotutto:
Herrkinski
Dopo aver perso un occhio durante un tentato furto, un artista impazzito comincia a uccidere e cavare gli occhi a belle ragazze. Destino segnato o potrà l'incontro con una giovane collega artista cambiare le cose? Low budget, ma un lurido serial-killer movie. L'uso di scenografie squallide e sporche (la strada, il macello) offre la giusta aria di degradazione al film e risulta apprezzabile l'aver dotato di una psicologia il killer. Non male anche gli omicidi (con una discreta dose splatter) e il protagonista. Da recuperare.
MEMORABILE: L'omicidio nel macello; La perdita dell'occhio nell'inizio; Il finale; La segretaria; La scena nel cimitero; I miei occhi!".
Truce horror 70s che si dimostra abbastanza avanti sui tempi, sia nel mostrare dettagli splatter che nel concetto di eye-violence, poi ripreso nel cinema di genere tante volte; anche le location suburbane e luride, nonchè la figura del serial-killer, sembrano anticipare i più blasonati lavori di Ferrara e Lustig, a creare un quadro di disagio, psicosi e povertà che risulta ancora efficace. I valori produttivi sono pauperistici, specialmente il grezzo montaggio e il suono - dai dialoghi confusi alla ost "rubata" - tuttavia aggiungono quella patina marcescente tipica di certi cult.
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- Serial-killer movie dai gloriosi anni settanta.
Lo squattrinato artista Arthur durante un furto in cerca di denaro per poter pagare l'affitto, viene privato di un occhio dalla spaventata vittima del reato.
Rimasto con una bandana nera sull'occhio perduto l'uomo comincerà una discesa verso la follia più nera, con un unica ossessione preservare in eterno gli occhi che dovrà strappare alle sue vittime !
Low budget, ma molto lurido.
Le squallide scenografie amplificano ancora di più il senso di marciume del film, tra strade con bidoni in bella vista e spazzatura, o macelli con enormi pezzi di carne appesi, o cimiteri, il protagonista persegue nella sua folla opera di distruzione di giovani vite, e tentativi di preservare i preziosi globi oculari.
Buona l'idea di dotare il serial-killer di una psicologia, anche attraverso l'uso della voce interna del killer che pensa da solo ad alta voce, e il non volerlo rappresentare come uno psicopatico puro, ma il voler dare una ragione alla sua follia.
Il protagonista Bo Brundin non è male.
Vedo invece che il cast è di assidui frequentatori
del cinema di genere usa della decade, e non se la cavano oscenamente.
Gli omicidi sono numerosi e seppure senza esagerare con gustosi particolari splatter dovuti al poco ortodosso metodo di estrazione degli occhi dagli involontari donatori.
Non male anche il finale nell'inquietante macello.
Se amate il genere low-budget, ma sporco e lurido un titolo niente male. - Grandioso Ciavazzà! Sempre ottimi i tuoi commenti, per queste perle settantiane sciaguratamente scansate dalla distribuzione nostrana..
- Bisso i complimenti del Digy, Mauro. I tuoi commenti sono perle che si aggiungono ad altre perle!!
PS questo è da tempi che devo recensirlo. - Mco ebbe a dire:
La locandina è stata ripresa totalmente dal Killer Eye di Date DeCoteau!! ;-)
In effetti... - trisso e quadrisso! avanti così siempre!
