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La nostra recensione di Mad city - Assalto alla notizia

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Niente di nuovo sotto il sole, ma l'ennesimo intreccio pericoloso tra crimine e media è svolto diligentemente e soprattutto servendosi di uno splendido Dustin Hoffman, che grazie anche all'ottimo lavoro sui dialoghi stravince il duello col pur bravo John Travolta. E' chiaro fin da subito che il centro dell' attenzione è lui, il reporter trovatosi per puro caso nel posto giusto al momento giusto: lì al museo per un'intervista di scarso interesse, assiste dal bagno al primo atto del sequestro, in cui un dipendente licenziato (Travolta) punta il fucile contro una scolaresca e la prende in ostaggio. Il classico scoop, con diretta radio dalla toilette, diventa in...Leggi tutto un attimo un caso nazionale. Hoffman, uscito allo scoperto e compreso come Travolta sia già pentito del gesto ma prigioniero degli eventi, finisce col diventare il suggeritore del delinquente involontario sfruttando la cosa per riabilitare la propria posizione nel network. La ribalta è tutta per le ponderate mosse ideate da Hoffman per uscire dalla situazione: interviste a due ragionate, studio sull'orientamento dell'opinione pubblica (che pare capire il dramma di Travolta)... Costa-Gavras dirige con sapienza senza strafare, perdendosi un po’ nella prima parte ma recuperando in tensione nella seconda. Cameo per due star della tv Usa come Jay Leno e Larry King.

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Tutti i commenti e le recensioni di Mad city - Assalto alla notizia

TITOLO INSERITO IL GIORNO 2/09/08 DAL BENEMERITO PIGRO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 3/01/15
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Pigro 2/09/08 12:28 - 10196 commenti

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Guardiano licenziato sequestra una scolaresca nel museo in cui lavorava, e con essa un giornalista tv in cerca di scoop. Film bello per la lucida determinazione con cui un grande regista della denuncia politica affonda il coltello nelle piaghe della società moderna: la paura della disoccupazione e il cinismo dell’informazione. Costa Gavras evita effettacci e melodrammi, puntando all’esposizione illuminista di questa “folle città” che è il nostro mondo, racchiuso in un museo di storia naturale.

Galbo 7/10/08 15:20 - 12706 commenti

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Dedicato al potere (manipolatore) dei mezzi di informazione, Mad city non dice a questo proposito nulla che non si sia già visto al cinema (storia compresa). Il film è tuttavia ben realizzato, con un'attenta e sensibile regia di Costa-Gavras che dirige una storia la cui sceneggiatura è plausibile e ben congegnata (evitando peraltro il ricorso ad effetti facili). Discreto il cast, con Hoffman più efficace di Travolta.

Ciavazzaro 9/12/08 14:26 - 4763 commenti

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Non male. Il regista Gavras crea una buona tensione e il film si caratterizza per le buone interpretazioni dei protagonisti: il reporter d'assalto Hoffman e Travolta nel ruolo dell'uomo che tiene in ostaggio gli scolari nel museo. Segnalo anche la radiosa Blythe Danner. Si fa vedere piacevolmente, questa critica al mondo dell'informazione. Pollice su.

Vstringer 20/01/10 12:10 - 349 commenti

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Costa-Gavras rifa Wilder (L'asso nella manica) nell'epoca del sensazionalismo televisivo: protagonisti lo sbandato armato ed il reporter d'assalto assetato di scoop e riscatto, tradito dal suo ego smisurato, ma protagonista soprattutto la follia qualunquista di una città (e una nazione) impazzita, la cui complessità viene snaturata e opportunamente manipolata nel furgone della regia. Hoffman meglio di Travolta; brava la Kirshner, figlia di un giornalista nella vita reale, nel ruolo della giovane arrivista.

Cotola 30/07/12 10:48 - 9623 commenti

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Temi e sviluppi narrativi della storia sono noti e altrove sono stati svolti decisamente meglio. Eppure il film di Gravas ha il merito di non annoiare e di farsi comunque seguire senza affanni. Meritevole l'aver evitato i facili sensazionilismi e le scene-madre. Cast interessante ed in buona forma. E' proprio il caso di dire: non male, dopotutto.

Deepred89 29/04/13 12:46 - 3903 commenti

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La critica al sistema mediatico statunitense è fin troppo gridata (il troppo talvolta stroppia,) ma il film regge bene dall'inizio alla fine grazie a due protagonisti di indubbio carisma, a una regia ben calibrata e a una sceneggiatura fluida e senza sbavature. Mezzo punto in più per il bel finale non scontato. Da riscoprire.

Nicola81 9/09/16 15:23 - 3012 commenti

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Non certo il film più scottante di Costa-Gavras, ha comunque il merito di trattare con efficacia il tema (non nuovissimo) del cinismo e del potere manipolatore dei mezzi di informazione, allargando la critica all'intera società americana. Qualche lungaggine affiora, ma l'obiettivo può considerarsi raggiunto, grazie soprattutto a un finale (amaro e non scontato) in grado di colpire nel segno. Travolta è credibile nei panni del sempliciotto finito suo malgrado in un gioco più grande di lui, ma Hoffman, ovviamente, è ancora più bravo.

Daniela 23/02/22 23:21 - 13408 commenti

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Come Douglas, anche Hoffman è un giornalista in declino che coglie l'occasione per rilanciare la sua carriera quando un poveraccio armato si barrica in un museo tenendo in ostaggio una scolaresca... Cambia il media - testate tv al posto di quelle giornalistiche - ma non la denuncia dello sciacallaggio che fa leva su un'opinione pubblica volubile e facilmente manipolabile. Il film di Costa-Gavras non ha lo stesso rigore di quello di Wilder e verso l'epilogo cede alla retorica declamatoria ma la storia regge anche grazie al buon cast in cui Hoffman batte Travolta troppo gigione.

Noodles 3/08/24 17:13 - 2764 commenti

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Certamente un buon film di Costa-Gavras, esperto nel cinema di denuncia. La pellicola però non raggiunge le vette che il regista ha raggiunto due decenni prima: lo squallore, il sensazionalismo e l'arrivismo di certo giornalismo sono cosa nota e in altri film sono stati trattati meglio. Però c'è Dustin Hoffman (splendida la sua prova) e il film si lascia guardare con alcune scene poco meno che grottesche. In generale, però, il tutto a momenti appare piatto e scontato e il film perde a volte forza, alla ricerca della scena importante che non arriva mai davvero. Guardabile, non di più.

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