10 anni dopo il capolavoro The blade Hark torna sui sentieri del wuxia con un kolossal che ammicca anche - ovviamente - ai 7 samurai di Kurosawa, e che fonde vertiginosamente ipermodernità stilistica e tradizione (le coreografie marziali del leggendario Liu-Chia Liang), anche se con risultati a volte caotici (e ben diversi dal pur ottimo calligrafismo di Zhang Yimou). Notevole, anche se reso opaco in alcuni passaggi dai tagli (quasi un'ora!) apportati per ottenere una durata più confacente a esigenze distributive.
Considerato uno dei massimi esponenti della cinematografia di Hong Kong, il regista Tsui Hark dirige un film wuxiapian del tutto ortodosso, privo cioè di contaminazioni spettacolari di derivazione americana. L'azione ci porta nella Cina del 1600 dove le sette spade del titolo servono ad altrettanti guerrieri per difendere gli abitanti di un villaggio vessati da un esercito sanguinario. Il film è un buon esempio di unione tra il rigore stilistico del genere e un sano intrattenimento con l'unico difetto di una certa lungaggine.
Non se ne poteva proprio più del moralismo consolatorio di Kurosawa ("vincono i contadini che rimangono sulla propria terra"), poi riciclato da Sturges, senza credere davvero a ciò che faceva dire ai suoi personaggi. Finalmente, un regista "moderno" come Tsui Hark capovolge genialmente il finale della solita storia tipo I sette samurai: senza disprezzare chi preferisce "restare" nel proprio paesino natale, "maturità" può anche corrispondere ad emigrare in altri lidi, magari in grandi città. Un gran bel wuxiapian dallo stile quasi classico.
Dieci anni dopo The blade Tsui prova a riscrivere nuovamente la storia del genere con questa pellicola che omaggia i samurai di Kurosawa. Stavolta il risultato è meno convincente. Tecnicamente ineccepibile, con diverse belle trovate. Hark, però, mostra nuovamente quello che, a mio parere, è il suo difetto più grosso: vuole metterci dentro tutto quello che gli viene in mente! Seppur abbondantemente tagliato, il film dura oltre due ore e risulta un po' prolisso. Troppo buonista nel finale. Ottimo il cattivo (Sun Honglei/Vento di fuoco).
MEMORABILE: Tutte le scene con Kualo protagonista; Il combattimento tra Sun Honglei e Donnie nello stretto corridoio; L'abbandono di Fucile.
Effettistico e superficiale. Tsui Hark si lascia contagiare dall'ansia baracconesca tipica dei blockbuster (il look dei cattivi, i gadget delle armi) e le sue quasi tre ore non lambiscono mai i territori dell'epica (e nemmeno del melodramma). Per questo i virtuosismi tecnici (di cui gli diamo atto) rimangono inutili a mezz'aria senza stimolare vere emozioni. Anche i caratteri sono intercambiabili, né oggetto di scavo psicologico né latori di profondità simboliche. Un action di livello, ma assai vacuo.
Spettacolare action movie liberamente ispirato al romanzo “I sette spadaccini del Tianshan” che rientra appieno nel wuxia pian, genere letterario paragonabile al “cappa e spada” di casa nostra. Gli eroi delle storie wuxia provengono dai ceti più umili e rispettano un codice cavalleresco che li spinge a combattere perché la giustizia trionfi, i tiranni siano abbattuti, i torti subiti riparati. Tsui Hark, regista e co-sceneggiatore, realizza un film dalla trama densa, ricca di combattimenti scenografici, improvvisi ribaltamenti e storie intrecciate fra loro.
Spettacolare wuxiapian diretto da Tsui Hark caratterizzato da un montaggio che, se da un lato è volto a valorizzare le pirotecniche scene di combattimento, dall'altro crea non poca confusione dal punto di vista narrativo. Le lezioni di vita connesse all'arte del combattimento sono estremamente efficaci e valorizzate da una fotografia quasi spirituale che immerge i protagonisti in un paesaggio sconfinato e magnifico in cui la ricerca delle proprie radici risulta estremamente problematica.
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Nel secondo DVD allegato al film sono presenti le scene tagliate, il Making of con le interviste al regista e agli attori sulla storia, sugli aspetti psicologici che gli attori hanno dovuto interpretare per calarsi nella parte; quattro interviste fatte da Marco Spagnoli durante il festival del cinema a Venezia al regista e agli attori. A seguire i trailer, gli spot, le Gallerie Fotografiche e una spiegazione di che cosa sia un Wuxia Pian (le caratteristiche del genere cinematografico, i personaggi, il suo rilancio negli anni 90 ad opera di Tsui Hark che ha reinventato il genere).