Made in Italy - Miniserie TV (2019)

Milano, seconda metà anni 70: la giovane Irene riesce a entrare in una rivista di moda e, quasi novella Alice, incontra gli stilisti che creeranno sogni per tutto il mondo... Un po' Il diavolo veste Prada (il personaggio della Buy ne evoca nevrosi e capelli), un po' "come eravamo" (buona la ricostruzione ambientale di una Milano non ancora da bere tra minigonne e 127), la storia si dipana leggera malgrado non manchino accenni al terrorismo e all'emancipazione della donna (Irene rifiuta le regole tradizionali del padre) e si guarda volentieri.

Ci si sono messi addirittura in due a dirigere una serie di siffatta banalità, che proietta negli anni Settanta tutta la vacuità e la frivolezza del mondo attuale (non solo quello della moda, purtroppo). Uniche cose a salvarsi sono, oltre alla verosimile ricostruzione scenica di servizi fotografici e sfilate, le musiche d'epoca (degli evergreen in pratica). Cast giovanile deludente, bravi Bocci e Buy (la quale però interpreta una sorta di copia malriuscita della Miranda de Il diavolo veste Prada che a sua volta si ispirava al personaggio di Crudelia Demon). Perdibile.