Nazarin - Film (1958)

Nazarin
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Titolo originale: Nazarin
Anno: 1958
Genere: drammatico (bianco e nero)
Note: Premio internazionale al Festival di Cannes del 1959.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 18/01/09 DAL BENEMERITO DANIELA
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Daniela 18/01/09 09:35 - 12606 commenti

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Messico, primi del '900. Un prete poverissimo cerca di vivere secondo i precetti cristiani, ma le sue buone azioni lo danneggiano e non migliorano la vita di chi gli sta accanto. Parabola pessimistica, che anticipa quella di Viridiana (1961), con numerosi riferimenti evangelici (la prostituta, le due sorelle, il ladrone cattivo e quello buono) che ne fanno il film più religioso dell'ateo Bunuel. Molto intenso Rabal, soprattutto nelle scene finali. La fotografia è di Gabriel Figueroa.
MEMORABILE: L'episodio di crumiraggio inconsapevole e le sue conseguenze; Il dono dell'ananas: pietà cristiana, ma inutile (Nazarin non può mangiarlo).

Homesick 11/04/11 08:59 - 5737 commenti

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Il calvario di padre Nazarin è una parabola sull’applicazione ad litteram dei precetti cristiani che provoca solo un umanitarismo masochistico, incapace di vincere le ingiustizie terrene e soccombente dinanzi al potere oppressivo di Chiesa, Stato e borghesia. La piena adesione al realismo sociale e donchisciottesco del romanzo di Pérez Galdos non trattiene i rigurgiti surrealisti di Bunuel, come evidenziano l’allucinazione dell’epilettica e la grottesca immagine del Cristo che ride. Molto intensa la sequenza finale della “Passio”, scandita dal risuonare dei tamburi di Calanda.

Mickes2 23/02/14 21:47 - 1670 commenti

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Disamina di una «testimonianza», di un’ideologia atea sobria e acuta, di come il Credo religioso risulti inefficace, controproducente e deleterio per chi lo perpetra e per chi decide di riceverlo. Dio non c’è, l’umanità è un’ineluttabile sequela di pulsioni egoiste e carnali, quintessenza dell’utopia. Nazarin è come un re Mida al contrario, un martire senza causa, un santo schiacciato dall’umano, un agire inutile dove ogni tentativo salvifico è destinato al fallimento. Si cammina su una Damasco al contrario nel dubbio atroce di una conversione.
MEMORABILE: Il Cristo che ride.

Nion 6/02/15 12:01 - 3 commenti

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E' una lunga agonia guidata da una speranza remota di una salvificazione del "peccatore". Nazarin è un sant'uomo che attraverso la crudeltà umana cerca di mantenere saldi i suoi convincimenti. Girato con maestria e accompagnato da attori di buon livello, in special modo Francisco Rabal. Da vedere!

Myvincent 15/09/17 07:04 - 3722 commenti

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La storia di un prete che come il Nazzareno vive in povertà, seguendo i precetti della non violenza, completamente disinteressato ai valori materiali. Tutto ciò contrasta col mondo cattivo che incontra, in un'antitesi continua fra bene e male che sembra non avere fine. Uno dei film più spirituali di Buñuel ma anche anti-cattolico, restituisce al mondo contemporaneo la figura del Cristo come pochi, religiosi o meno, hanno saputo fare. Ottima la scelta del protagonista, Francisco Rabal.
MEMORABILE: Il dubbio dell'elemosina nella scena finale.

Paulaster 18/09/19 11:20 - 4375 commenti

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Prete messicano aiuterà una prostituta ma ne subirà le conseguenze. Più che una critica al cattolicesimo si percepisce una denuncia: la carità cristiana è incongruente con la realtà e il porgere l'altra guancia non ha senso. Richiami alle parabole aggiornati al Messico di fine Ottocento, dove comunque la povertà e l'ignoranza (anche con superstizione) sono concetti universali. Pessimismo conclusivo sulle sorti di un intenso protagonista. Solo piccoli accenni surreali.
MEMORABILE: Il miracolo; La difesa del ladro; Al lavoro per un pezzo di pane; Indifferente ai furti; Le domande della prostituta.

Pigro 14/02/21 10:25 - 9623 commenti

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Quel prete, che pratica la povertà e la misericordia, è la quintessenza del cristiano, anzi è un nuovo Cristo contro la sua volontà, destinato a ripercorrere i passi evangelici delle parole e dei miracoli fino alla passione. Ovviamente in modo straniante e beffardo, dove lo sguardo disincantato di Buñuel sulla religione mescola cinismo e spietatezza con una pietas di fondo che si riflette soprattutto nel contorno di varia e misera umanità. Un film tagliente, che ha perso con gli anni il mordente, ma continua a intrigare.

Pessoa 4/08/21 03:34 - 2476 commenti

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Buñuel porta sullo schermo un romanzo di Pérez Galdós (ci riproverà in seguito anche con Tristana) donando al realismo dello scrittore spagnolo il simbolismo del suo cinema. Sin dal nome del protagonista si evince un parallelismo evangelico in cui il protagonista deve fare i conti con una società ostile, in cui gli afflati caritatevoli hanno quasi sempre un secondo fine. Pur se limitato dalla pochezza del budget il regista ne tira fuori un ritratto lucido e impietoso di un'umanità insalvabile, impreziosito dalla delicata prova di Rabal in una delle sue prove migliori. Grande cinema!
MEMORABILE: La grande prova attoriale di Paco Rabal.

Il ferrini 18/03/23 00:41 - 2337 commenti

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Spietata ma sublime parodia della vita di Cristo, in cui la pietà, la compassione, l'altruismo ad oltranza, non solo non pagano ma portano solo altro dolore e malvagità. Buñuel in questo lavoro sottolinea più che mai l'inconciliabilità dei principi del cristianesimo con la vita reale della povera gente, dove homo homini lupus, e la religione si confonde spesso con le superstizioni, frutti dell'ignoranza. Film straordinario, con un protagonista perfettamente calato nel ruolo e paesaggi  desolati a incorniciarne il viaggio verso l'ennesima e ultima ingiustizia.

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  • Homevideo Xtron • 18/12/18 18:53
    Servizio caffè - 2147 interventi
    Il dvd RAROVIDEO / MINERVA / CECCHI GORI / MUSTANG contenuto nel cofanetto "Luis Bunuel" che comprende anche i seguenti film:
    - Tristana
    - I figli della violenza

    Audio italiano e spagnolo
    Formato video 4/3 fullscreen
    Durata 1h30m30s
    Extra: intervista a Pedro Armocida

    immagine a 25:09

    Ultima modifica: 19/12/18 07:23 da Zender