Rosatigre - Film (2000)

Film transgender e senza regole per il ritratto di un travestito. Istrionico Timi che gioca col suo personaggio “al limite”, naufrago dell’esistenza, che sembra coincidere con la città di Napoli. Lo sguardo del regista è assetato di immagini al punto da rinunciare a una loro gerarchia narrativa o di senso, lasciando che la fiction giochi col documentario e l’improvvisazione, con la fotografia sporca che risponde a un mood underground molto anni 70/80: segno di libertà ma anche devastante per chi guarda, travolto dalla gratuità del tutto.

Davvero non si poteva fare di meglio col budget a disposizione, perché il film ha una suo stile che pervade ogni fotogramma. Una fotografia opaca che racchiude un mondo opaco, nel sottobosco della città. Come sarà in Amorestremo è quello l'habitat dei personaggi che animano il film. In continuo movimento e sempre di fretta, quasi a voler vivere ogni secondo nella ricerca di completezza. Un'esistenza che racchiude due mondi, quello "normale" e quello parallelo. Antonello si prostituisce a Torino, lontano dalla sua Napoli. Un'opera nebbiosa, in odore di solitudine interiore.