Salvatores, per il suo esordio dietro la macchina da presa, sceglie di portare su grande schermo lo spettacolo teatrale ispirato a Shakespeare che un buon successo aveva riscosso all'Elfo. Un mix sconclusionato di musical, cori e dialoghi tipicamente da palcoscenico che però può contare su un cast folto di nomi destinati a raggiungere la notorietà (Bisio, Barbareschi, Cederna, Haber...) e altri già conosciuti (Gianna Nannini, Flavio Bucci, Alberto Lionello...), sulla fotografia del futuro Premio Oscar Dante Spinotti e sulle musiche dell'ex Pfm Mauro Pagani. Insomma, le basi per far bene c'erano tutte, se consideriamo che lo stesso Salvatores dimostrerà...Leggi tutto di avere i numeri del gran regista. Invece, è triste dirlo, il film fin da subito rivela una natura eccessivamente sperimentale che rende la visione assai difficoltosa. In un castello sul Naviglio convergono gli strani personaggi (talvolta pesantemente truccati come nel caso di Bucci, Bisio o la Giannini) che avranno l'ingrato compito di tentare d'animare la scena. Non esiste una vera storia, solo specialità di scarso significato intervallati da danze coreografate con costumi quasi postatomici, che indubbiamente la fotografia esalta (così come gli interni cavernosi). Preso a piccole dosi il film funziona anche, ma poi, a lungo andare, si fa sfibrante. Peccato, perché il gusto estetico di Salvatores è rimarchevole e le musiche di Pagani ipnotiche, affascinanti.
Al netto di ingenuità ed errori, l'esordio di Salvatores è originale e intrigante. Il "Sogno" shakespeariano in versione giovanil-musicale, con gli elfi post-punk, ha una sua capacità evocativa ed è ben realizzato, giocando fra riprese del musical teatrale originario (che ricordo ancora con piacere dopo 30 anni) e trovate filmiche. Gli attori sono bravi e generosi (a parte l'ingessata Nannini, che perlomeno canta) e le location suggestive. Punto debole, la coreografia decisamente decontestualizzata. Si segue comunque con piacere e divertimento.
Esordio alla regia cinematografica di Salvatores, che non fece altro che portare sul grande schermo la sua personale rivisitazione teatrale del noto “sogno shakespeariano” in chiave giovanilistica-punk. La riduzione cinematografica pecca di tagli sull'opera e comunque l'idea fondamentale non si è rivelata azzeccata poiché il pubblico cinematografico (che disertò le sale) non è quello del teatro d'avanguardia (che riempì i teatri per un'intera stagione). Un film di non facile presa. Salvatores si rifarà.
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Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (mercoledì 17 luglio 1985) di Sogno di una notte d'estate: