Pino - Documentario (2021)

A cinquant'anni dalla tragica morte prematura di Pino Pascali, enfant terrible dell'arte povera negli anni '60, una mostra retrospettiva tenuta nella natia Polignano a Mare riaccende i riflettori su una figura d'artista in parte dimenticata. Una carriera come montaggista al fianco di Guadagnino, Fasano debutta alla regia con un documentario sobrio, sicuramente interessante per quanto a tratti fin troppo scarno ed essenziale. Particolarmente efficaci le sezioni di ricostruzione storica del ruolo mediatore dell'artista durante i tormentati mesi della Biennale veneziana del 1968.

Pino Pascali fa parte di quella generazione di artisti che hanno profondamente segnato i nostri anni Sessanta, quando arte, politica, cultura e spettacolo si fondevano in un intreccio mostruoso. Walter Fasano viene dal montaggio (ha collaborato tra gli altri con Guadagnino) e infatti il ritmo del film è perfetto e gli accostamenti mai banali, con un ottimo uso del materiale di repertorio.

Bel documentario che ha il merito di far conoscere, alle generazioni più giovani ma non solo, l'interessantissima figura dell'artista Pino Pascali. La durata è di quelle brevi (un'oretta scarsa), ma il film sa tratteggiare bene la figura di Pascali sia da un punto di vista umano, senza mai ricorrere al voyerismo e al pettegolezzo, sia da un punto di vista artistico. E a questo proposito ci si può riempire gli occhi con le foto e le bellissime opere dell'artista pugliese, di grande impatto visivo ed emotivo, tanto da far venire il rimpianto per la sua prematura scomparsa.