Sidney Lumet è stato uno straordinario regista che negli anni ha saputo spaziare con grande eclettismo in ogni genere. Anche questa sua puntatina nel cinema di denuncia, sebbene appannata e a tratti terribilmente verbosa e confusa, ha un suo perché. Il film racconta compromessi e retroscena di una campagna elettorale condotta a colpi di look e di apparenze, purtroppo manca vera tensione e la sceneggiatura mette tanta carne al fuoco senza condirla adeguatamente. Evanescente ma non privo di interesse, con bei pezzi di regia ed un Gere splendido.
MEMORABILE: Le persone ti scelgono per l'immagine e se gli vai a genio, non per le tue idee.
Visto oggi appare invecchiato; non nella sostanza, ma per come si intendeva e si realizzava la propaganda politica ed elettorale, attraverso i mezzi di comunicazione e principalmente la tv. La sostanza è rimasta invariata, anzi si è rafforzata e come sappiamo invade quotidianamente i piccoli schermi domestici. Al di là delle sue convinzioni, Lumet mostra comunque un mondo in retroscena dove personaggi senza scrupoli, legati a un carro piuttosto che a un altro, riescono con abilità a entrare nelle teste di molti e imporre idee e persone.
Ho capito perché questo film, nonostante regista e cast d'eccezione, lo han visto in pochi. Perché è decisamente noioso, parlato fino all'inverosimile e piatto come regia. Gere ha un personaggio centrale e se la cava bene ma è anche abbastanza prevedibile. Gli altri sono lasciati ai margini e la denuncia sociale appare sia datata che fiacca nei contenuti. Qualche risata all'inizio per il candidato imbranato del New Mexico.
Gere interpreta un professionista di successo che gestisce le campagne elettorali dei suoi clienti per venderne l'immagine come si trattasse di prodotti qualsiasi, senza dare importanza ai loro programmi politici... Quello dei mezzi di manipolazione dell'opinione pubblica è un tema interessante e sempre attuale ma il film risulta noioso e privo di nerbo: colpa di una sceneggiatura confusa che non riesce a focalizzare l'attenzione e neppure a rendere credibile l'evoluzione del protagonista, per cui anche la regia di Lumet appare incerta e il buon cast a disposizione risulta sprecato.
L’intento era buono e le ambizioni puntavano in alto, ma a discapito delle premesse il lavoro di Lumet risulta deludente. Si impantana fin da subito in un mare di dialoghi, spesso sterili e difficili da seguire, e non riesce a procedere spedito nemmeno con la narrazione dei fatti. La noia prende rapidamente il sopravvento a causa del crescente disinteresse verso una vicenda che si dimostra confusionaria e priva di guizzi. Gere ce la mette tutta e forse carica eccessivamente il proprio personaggio, che non incide. Ne risente la denuncia sociale che resta in sottofondo e inconclusa.
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Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (mercoledì 13 maggio 1992) di Power - Potere: