Note: Secondo capitolo della trilogia "vomit gore" di Lucifer Valentine, che comprende "Slaughtered Vomit Dolls" (2007), "Slow Torture Puke Chamber"(2010) e "Black Mass of the Nazi Sex Wizard" (2015).
Terrificante insieme di sketch ultrasplatter senza trama (spesso sconfinanti nel feticismo vero e proprio) basato su ettolitri di sangue, vomito, sesso saffico (spintissimo, ma senza sconfinare nell'hard puro), primissimi piani anatomici (c'è pure una citazione alla mai vista scena del topo cucito di Salò), pissing e altre amenità. Confezione amatoriale (con qualche flash vagamente videoclipparo), musiche e movimenti di macchina funzionali all'impatto disturbante, ma lo spettatore mentalmente sano difficilmente riuscirà a raggiungere l'epilogo.
Insuperabile secondo capitolo della saga del rigetto by Valentine. Il menù presenta le pietanze tipiche della serie canadese. Quindi liquidi di ogni tipo che imbrattano lo schermo e violenza incontenibile. Ci sono anche le due "black angels of hell" in azione a rendere più appetibile la sostanza filmica. Ma ciò che rende disperatamente irraggiungibile questo capitolo è l'assenza di limiti, la totale destrutturazione della diegesi a favore del raccapriccio. Si arriva a sublimare ogni gesto tanto è gratuito. Dannatamente inarrivabile.
MEMORABILE: La separazione gemellare; La bevuta di urina; Il ragno cucito nella donna.
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...e per par condicio, la morte si porta via anche i vip del sottobosco più losco. Ameara Lavey, al secolo Brandy Petrie, la modella-starlette della famigerata quadrilogia del vomito, è stata uccisa a colpi di pistola nella sua abitazione.