Telefono caldo - Film (1992)

Telefono caldo
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Titolo originale: Sexual Response
Anno: 1992
Genere: thriller (colore)
Regia: Yaky Yosha
Note: Aka "144... Telefono caldo", "Tell Me Your Secrets", "Take My Body", "Night Line", "Secrets intimes".

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/03/21 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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Buiomega71 7/03/21 00:51 - 2910 commenti

I gusti di Buiomega71

Più che da un impegnato regista israeliano, questo sciapo thrilleretto da seconda serata pare diretto da un imitatore anonimo di Zalman King. Sesso patinatissimo (con qualche centimetro di pelle in più), notevoli nudi integrali della Tweed, una trama che non si capisce bene dove voglia andare a parare, amplessi plastici troppo lunghi e un tamarro belloccio che cita la Gioconda. Restano la possenza da predatore di Vernon Wells, le sculture di Todd Masters e un colpo in arrivo, al ralenti, sparato alla schiena di una ragazza ficcanaso. Blando e incolore il twist finale/parentale.
MEMORABILE: La Tweed che si leva le scarpette (basse); L'articolo di giornale con la precedente famiglia, Sgozzato sugli spaghetti; La scultura recapitata a casa.

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  • Discussione Buiomega71 • 7/03/21 10:10
    Consigliere - 25999 interventi
    7 serate all'insegna del noir 

    Il regista israeliano Yaki Yosha, in terra patria, pare sia un autore provocatorio e scomodo, che nei festival fa spesso parlare di sè per le tematiche dei suoi film (che stanno sul gozzo al governo israeliano, come quando dipinge il suo paese non proprio patriotticamente per quanto riguarda la guerra con il Libano), sostenuto da registi dalla stazza di Martin Scorsese.

    Poi Yosha và in america, e sforna un thrilleretto da discount buono giusto per le seconde serate di Italia 7 Gold, che pare diretto da un anonimo imitatore di Zalman King.

    Scritto male, diretto peggio, con una trama banale che non si sà bene dove voglia andare a parare (nessuna donna con un pò di buon gusto si farebbe sedurre da un tamarro con la faccia da stoccafisso, che se ne va in giro vestito come un buzzurro, che sembra uscito da un misero spot  della Denim, su una motocicletta, improbabilissimo scultore e che cita la Gioconda e che fa il duro dei budini molli, ma soprattutto nessun uomo con un pò di cervello in zucca si porterebbe a letto la moglie di Vernon Wells!), dove l'aspetto puramente thriller fa acqua da tutte le parti (blando e ben poco riuscito, se non addirittura ridicolo, il twist finale parentale), che per arrivarci ci si deve sorbire le copule e gli amplessi, patinatissimi e plastici (che mostrano qualche centimetro di pelle in più) alla Playboy della Tweed e di tal Levisetti, che trombano per quasi tutto il film (cultissimo, comunque, il cunnilingus picnichesco al posto del dessert).

    Il terribile doppiaggio italiano non aiuta (la voce di Wells è inascoltabile) nell'impresa, e non si capisce bene se il bel buzzurro sia lo stesso individuo, fuggito dal carcere, che stupra e uccide le donne, ma che importa? La Tweed lo ama perdutamente (vabbè) anche se il tipo , spesso, sbrocca con cambi di umore repentini e delira che vuol farle fuori il marito, e che solo lui sà il motivo (lo spettatore lo saprà solo alla resa dei conti finale) e la Tweed (che meriterebbe di meglio che un marito che non la comprende e un amante burino) si chiude in bagno a piangere(!).

    Il gialletto (poco) erotizzante, si salva dal completo disastro grazie alla possenza predatoria del grande Vernon Wells, che non ci pensa su due volte a sparare alla schiena di una ragazza ficcanaso in fuga (con sanguinoso colpo in arrivo al ralenti) in stile Terminator, che ha alle spalle una tragedia familiare e che sprizza minacciosità da tutti i pori.

    SPOILER
    E quello di finire infilzato, è una prerogativa dell'attore australiano, Commando docet.
    FINE SPOILER

    Dalla bellissima (e anche bravina) Shannon Tweed (un paio di poppe gustosissime, un nudo integrale quando esce dalla doccia e deliziosa quando , appena arrivata a casa, si leva le scarpette (basse ahimè)) e dalle inquietanti sculture create da sua maestà Todd Masters che adornano lo squallido tugurio dell'artista tamarrone, teatro del momento clou del film . dove salta fuori l'aspetto puramente "noir" e i "colpi di cena" (con scialbi riverberi horror, come lo sgozzamento slasher sul piatto di spaghetti nel frigo.

    Sprecatissima Catherine Oxenberg,  (apprezzata in Intesa fatale) che passa tutto il tempo a mordicchiar carote (metafora del sesso orale?) nella parte dell'odiosetta amica e collega della Tweed (che fa una specie di Talk Radio sui problemi di coppia) che però, al contrario della Tweed, indossa almeno un paio di deliziose scarpette con il tacco.

    La dimensione è quella del solito "thriller erotico" da bancarella dell'usato (sul modello della blanda saga di Night eyes), senza guizzi o particolarità che lo elevano dalla mediocrità, con l'insopportabile e abituale sax , di sottofondo, alle noiose scenette di congiunzione carnale in puro stile Zalman King (appunto)

    Yosha non dà nessunissimo contributo per far capire che viene dal cinema "impegnato" israeliano, e pare quasi che se ne vergogni, filmando il tutto in totale anonimità (potrebbe esserci dietro un Fred Olen Ray qualunque a questo punto, perchè lo stile, alla fine, è quello).

    Per chi si accontenta.


    Ultima modifica: 7/03/21 12:45 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 7/03/21 10:25
    Consigliere - 25999 interventi
    Direttamente dalla collezione privata di Buiomega71, la vhs Number One.

    Edizione: 1994
    Durata effettiva: 1h, 27m e 10s

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images56/telefonocaldo.jpg[/img]
    Ultima modifica: 7/03/21 16:27 da Zender