Terribile "opera" del gallerista Mario Garbetta (che appare come attore anche in Attenti a quei due napoletani e come segretario di produzione in Quel ragazzo della curva B). Un misto fatto male di melodramma, musicarello e... noir? Da vedere solo se masochisti, amanti dei film scorreggioni oppure se collezionisti di rare perle. Difficilissimo da trovare, fu edito in VHS ma girò anche nei cinema napoletani.
Agghiacciante pellicola (ma non sarebbe giusto chiamarla tale) diretta dal sedicente e sconosciuto regista Garbetta che si contende la palma di film più brutto della storia con Delitti di Pastore. A colpire non è solo la recitazione da oratorio degli attori, le inquadrature da dilettanti, quanto piuttosto la totale assenza di una sceneggiatura che fa andare avanti a caso il film senza il più piccolo perchè. Vorrebbe essere drammatico ma strappa vagonate di risate involontarie. Al di sotto del trash e comunque per certi versi imperdibile.
MEMORABILE: Garbetta viene picchiato da una folla inferocita: "ma non volevamo mica fargli male"; Garbetta che fa il leone tra le macchine e viene investito.
Non si capisce quali siano gli intenti del regista, visto con quanta facilità alterna momenti di rutti e scoregge con altri melodrammatici fallimentari. La storia è se non altro imprevedibile, ma è anche chiaramente improvvisata seduta stante. In breve è la vita di un artista musicale mancato, tema che probabilmente Garbetta sente suo. Alcune volte i personaggi si lasciano andare a dialoghi che hanno tutto l'intento di voler sembrare filosofici ma che sembrano non avere un minimo di spessore.
L'inizio è novelle vague con i silenzi intra-familiari, frasi spezzate e musica jazz. Poi si sviluppa un melodramma girato in due stanze e qualche scorcio di Napoli ripreso frettolosamente. La recitazione non da Oscar è però bilanciata dal dialetto stretto Napoletano verace e pieno di genuinità. Una scatologia pecoreccia e rozza alla Alvaro Vitali e il trash determinato dalle intenzioni registiche rivolte al dramma (ma con il ridicolo come esito) completano il quadro.
MEMORABILE: Il pranzo nuziale, inframezzato da rutti e peti con una sposa orrenda e lo sposo sosia del cannibale di Le colline hanno gli occhi.
Seppur asserviti da una regia rozza e raffazzonata e con un straniante saliscendi tra drammatico, comico e patetico, i disperati tentativi del protagonista di portare a casa la pagnotta per sfamare la numerosa prole (tra cui appaiono i veri figli di Garbetta) hanno un loro curioso mordente e, senza alcun dubbio, il momento in cui la band incontra un aerofagico banchetto nuziale non si dimentica. Alcune parti in vernacolo napoletano non sono di facile comprensibilità, anche se basta affidarsi alla naturale musicalità del dialetto per seguirle.
MEMORABILE: L'incontro con l'astrologo.
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Scioccato dalla visione in questione (seguirà a breve commento) non posso però non notare quanto
stoni la sua catalogazione nel genere noir. Non
c'entra assolutamente niente. Non ci sono atti
criminali di alcun tipo. Oscilla tra commedia e
melodramma. Tuttavia visto il finale credo lo
si possa definire un film drammatico.
DiscussioneZender • 8/07/10 20:29 Capo scrivano - 48957 interventi
Ahah... Sì, in effetti nel suo commento Daidae suggerisce un noir con un punto di domanda. Dimmi pure che cosa vorresti mettere come genere. Commedia o drammatico?